Appalti in sanità, operazione "Sartoria" a Catanzaro contro truffa e corruzione: 3 ai domiciliari, 13 pubblici ufficiali sospesi - Nomi e Video

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Catanzaro – Tre persone ai domiciliari, 13 pubblici ufficiali sospesi dal servizio e sequestro di una società per un valore complessivo di circa 530.000 euro. È il bilancio dell’operazione denominata “Sartoria”. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno oggi dato esecuzione all’ordinanza con la quale il G.I.P. del Tribunale di Catanzaro ha disposto l’applicazione della misura cautelare personale nei confronti di 15 soggetti per la ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati, rispettivamente ipotizzati, a vario titolo, di corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà, degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, abusiva introduzione in sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, poste in essere anche a vantaggio di plurime società nei confronti delle quali è stata ipotizzata la rispettiva responsabilità amministrativa. In particolare, è stata disposta la misura degli arresti domiciliari nei confronti di due imprenditori e di un dirigente medico-docente universitario dell’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro, nonché la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici/servizi nei confronti di tredici pubblici ufficiali (fra cui il medico- docente universitario sottoposto anche alla misura degli arresti domiciliari) dipendenti, rispettivamente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, dell’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria e dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, nonché, uno degli indagati, anche consigliere comunale di un Comune della provincia di Catanzaro. I provvedimenti, emessi su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, scaturiscono dalla complessa attività di indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economica -Finanziaria/Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Catanzaro, nell’ambito della costante attività di tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo al settore sanitario, finalizzato al contrasto delle più sofisticate forme di illecita gestione delle risorse erariali e delle frodi ai danni dello Stato.

I NOMI

Ai domiciliari sono stati posti Giuseppe Lucio Cascini, professore ordinario di diagnostica per immagini, destinatario anche dell'interdizione; Pasquale Bove, rappresentante della Medicalray s.r.l. e dalla Teknos S.r.l e Ciro Oliviero, agente commerciale della Siemens Healthcare Sri. La misura interdittiva è emessa nei confronti di Gennarina Arabia, componente della commissione giudicatrice; Antonio Nicola Arena, responsabile tecnico di laboratorio dell'A.0. "Pugliese Ciaccio" e membro della Commissione tecnica di gara; Antonio Armentano, all'epoca dei fatti direttore del reparto di Neuroradiologia del Grande Ospedale Metropolitano "Bianchi Melacrino Morelli" di Reggio Calabria, in qualità di componente del Tavolo Tecnico della Sua Calabria; Vittoria Celi, dottoressa inquadrata all'interno dell'equipe medica di Patologia clinica dell'azienda Mater Domini; Pietro Gangemi, direttore f.f. del laboratorio di Chimica clinica dell'A.O. "Pugliese Ciaccio; Michelina Graziano, all'epoca dei fatti responsabile Fisica sanitaria Aziendale dell'Asp di Cosenza; Vincenzo Militano, dirigente medico facente parte dell'equipe medica del dottor Paolo Puntieri, S.O.C. Medicina nucleare dell'Azienda ospedaliera "Pugliese Ciaccio"; Pasquale Minchella, direttore f.f. del laboratorio di Virologia e Microbiologia dell'A.0. "Pugliese Ciaccio" di Catanzaro; Pasquale Santaguida, addetto alla Struttura provveditorato -Economato e Gestione Logistica e di Rup; Rita Carlotta Santoro, responsabile f.f. della struttura complessa Centro emofilia emostasi e trombosi del dipartimento di Ematologia oncologia dell'A.O. "Pugliese Ciaccio" di Catanzaro; Adolfo Siciliani, all'epoca dei fatti direttore dell'Uoc Radiologia dell'A.S.P. di Crotone.

Dagli appalti “truccati” per oltre 33 milioni alla truffa: i reati ipotizzati

Le complesse indagini hanno consentito di delineare – nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – la gravità indiziaria circa la turbata regolarità di 9 appalti pubblici del valore complessivo di oltre 33 milioni di euro, banditi dalla Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, nonché dall’A.O. “Pugliese – Ciaccio” e dall’A.O.U. “Mater Domini” (ora confluite nell’A.O.U. “Dulbecco”).

Rispetto a tali gare sono stati ipotizzati illeciti legami tra alcuni pubblici ufficiali, preposti alla gestione delle gare stesse, e gli agenti/rappresentanti delle società che forniscono materiali o servizi sanitari, anche mediante la turbata libertà del procedimento di scelta del, contraente con bandi e capitolati redatti in modo da orientare l’aggiudicazione a soggetti predeterminati, in violazione della concorrenza e a discapito dell’economicità e della trasparenza dell’azione amministrativa. In alcuni casi sono state ipotizzate condotte corruttive, con utilità (promesse o erogate) ai pubblici ufficiali coinvolti, intese quale remunerazione delle condotte illecite che sarebbero state perpetrate in favore degli operatori economici interessati alle procedure. Sono stati ipotizzati, altresì, sul piano della gravità indiziaria, reati di falso ed altro, nello svolgimento di concorsi indetti da alcuni dei menzionati enti pubblici, per il reclutamento di personale, e di truffa, in relazione alla ripartizione del fondo incentivi per le funzioni tecniche, a beneficio di dipendenti dell’ex A.O. “Pugliese – Ciaccio”, in assenza dei presupposti previsti. Si è, altresì, ipotizzato il reato di truffa in relazione alla percezione, da parte di un dirigente medico dell’ex A.O.U. “Mater Domini” e all’Università “Magna Graecia”, legato da un contratto di lavoro a tempo pieno ed esclusivo, delle relative indennità economiche di esclusività, sebbene lavorasse, occultamente, presso due cliniche private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale (aventi sede nelle province di Crotone e Napoli), e ciò mediante l’utilizzo di 2 società prive di reale consistenza giuridico-economica, che avrebbero emesso sistematicamente fatture per operazioni inesistenti, con successiva corresponsione di somme in contanti al pubblico ufficiale. Contestualmente è stato eseguito il sequestro disposto d’urgenza dal P.M. nei confronti di 2 soggetti e di una società per un valore complessivo di circa 530.000 euro. Il procedimento penale per le fattispecie di reato ipotizzate pende nella fase delle indagini preliminari.

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