Lamezia, denuncia del coordinamento nazionale disabilità: "Bando sui caregiver fermo al Comune dal 2022"

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Lamezia Terme - "Vivere in Calabria per un disabile e la sua famiglia è garanzia di un presente certo e un futuro ancora più drammatico di difficoltà oggettiva e di emarginazione sociale. La situazione diventerebbe ancora più allarmante se il processo di attuazione del regionalismo differenziato dovesse andare in porto. La cosa grave e inaccettabile è che non sono certo le risorse finanziarie a mancare, ma che le stesse, pur disponibili, non sono spese e spesso vengono restituite per mancanza di attuazione dei bandi" è quanto si legge in una nota di Piervincenzo Panzarella Vice referente regionale CONFAD ASP (Coordinamento nazionale famiglie con disabilità), componente Consiglio direttivo Nazionale Confad APS e invitato permanente per conto di Confad APS all’Osservatorio nazionale sulla disabilità. 

"Basti pensare, ad esempio - precisa - che un bando per sostenere economicamente i caregiver familiari pubblicato a maggio del 2022 dal Comune di Lamezia Terme, quale capofila del piano di zona del Lametino, afferente le risorse previste da un Decreto Ministeriale del 2020, ancora non è stato chiuso e quindi non è stata stilata una graduatoria per individuare i beneficiari. Allo stesso modo, i contributi economici previsti dal Fondo Nazionale Autosufficienza per l’anno 2018, riguardante le disabilità gravissime, non sono ancora stati erogati anche perché le Asl calabresi hanno pubblicato i vari bandi solo a luglio 2023. E poi ci sono i fondi per il “dopo di noi” e per i PAI (piani per l’autonomia individuale), con destino analogo".

"Tutte queste cose - aggiunge - sono previste per legge e finanziate centralmente, ma nella nostra regione rimangono lettera morta. I piani di zona non funzionano e i piccoli comuni non hanno la facoltà di ricorrere direttamente ai bandi e, anche se lo volessero, non hanno le strutture per poterlo fare. Il problema non è neanche meridionale visto che le altre regioni del Sud Italia sono comunque molto più attive e organizzate di noi nel sociale. Vivo vicino al mondo della disabilità da molti anni e quindi sono in contatto quotidianamente con tantissime famiglie con disabili e mai come in questo momento sento molte persone seriamente sconfortate. Con i nuovi strumenti social si è al corrente in tempo reale di quello che le altre regioni fanno in questo ambito e, quindi, la consapevolezza del disagio è massima".

"Sono in molti a progettare un’emigrazione familiare verso le regioni più virtuose e organizzate nel sociale per garantire prima di tutto al disabile, ma anche alla propria famiglia, un livello adeguato di dignità e poi di prospettiva. Credo che per ognuna di queste famiglie ciò rappresenterebbe non solo un tradimento da parte della propria Terra ma, soprattutto, una sconfitta e un impoverimento per tutti i calabresi. Da poco è stato nominato il garante della disabilità della Regione Calabria e io mi auguro, e auguro a tutti i miei conterranei, che egli qualcosa possa fare nella direzione del riconoscimento dei diritti dei disabili calabresi e dei loro caregiver, sbloccando questo non più accettabile immobilismo delle nostre Istituzioni perché, in alternativa, l’unica cosa che potrà fare è augurarci buon viaggio".

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