La dottoressa Luigia Sirianni cavaliere del lavoro per l'impegno in pandemia: "La mia Lamezia sempre nel cuore"

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Lamezia Terme – Emigrazione, passione per il proprio lavoro, generosità e voglia di ritornare nei posti del cuore. È questa la storia della dottoressa Luigia Sirianni, nata a Soveria Mannelli e cresciuta a Lamezia, che ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere al merito della Repubblica. Tra i meriti, l’impegno in Pronto Soccorso e il personale contributo alle campagne vaccinali contro il Covid, a titolo gratuito.

La dottoressa Sirianni, che sente ancora forti le proprie radici, ha mosso i suoi primi passi su Lamezia, lavorando come guardia medica e sostituendo pediatri per qualche anno. Dopo alcune tappe fuori regione, si è stabilita dal 2006 a La Spezia ma non ha mai dimenticato le sue origini. Ha, infatti, diverse volte tentato di ritornare. “Mi sarebbe piaciuto ritornare a lavorare nella mia terra, però è così. A Lamezia ho lasciato il cuore, ancora ho la banca lì. Rappresenta la mia giovinezza ma la vita è andata così”, racconta con la voce carica di emozione. “Mi hanno sempre detto ‘come mai la Calabria si è fatta scappare una persona valida come te?’. Noi calabresi siamo abituati a dire che le cose non funzionano ma non è che dalle altre parti le cose vadano meglio. È tutto un pochino così. Per me è il fattore umano che fa la differenza ma ce ne siamo dimenticati”. Ed è proprio grazie al fattore umano che la dottoressa Sirianni ha fatto del suo meglio nel Pronto Soccorso di La Spezia, in particolar modo durante il periodo del Covid. Due anni di duro lavoro tra emergenze e morti che l’hanno vista anche portare avanti open day e open night per contribuire gratuitamente alle campagne vaccinali dalla prima alla terza dose.

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“Smontavo da lavoro e andavo lì e facevo 4/5 ore di vaccini. La cosa che ha stupito è che lo abbia fatto in maniera del tutto gratuita”. In questo modo, il suo impegno l’ha portata ad essere sempre più apprezzata per il suo lavoro. Tutte azioni compiute in silenzio, senza attirare l’attenzione su se stessa. La sua storia viene conosciuta solo nel 2022 quando, su indicazione del suo direttore generale, partecipa alla Festa della Polizia in qualità di rappresentante aziendale per raccontare la storia dei due anni di Covid. “È venuto fuori lì – spiega - perché non lo avevo detto a nessuno che avevo contribuito ad una campagna vaccinale nonostante lavorassi in Pronto Soccorso in maniera del tutto gratuita. La motivazione dell’onorificenza secondo me sta nel fatto che sono conosciutissima soprattutto per il mio impegno. La gente mi dice che sente parlar di me, anche nei messaggi”. Ha un solo rammarico: “Non aver potuto fare qualcosa per la mia regione durante la pandemia”.

La dottoressa Sirianni ha ufficialmente ricevuto l’onorificenza nei giorni scorsi, un riconoscimento che rende lustro anche ad una regione che troppo spesso vede andar via persone di grande valore che, però, non dimenticano di portare con se la generosità e la passione che la contraddistinguono.

Miriam Perri

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