Catanzaro - Catanzaro - La procura generale ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado nel processo d'appello scaturito dall'operazione Quinta bolgia, che a novembre del 2018 portò a 24 misure cautelari emesse dalla procura antimafia di Catanzaro. Al centro dell’inchiesta l’Asp di Catanzaro e il servizio di gestione delle autoambulanze e del trasporto del materiale sanitario all'interno anche dell'ospedale di Lamezia Terme. Proprio questa operazione portò anche al commissariamento per mafia dell'Asp di Catanzaro.
Oggi nel corso dell'udienza la procura generale ha richiesto la conferma delle otto condanne e l'accoglimento dell'appello proposto contro le assoluzioni, subito dopo hanno preso la parola i legali di parte civile e l'avvocato Cerminara a difesa della società facente capo a Putrino.
La sentenza di primo grado fu pronunciata il 29 settembre 2021 e sancì otto condanne e tre assoluzioni. Nel collegio difensivo fra gli altri gli avvocati Gambardella, Senese, Staiano, Andricciola, Larussa, Laratta, Canzoniere e Aloisio. L'indagine, realizzata dalla Dda guidata da Nicola Gratteri, ipotizzò una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso, collegata con i reati di turbata libertà dell’industria o del commercio, frode nelle pubbliche forniture, illecita concorrenza con minaccia o violenza, abuso di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio. Nelle prossimo udienze - a partire dal 15 febbraio - la parola passerà agli altri legali di parte per le duscussioni finali e la sentenza è attesa entro l'estate.
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