Lamezia Terme - E’ arrivata alla sua terza edizione la Festa dei popoli, organizzata da suor Manuela Simoes, missionaria scalabriniana di origini portoghesi, direttrice dell’Ufficio Diocesano Migrantes che ha patrocinato insieme al Comune l’evento cui hanno collaborato l’Arci, gli Sprar due soli, terre sorelle, luna rossa ma anche l’Istituto comprensivo Manzoni-Augruso che ha inaugurato con le sue majorettes la manifestazione, poi proseguita con alcune esibizioni canore, danze, testimonianze interculturali, momenti di riflessione e di raccoglimento.
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Rappresentate nell’incontro le comunità più disparate presenti sul territorio Lametino: Polonia, Brasile, Ucraina, Marocco, Romania, Siria, Repubblica Centroafricana, Equador, Egitto, Messico, Mali, con i loro stand, la loro cucina, le loro tradizioni, le loro guide religiose – fra cui padre Metodio, padre Konstantin, padre Taras. Presenta anche la popolazione rom. “Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato che non ce l’avremmo fatta a fare questa festa – dice suor Manuela, che non nega le molte difficoltà burocratiche e organizzative incontrate, e il cattivo stato di piazza Mazzini, dove la manifestazione quest’anno si è svolta. “E’ solo grazie alla partecipazione di tutti che siamo riusciti nell’intento – continua l’organizzatrice – ormai dobbiamo accettare che la nostra città non è più in bianco e nero ma è sempre più colorata. La vogliamo più moderna, più solidale, ma soprattutto noi migranti vogliamo partecipare. Quindi vinciamo l’indifferenza”. Anche il vescovo Cantafora, omaggiato con pane e sale, come secondo le tradizioni Ucraine, ha posto l’accento sul concetto di accoglienza, su cui si gioca il nostro essere cristiani. “Se Lamezia tiene le porte chiuse rischia di soffocare”, conclude. E secondo l’assessore Scavelli, presente a fare le veci del sindaco, Lamezia nell’anno 2015 sarebbe stata “la città più accogliente della Calabria, con 5.300 migranti al suo interno, il 6% della nostra popolazione”. Pronunciandosi contro ogni forma di razzismo, la Scavelli dice espressamente che “l’amministrazione è felice che vivano qui quante più etnie possibile”.
Giulia De Sensi
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