San Giovanni in Fiore - Dei problemi dell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore è stato investito l’arcivescovo metropolita di Cosenza, Francesco Nolè. Lo hanno fatto i parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle, Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni, con una lettera indirizzata non solo al presule, ma anche a papa Francesco, al presidente del Centro internazionale di studi gioachimiti, Riccardo Succurro, e al sindaco di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro. I parlamentari hanno denunciato il degrado, l’abbandono e l’uso improprio della struttura. Hanno invitato monsignor Nolè a “un atteggiamento conseguente rispetto alle irregolarità che hanno portato all’incredibile avviamento di un’attività di lucro nell’importantissimo edificio religioso medievale” e ad agire per un suo effettivo recupero. I parlamentari del M5S, tra l’altro, si sono soffermati sui danni subiti dal complesso florense: dal furto di quadri antichi a incomprensibili lungaggini giudiziarie, fino all’immobilismo del comune di San Giovanni in Fiore, che non avrebbe mai agito rispetto all’indebita variazione della categoria catastale di una parte del monumento.
“L’Abbazia Florense - hanno scritto nella loro lettera gli esponenti del Movimento 5 Stelle - è sede giubilare, ma versa in condizioni di abbandono e degrado cagionate da ripetuti abusi, silenzi, lentezza della giustizia e disinteresse diffuso. Eppure, la figura e l’opera di Gioacchino da Fiore sono oggi ancora più attuali, in un tempo di mancanza di riferimenti, di sovversione, violenza, corruzione e perdita della speranza, cui la Chiesa di papa Francesco reagisce guardando all’umanità sofferente, alle ragioni dell'ambiente e al rispetto delle regole”. “Paradossalmente - hanno, infine, rilevato - a fronte dell'immobilismo delle istituzioni civili si registra l’utilizzo dell’immagine di Gioacchino da Fiore come simbolo nella nuova tessera del settore giovanile del Pd di San Giovanni in Fiore; il che è, con immediata evidenza, del tutto improprio e finanche pericoloso, in quanto Gioacchino da Fiore non apparteneva a partiti né, data l’universalità del suo messaggio, può essere identificativo di una fazione politica”. (lmp)
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