“U.S. Palmese”: la febbre a 90° dei Manetti Bros. proiettata in anteprima a Maida

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Maida - “Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé”. Una sensazione, quella descritta da Nick Hornby in “Febbre A 90°”, comune a molti, perché, in effetti, difficile trovare qualcosa di altrettanto travolgente quanto la passione per il calcio a certe latitudini. Vale per inglesi, italiani, tedeschi e tanti altri, vale per qualsiasi categoria: dalla Serie A ai Dilettanti, nel caso specifico, anche per l’Eccellenza. “Una malattia, per chi gioca e per chi lo guarda” che ha spinto i Manetti Bros. a recuperare quell’allure romantica ormai oscurata da contratti faraonici e calciatori sempre più simili a brand, dando vita a un insolito, almeno per la loro filmografia, feel-good movie dedicato addirittura alla U.S. Palmese, la squadra della città natale della loro mamma. Palmi che diventa il curioso locus amoenus di una fiaba moderna come tante: una storia di ascesa, caduta e rinascita nel più improbabile dei contesti (dalla Champions League all’Eccellenza in un batter di ciglia), inverosimile nel racconto ma terribilmente credibile nei contenuti, perché, in fin dei conti, anche una poetica corrosiva come quella dei fratelli Manetti, talvolta, può lasciar spazio ai buoni sentimenti. Non mancano la consueta dose di ironia e la solita attitudine stracult (dall’enfatizzazione di momenti cruciali sul terreno di gioco à la Holly & Benji al gruppetto di palmisani attorno al deus ex machina della vicenda, don Vincenzo, interpretato da Rocco Papaleo), ma si tratta, in questo caso, di sprazzi di una cifra stilistica abbastanza trattenuta, ora al servizio di una favola affine, con le dovute proporzioni, ai toni ottimisti del cinema di Frank Capra. Già, ottimismo, soprattutto quando si tratta di inseguire i propri sogni, per quanto iperbolici, o ritrovare sé stessi: qualcosa di cui tutti, forse, hanno un gran bisogno.

Il film, realizzato con il sostegno, tra gli altri, della Calabria Film Commission, è stato presentato in anteprima ieri sera al “The Space Cinema” di Maida, anticipato dai saluti dei due registi, di buona parte del cast (Rocco Papaleo, Blaise Afonso, Giulia Maenza e Max Mazzotta) e delle diverse forze a sostegno del progetto. “Sono molto contento di essere qui – esordisce Papaleo – nella regione cugina della mia Basilicata. Tengo molto a questo film per diversi motivi, innanzitutto perché, oltre a restituire al calcio un certo romanticismo ormai smarrito, racconta un sogno sulla carta irrealizzabile e questo è un chiaro messaggio per la Calabria e tutto il Sud. Dobbiamo sognare in grande, perché niente è impossibile. Un film che, tra l’altro, mostra un Meridione diverso, di cui abbiamo bisogno. Uno specchio in cui specchiare la nostra bellezza”.

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A proposito di bellezza, altro messaggio importante è poi quello dei fratelli Manetti: “Siamo palmisani da parte di madre, quindi teniamo molto alla Calabria, una regione che ha tanto da offrire. Anche nel campo dello spettacolo, come dimostrato dal gran lavoro della Calabria Film Commission, la quale, investendo un bel po’ di risorse nel cinema, investe innanzitutto sul territorio, creando posti di lavoro e portando un indotto indiretto. Il problema è che a volte siamo proprio noi calabresi i primi a lamentarci, ma sbagliamo. Dobbiamo crederci di più, perché questa regione è un posto bellissimo”. Film Commission rappresentata, tra gli altri, dal Presidente Anton Giulio Grande, il quale, dopo aver porto i saluti della grande assente della serata, Claudia Gerini, ha sottolineato la partnership virtuosa con i due registi romani: “Non è la nostra prima collaborazione con i fratelli Manetti, era già successo con “Diabolik”, ma questo lungometraggio credo sia tra i migliori in assoluto della Film Commission e anche un motivo di grande orgoglio, poiché parliamo di un film totalmente girato in Calabria. Il risultato è una commedia dalla grande sensibilità, che accarezza le anime, e ringrazio vivamente sia i Manetti Bros. sia tutte le persone che hanno contribuito alla sua realizzazione”. Presenti, in sala, anche i veri giocatori della Palmese, attualmente impegnata nel girone A del campionato di Eccellenza con la Vigor Lamezia, più volte tirata in ballo nel corso del film. L’ennesimo cortocircuito dai risvolti esilaranti per un’opera dal valore universale dedicata a chi soffre di quella strana patologia: una febbre a 90°.
“U.S. Palmese” uscirà nella sale italiane il 20 marzo.

Francesco Sacco

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