‘Ndrangheta, processo Rinascita Scott: 15 condanne in appello e 5 assoluzioni definitive

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Catanzaro -  Sono 15 le pene concordate in secondo grado tra Procura e difensori che hanno ottenuto il via libera dalla Corte d’Appello nel maxiprocesso Rinascita Scott contro la ‘ndrangheta del Vibonese. Questa la sentenza e le condanne della Corte: 7 anni e un mese Onofrio Barbieri, di Sant’Onofrio, divenuto collaboratore di giustizia (16 anni in primo grado); 12 anni e 5 mesi Robert Lazaj, albanese (18 anni e 6 mesi in primo grado); 9 anni Loris Palmisano, di Vibo Valentia (14 anni e 2 mesi in primo grado); 10 anni e 8 mesi Giuseppe Barbieri di Sant’Onofrio (16 anni in primo grado); 12 anni e 5 mesi Domenico Tomaino di Vibo (17 anni e 4 mesi in primo grado); 10 anni e 8 mesi Giuseppe Mangone di Mileto (16 anni in primo grado); 13 anni e 7 mesi Marco Ferraro di Vibo (20 anni in primo grado); 6 anni e 6 mesi Sandro Ganino di Acquaro (10 anni in primo grado); 12 anni e 4 mesi Domenico Polito di Tropea (18 anni e 6 mesi in primo grado); 12 anni e 2 mesi Antonio Lo Bianco di Vibo (18 anni e 2 mesi in primo grado); 12 anni Gaetano Molino, di Limbadi (18 anni in primo grado); un anno e 10 mesi Maria Piperno di Vibo (2 anni e 8 mesi in primo grado); 19 anni Salvatore Morelli di Vibo (28 anni e 4 mesi in primo grado); 16 anni Antonio La Rosa di Tropea (24 anni in primo grado). Un anno e 8 mesi la condanna per l’avvocato di Lamezia Terme Giulio Calabretta in quanto inammissibile per tardività il suo ricorso in appello

Sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro per alcuni imputati del maxiprocesso Rinascita Scott per i quali la Procura ha rinunciato all’appello. Escono dal processo di secondo grado e le assoluzioni diventano definitive: l’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo (chiesti in primo grado 18 anni, difeso dagli avvocati Armando Veneto e Vincenzo Trungadi); la dirigente del settore Urbanistica del Comune di Pizzo, Maria Alfonsina Stuppia (chiesti in primo grado 2 anni, avvocato Vincenzo Ioppoli); Daniele Pulitano, di Pizzo (chiesti in primo grado 17 anni, avvocato Giovanni Vecchio); l’ex comandante della polizia municipale di Pizzo Enrico Caria (chiesti in primo grado 17 anni, avvocato Bruno Poggio); l’ex assessore di Pizzo, Pasquale Marino (chiesti in primo grado 3 anni). Gli imputati erano stati tutti assolti in primo grado dal Tribunale di Vibo. Nel frattempo il reato di abuso d’ufficio è stato abrogato dal governo e da qui la rinuncia del pm all’appello.

Per Gianluca Callipo, la procura ha rinunciato all’Appello pure per la contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Tribunale di Vibo nell’assolvere Callipo aveva sottolineato in sentenza “l’emergere di una condotta tutt’altro che trasparente dell’imputato Gianluca Callipo che ha mostrato di acconsentire a contatti e rapporti con esponenti della consorteria criminale ed in primis con Salvatore Mazzotta, verosimilmente con l’intento di ottenerne il consenso in vista delle consultazioni elettorali. Insufficiente però la prova per individuare lo specifico e consapevole contributo che Callipo avrebbe fornito alla consorteria”.

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