Lamezia, definitiva la sentenza Eumenidi su gestione Sacal: nelle motivazioni il perché delle assoluzioni

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Lamezia Terme - La procura non presenta appello e diventa, dunque, definitiva l'assoluzione per tutti coloro che sono stati imputati nel processo "Eumenidi", l'inchiesta che nel 2017 ha messo sotto la lente la Sacal, società che oggi gestisce i tre aeroporti calabresi, e all'epoca solo quello di Lamezia Terme, ipotizzando nei confronti dei vertici societari, di dirigenti, di esponenti delle istituzioni e non solo una serie di reati come abuso d'ufficio, peculato, traffico di influenze e più anomalie nella gestione delle assunzioni, incluso nel programma di Garanzia giovani.

Il processo di primo grado si è chiuso con l'assoluzione di tutti gli imputati (Massimo Colosimo, Ester Michienzi, Pierluigi Mancuso, Sabrina Mileto, Angela Astorino, Floriano Noto, Giuseppe Vincenzo Mancuso, Vincenzo Bruno, Giuseppe Mancini, Floriano Siniscalco, Emanuele Ionà, Bruno Vincenzo Scalzo, Gianpaolo Bevilacqua, Marcello Mendicino, Pasquale Clericò, Pasquale Torquato) dopo una vicenda giudiziaria molto lunga durata quattro anni nelle aule giudiziarie e con lunghi stop e rinvii, provocati anche dall'emergenza pandemica.

E a sette anni dall'inizio dell'inchiesta, a novembre del 2023 è arrivata la pronuncia del tribunale di Lamezia Terme firmata dal presidente del collegio Adele Foresta con la quale sedici persone sono state scagionate da tutte le accuse con la formula "perché il fatto non sussiste", con la stessa procura a sollecitare l'assoluzione, nel corso dell'udienza che ha preceduto il verdetto.

Ora la sentenza diventa definitiva, scaduti i termini per un eventuale appello da parte della procura di Lamezia e nel contempo sono state depositate le motivazioni della sentenza. In 65 pagine il collegio giudicante spiega il perché tutte le ipotesi di reato - dalla corruzione al peculato, alla contestata manomissione delle assunzioni con "Garanzia giovani" - non abbiano trovato fondamento nello svolgimento del processo, i magistrati parlano ripetutamente di "carenza di prove", di "attendibilità delle ricostruzioni degli avvocati e delle posizioni espresse nel dibattimento dagli imputati", di "condotte che non configurano reato", a tal punto da arrivare alla pronuncia per tutti con la formula "perché il fatto non sussiste".

Si chiude così quello che è stato un vero terremoto giudiziario con varie misure cautelari a carico dei vertici della società Sacal, da cui scaturirono 21 richieste di rinvio a giudizio da parte della procura. Nel collegio difensivo - tra gli altri - gli avvocati Lucio Canzoniere, Francesco Gambardella, Nicola Cantafora, Massimo Scuteri, Antonio Larussa, Enzo Ioppoli, Antonio Siniscalchi, Danilo Iannelli, Aldo Ferraro, Ramona Gualtieri e, per le parti civili, Sacal con l’avvocato Michele Cerminara, il Comune di Lamezia con l’avvocato Caterina Restuccia, la Regione Calabria con l'avvocato Rosario Giuffrè e la Provincia di Catanzaro con l’avvocato Bruno Talarico.

G.V.

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