Emergenza lingua blu anche per allevatori di Lamezia: “In atto contromisure ma decine di focolai in tutta la Calabria”

allevamento-capirini-brucellosi-gen-2014-ok_7a736_decc4_9b237.jpg

Lamezia Terme - Continua in Calabria l’emergenza Blue Tongue, o Lingua Blu, patologia dei ruminanti che in questo periodo sta creando allarme fra gli allevatori, senza risparmiare il territorio lametino, da cui è partita una delegazione qualche giorno fa per partecipare alla manifestazione di Isola Capo Rizzuto. Spiega i risvolti della situazione, e le sue ricadute a livello locale, la dottoressa Filomena Citraro, direttore di ARA (Associazione Regionale Allevatori), con sede a Lamezia. “La Blue tongue è una patologia virale infettiva, non contagiosa, che si trasmette attraverso le punture di piccoli insetti ematofagi del genere Culicoides”, chiarisce Citraro, “Colpisce ruminanti domestici e selvatici, in particolare pecore e bovini, ed è causata da un Orbivirus della famiglia Reoviridae (BTV), di cui esistono 26 sierotipi. Mentre negli ovini la malattia provoca febbre, infiammazione delle mucose e cianosi della lingua, nei bovini l'infezione è generalmente asintomatica, ma con una lunga durata della viremia”.

Ma quali sono e quali saranno gli effetti dell’epidemia sull’economia del territorio? “La malattia” spiega ancora Citraro, “ha un significativo impatto economico, soprattutto per le restrizioni sui movimenti del bestiame infetto e le perdite di produttività. Nel territorio lametino, e in tutta la Calabria, la situazione degli allevatori riguardo all'incidenza della Blue tongue è preoccupante, con oltre 80 focolai già censiti nella regione e migliaia di capi infetti. L’area più colpita è quella di Crotone. Come Associazione Allevatori, abbiamo riscontrato una forte preoccupazione tra i nostri associati a causa dell'impatto economico e sanitario della malattia e stiamo lavorando per fornire aggiornamenti costanti, supporto tecnico e coordinamento con le autorità per gestire i focolai e ridurre i rischi per gli allevamenti. Le istituzioni stanno implementando diverse misure per affrontare l'emergenza e l'ARA Calabria è in prima linea nel supporto agli allevatori, collaborando attivamente con le autorità competenti. La nostra priorità è tutelare la salute degli animali e garantire la sostenibilità del settore zootecnico, attraverso campagne di sensibilizzazione e assistenza tecnica mirata”.

Dunque, una risposta pronta all’emergenza. Ma non si tratta di un problema nuovo. “Negli anni precedenti” continua Citraro, “si sono già verificati diversi focolai di Blue tongue, in Calabria e in altre regioni italiane. L'Italia meridionale, inclusa la Calabria, è particolarmente vulnerabile a causa delle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione degli insetti vettori del virus. Uno dei focolai più significativi in Calabria è avvenuto nel 2014, quando il sierotipo BTV-1 ha colpito la regione, causando gravi danni al settore zootecnico. Esistono naturalmente dei vaccini contro la Blue tongue: vengono utilizzati principalmente vaccini inattivati e vaccini vivi attenuati, sviluppati per alcuni dei sierotipi del virus Blue tongue (BTV). Tuttavia, a causa della diversità dei sierotipi (ne esistono 26), i vaccini sono specifici per il sierotipo; quindi, è importante individuare quale sierotipo è presente in un'area per poter utilizzare il vaccino più efficace”.

Già definita a livello regionale la messa in atto di contromisure per far fronte al problema, discusse nella riunione di giovedì scorso alla Cittadella Regionale fra l’Assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e i direttori generali dei Dipartimenti Agricoltura e Salute, Giuseppe Iiritano e Tommaso Calabrò, e il commissario dell’Asp di Crotone, Antonio Brambilla. In programma, attività di disinfestazione all’interno degli ovili, indennizzi per i capi perduti, acquisto e somministrazione dei vaccini destinati a rallentare il propagarsi dell’epidemia.

Giulia De Sensi

© RIPRODUZIONE RISERVATA