A Lamezia iniziativa Cgil su autonomia differenziata e istruzione: "Legge deleteria, in Calabria persi già 30mila studenti"

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Lamezia Terme - "Una legge che va cancellata perché rischia di minare profondamente la coesione sociale, a partire da scuola e sanità, ma soprattutto perché rappresenterebbe un problema per tutto il Paese anche sul versante produttivo e dello sviluppo. Queste sono le ragioni che ci hanno portato a un'iniziativa straordinaria, stiamo raccogliendo le firme, in realtà abbiamo già raggiunto i 500 mila firmatari per il referendum abrogativo e quindi crediamo che i prossimi mesi saranno dedicati a spiegare in modo minuzioso alle persone quanto questo progetto di legge sia dannoso per i cittadini e per le cittadine". Lo ha dichiarato la Segretaria generale nazionale Flc Cgil Gianna Fracassi a margine dell'iniziativa “Avvio anno scolastico 2024-2025 tra Autonomia Differenziata, premierato e RSU”, organizzata della Cgil Calabria nella sede di Unioncamere Calabria a Lamezia Terme. La segretaria nazionale si soffermata sulle ricadute che la legge Calderoli potrebbe produrre sul sistema-scuola.

"Potrebbe succedere che, poiché non ci sono risorse - è scritto chiaramente nella legge - , ognuno fa per sé, cioè laddove hai dei divari già profondi, rimangono ovviamente, e al contrario non garantisci o non sei più in grado di garantire il diritto all'istruzione, che vorrei ricordarlo, è un diritto universale per tutti e per tutte, quindi io credo che questo sia l'elemento più ingiusto. Oltre al fatto che si prefigurano 20 sistemi di istruzione diversi, perché qui il tema non è soltanto il personale, il problema è che, devolvendo alle norme generali dell'istruzione, si sta dicendo che dai programmi ai cicli agli orari, qualunque cosa può essere decisa autonomamente dalle regioni, in maniera diversa ovviamente da regione a regione. Tutto questo non va bene e va fermato".

Secondo il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato "il settore dell’istruzione è quello che potrebbe avere più ricadute negative. Non voglio parlare di quello che disse qualche mese fa il ministro Valditara, anticipando anche ipotesi di gabbie salariali, sappiamo bene che 20 sistemi di istruzione scolastica in 20 regioni significherebbe la parcellizzazione dell’istruzione e della cultura che dovrebbe essere invece un asse fondamentale della coesione e dell’unità nazionale del Paese. Immaginate – ha detto ancora Sposato – che i docenti del Nord possano guadagnare tre volte in più rispetti ai docenti del Sud, già abbiamo un abbandono progressivo legato alla carenza di lavoro e alla emigrazione soprattutto degli intellettuali e del sistema dei docenti, degli infermieri, dei medici, cosa significa se le altre regioni decidono autonomamente di pagare di più gli insegnanti? Significa un esodo che già c’è dal Sud e questa è una delle preoccupazioni principali che abbiamo".

In termini numerici, per quanto riguarda la Calabria, i rischi maggiori secondo Mimmo Denaro, segretario Generale Flc Cgil Calabria, riguardano il dimensionamento scolastico, "vedremo quali effetti provocherà nei prossimi mesi anche perché non si punta ad ottimizzare il sistema ma a penalizzarlo e già si stanno creando situazioni di forte disagio che si amplificheranno senza dubbio nella gestione di questo nuovo anno scolastico". Altra criticità calabrese è il deficit strutturale "sul quale ci sarà tutta la volontà per cercare di superarli anche attraverso le risorse del Pnrr, però per come oggi è pensata l’autonomia differenziata, che non è un’autonomia regionale, non ha nulla a che fare con il regionalismo, crediamo che sarà molto molto difficile". Il problema dei problemi in Calabria, secondo Denaro, è quello del calo demografico. "Un problema enorme, noi in questa regione abbiamo perso negli ultimi 4 anni quasi 30.000 studenti. Questo è un dato preoccupante sia perché il calo demografico, unito allo spopolamento delle aree interne non consentirà di attivare quella bella proposta che è l’invito alla restanza perché restare in questa regione in queste condizioni non è semplice per chi ci vuole rimanere. Sia perché, se non si agevolano le politiche di inclusione, siamo alle porte dell’Europa e quindi la nostra è una regione che per prima ha il dovere dell’accoglienza, quindi si deve cambiare direzione e in questo caso ieri devo dire che il presidente Occhiuto ha fatto anche dei passaggi molto importanti".

B.M.

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