Lamezia, Comitato Difendiamo la Costituzione: “Successo campagna per referendum contro autonomia differenziata anche grazie al mondo cattolico”

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Lamezia Terme - La campagna referendaria per chiedere l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, in due mesi, estivi e destinati per lo più alle ferie, è riuscita, malgrado tutto, ad avvicinarci, brillantemente, all'obiettivo del milione di firme, ben oltre il quorum richiesto di 500 mila. Mario De Grazia, del coordinatore Comitato "Difendiamo la Costituzione" si chiede, pertanto, “come è stato possibile un risultato siffatto? Si chiedono molti osservatori politici, sociali e molte agenzie di comunicazione”. E, analizza quanto sta accadendo: “Chi questa avventura democratica e partecipativa l'ha vissuta direttamente nei gazebo e tra i tavolinetti organizzati nelle tante e diverse  periferie del Paese, l'ha capito bene, avendo avuto modo di cogliere direttamente l'umore e il disappunto della gente, almeno quella informata, che pur tra malumori, proteste e contestazioni nei confronti della politica in genere, esprimeva una forte volontà di cancellare questa legge ingiusta, divisiva, devastante per i servizi alla persona, soprattutto nel Mezzogiorno. Lungo le settimane di impegno nella raccolta delle firme, si è avvertito subito che a protestare non c'erano i soliti: il popolo della sinistra, i sindacati, gli studenti e i centri sociali, ma tanti cittadini, donne e uomini, e tante associazioni laiche e cattoliche, tanti parroci, suore e finanche vescovi che esprimevano preoccupati  giudizi contro quella che veniva definita "la secessione dei ricchi".

Sull'autonomia differenziata, il governo Meloni e la maggioranza parlamentare che lo sostiene avevano certamente  messo in conto l'opposizione di tutto il centrosinistra, di gran parte del Sindacato e della maggioranza dei professori costituzionalisti (Gustavo Zegrebelsky, Michele Ainis, Giovanni Flich, Andrea Cardone e tanti altri), un po' meno i giudizi negativi della Banca d'Italia,  di Istituti di ricerca economico-finanziaria, dello Svimez e di una parte rilevante della stessa Confindustria. Mai, però, avrebbero pensato che contro questa legge insorgesse, all'unisono, il mondo cattolico, la CEI e le Conferenze episcopali regionali, al Nord come al Sud, a Roma come a Firenze, a Milano come a Reggio Calabria e nella nostra Lamezia”.

“Il governo – prosegue De Grazia - che, sin dal suo nascere, aveva ripreso il motto del ventennio fascista "Dio, Patria e Famiglia", si accorge tardi e con grande sorpresa che la Chiesa, non solo non è d'accordo, ma si oppone con determinazione, senza se e senza ma, all'autonomia differenziata! Così dal Centro alle periferie del Paese, i Vescovi, e con essi, le Acli, l'Azione Cattolica, gli Scout e tante parrocchie, prendono posizione contro questa legge ritenendola uno strumento della secessione dei ricchi, antiunitaria,  contraria alla sussidiarietà, alla solidarietà e per questo divisiva, ingiusta, anticostituzionale e del tutto contraria al Vangelo della corresponsabilità e della Carità. La CEI con il suo presidente card. Zuppi, già prima dell'approvazione del Parlamento metteva in guardia il governo manifestando in una nota la forte preoccupazione che la legge: "Può accentuare, alla luce delle disuguaglianze già esistenti, gli squilibri tra i territori, tra centri e periferie, rischiando di minare le basi del vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni che è presidio al principio dell'unità della Repubblica".

Mons. Savino, arcivescovo di Cassano allo Jonio e vice presidente Cei: "L'Autonomia differenziata rischia di creare due Italie: una prospera, l'altra abbandonata a sé stessa... E si rischia pure un Far West tra quelle povere, in quanto le poche risorse e l’arbitrarietà con cui saranno assegnate, innescheranno gelosie e quindi conflittualità". Mons. Cecchinato arcivescovo Di Cosenza: "Questa legge promuove i primi della classe e abbandona quelli che fanno fatica a camminare. Senza dimenticare che lo stesso Nord d'Italia, senza il Sud diventa più solo e povero in Europa e nel mondo". Ancora, il presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia afferma: "Con l'autonomia differenziata non si fa altro che creare 20 staterelli diversi con leggi differenti senza garantire  gli elementi essenziali per la vita e la cittadinanza delle persone". Marco Cariati, responsabile regionale Scout, in convegno a Lamezia: " Dinnanzi all'autonomia differenziata non possiamo restare indifferenti, bisogna trovare vie perché si maturi la consapevolezza che il paese avrà un futuro solo se tutti insieme sapremo tessere e ritessere intenzionalmente legami di solidarietà, a tutti i livelli".

Per De Grazia, del coordinamento “nemmeno Mons. Parisi Vescovo di Lamezia Terme le manda a dire.  "Con l'autonomia differenziata si vogliono istituzionalizzare le pesanti differenze economiche e sociali del Paese... C'è il rischio effettivo che il Sud diventi una zavorra e che alla lunga porti giù tutto il Paese...Minori entrate pubbliche per la Calabria saranno un colpo definitivo alla sanità, alla scuola, ai trasporti... Dinanzi a questi gravi pericoli, la Chiesa e con essa i Vescovi, non possono che alzare la voce. Lo impone la testimonianza al Vangelo".  Meloni e Salvini gridano quasi allo scandalo, accusano i Vescovi di non aver letto la legge o di averla letta male, se non, addirittura, di essere ingenui strumenti della sinistra. È del tutto evidente che la "cultura" sovranista, populista e nazionalista di questa destra, sempre radicata negli slogans "prima noi, prima gli Italiani, prima i Padani", non li ha aiutati a capire che la Chiesa non è un partito, né è collaterale a qualcuno, ma per suo mandato, di fronte alle chiusure e ai muri costruisce ponti e sceglie sempre di stare  dall' altra "parte". Essendo essa cattolica, cioè universale, si rivolge a tutte le nazioni, a tutti gli uomini, nessuno escluso e, pertanto, non può che essere dalla "parte" di coloro che sono privati dei diritti importanti alla salute, alla scuola, dei bambini meridionali che si vedono già negare la gratuità del vaccino contro la bronchiolite, dei disoccupati cronici e dei giovani laureati e diplomati  senza lavoro, che vivono con meno opportunità e maggiore povertà. Molto probabilmente continueranno a non capire, anche su altre impellenti questioni, che la Chiesa di Gesù di Nazareth, di fronte alle disumane guerre, non potrà che essere dalla parte dei costruttori instancabili di pace, così come, nei confronti di chi respinge, in mare o in terra, coloro che fuggono dalla guerra e dalla povertà, non potrà che essere dalla parte di chi accoglie” conclude il coordinatore Comitato "Difendiamo la Costituzione".

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