Migranti sfruttati come manodopera e ragazze georgiane reclutate sui social, 9 arresti della Polizia a Crotone

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Crotone - La Polizia di Stato di Crotone ha arrestato nove persone con l'accusa di avere fatto parte di un'organizzazione che favoriva il reclutamento, l'ingresso e la permanenza sul territorio nazionale di cittadini georgiani da utilizzare come forza lavoro in condizioni di sfruttamento. Gli arresti sono stati fatti dalla Squadra mobile di Crotone in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda. Le persone coinvolte nell'operazione sono sette di nazionalità giorgiana e due italiana. Per quattro é stata disposta la custodia cautelare in carcere e per cinque i domiciliari.

L'operazione é stata eseguita tra le province di Crotone e Catanzaro. L'attività d'indagine è stata svolta della Squadra mobile di Crotone con il coordinamento del Servizio centrale operativo con l'intervento, nella fase esecutiva, dei reparti Prevenzione crimine di Cosenza e Vibo Valentia. Altri tre presunti appartenenti all'organizzazione criminale che si trovano all'estero, destinatari anche loro di misure cautelari, vengono ricercati con la partecipazione del personale del Servizio per la cooperazione internazionale della Polizia di Stato (Divisione Interpol). 

Le indagini hanno consentito anche di individuare le persone che, nell'ambito dell'organizzazione, si occupavano di condurre le donne dalla Georgia in Italia, accompagnandole in alcune abitazioni nei comuni di Botricello e Cutro, in modo da essere a disposizione dell'organizzazione, oppure direttamente dai datori di lavoro, che sfruttavano le loro prestazioni lavorative eludendo ogni forma di contratto. Nell'ambito dell'operazione è stato anche disposto il sequestro dei quattro immobili a Botricello e Cutro utilizzati come base logistica in cui fare soggiornare le donne in attesa della loro collocazione lavorativa.

Ragazze georgiane reclutate sui social, a capo un crotonese

Ragazze georgiane reclutate sui social, a capo un crotonese. Le ragazze venivano reclutate con annunci sui social e una volta giunte in Italia dovevano pagare 500 euro per lavorare, per lo più come badanti o cameriere senza alcun contratto. E’ quanto emerge dall’indagine della Squadra mobile di Crotone che questa mattina ha portato all'esecuzione di 9 ordinanze cautelari (quattro in carcere e cinque ai domiciliari) chieste dalla Dda di Catanzaro per altrettante persone accusate di avere fatto parte di un'organizzazione che favoriva il reclutamento, l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale di cittadini georgiani da utilizzare come forza lavoro in condizioni di sfruttamento.

L'operazione è il risultato di una complessa indagine condotta dalla squadra Mobile di Crotone che nel 2022 aveva ricevuto la denuncia di una ragazza georgiana, attirata da un annuncio su facebook che prometteva lavoro in Italia. Al suo arrivo era stata messa in una safe house a Botricello con altre dieci connazionali, le era stato sottratto il passaporto e chiesti 700 euro per le spese di viaggio. Inoltre le venivano chieste 10 euro al giorno di affitto e 2 euro a pasto. La ragazza era stata mandata poi a lavorare, senza alcun contratto, presso una famiglia. Attraverso una copiosa attività di intercettazione, la visione di decine di ore di filmati dalle telecamere di videosorveglianza, pedinamenti, analisi dei siti web, localizzazione di veicoli tramite satellite, la squadra Mobile ha messo in luce il modus operandi dell'organizzazione che faceva capo a un crotonese, il quale coordinava le attività di tre donne georgiane che da tempo erano in Calabria che scrivevano gli annunci sui social e si occupavano della gestione delle ragazze che arrivavano in Italia. Ragazze che per lavorare dovevano pagare 500 euro. Le georgiane venivano fatte lavorare come badanti o cameriere senza alcun contratto. L'indagine ha verificato almeno una trentina di casi di donne che venivano attratte con l'inganno in Italia per essere sfruttate. Il gip di Catanzaro ha disposto anche il sequestro di due safe house a Botricello e due a Steccato di Cutro.

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