Lamezia Terme - Parole per raccontarsi, per riflettere, per far riflettere, nel nuovo libro di Red Canzian “Centoparole per raccontare una vita” edito da Sperling & Kupfer, che sarà presentato al Teatro Costabile il 31 gennaio alle 17:30. Strumentista, bassista, compositore storico dei Pooh, Canzian dialogherà con la presidente dell’accademia di Belle Arti di Catanzaro Stefania Mancuso, alla presenza del sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, dell’assessore alla Cultura Annalisa Spinelli, della direttrice del Museo Archeologico Lametino Simona Bruni.
“Il Museo è per noi non solo un’istituzione ma un contenitore”, ha spiegato Bruni accogliendo Canzian, “un luogo che racconta la città, storie di uomini e di donne, testimonianze non silenti che portano con sé emozioni, evoluzioni, passi che in fondo ci hanno attraversato, perché in fondo noi siamo la storia. Partecipare alla presentazione di questo libro dunque ci rende felici, perché è una cura per l’anima”. Ѐ d’accordo Stefania Mancuso che definisce Canzian “un artista poliedrico e volitivo che ha voluto sperimentarsi nella letteratura, e ha compiuto un esperimento interessante, non un’autobiografia ma una storia scritta in frammenti, idea geniale in un tempo in cui i libri hanno difficoltà ad essere letti”.
E Lamezia dunque figura fra le tappe del book tour di questo lavoro, grazie anche alla disponibilità dell’amministrazione, rappresentata in conferenza stampa dall’assessore Spinelli, la quale si è detta “felice di poter accogliere qui un pezzo di Storia della Musica Italiana”, e ha fatto riferimento al titolo di “Lamezia città che legge” legato ad una serie di iniziative realizzate anche grazie al contributo di realtà come il Museo. Grande la gioia di Canzian di fare tappa in Calabria: “Una terra che amo molto” dice, “quella di tanti miei collaboratori, con un libro che vorrei fosse portato ai giovani, che devono capire il senso della bellezza e smettere di andare via da qui. Il messaggio del mio lavoro è che nella vita è possibile farcela, perché io ce l’ho fatta partendo veramente da poco: ero povero, vivevo in una casa di due stanze, ma avevo due genitori fantastici che sono stati i miei primi fan: mio padre mi comprò la prima chitarra con 5.000 lire, e la pagò a rate. Io da allora promisi a me stesso che sarei diventato un musicista perché volevo dimostrargli che quei soldi erano stati ben spesi. Ogni parola contenuta nel libro, dalla A di Abbracci alla Zeta di Zante, il mio cane, vuole prendere per mano il lettore e portarlo in un viaggio di riflessione, spingerlo a ritrovarsi. Non ho volutamente citato la parola Amore, ma ho preferito spalmarla in tanti dei miei capitoli. Ho invece avvicinato la parola Musica e la Anima: entrambe sono immateriali, non sappiamo di cosa siano fatte, e per questo sono simili e uniche”.
Giulia De Sensi
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