L’indagine lampo che ha riportato Sofia ai genitori, polizia Cosenza: "Una festa a casa degli arrestati per arrivo neonato"

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Cosenza – Uno straordinario lavoro di investigazione, velocità e precisione ha consentito ieri alla polizia di Cosenza di riportare la piccola Sofia tra le braccia dei genitori nell’arco di poche ore, dopo essere stata rapita attorno alle 18 . È il capo della Squadra mobile Gabriele Presti a spiegare i dettagli delle ore da brivido, che hanno tenuto tutta la Calabria con il fiato sospeso, dopo il rapimento della neonata all’interno della clinica Sacro cuore di Cosenza da parte di un uomo e una donna arrestati ieri sera. Fondamentale l’uso delle telecamere di videosorveglianza della struttura sanitaria, che hanno consentito agli agenti di risalire in pochissimo all’auto usata dalla coppia arrestata e poi all’abitazione dove i poliziotti si sono trovati davanti una scena quasi surreale, ovvero un fiocco azzurro e una festa di nascita in procinto di iniziare.

"Quando siamo entrati in casa abbiamo visto prima un fiocco di colore azzurro e quando abbiamo bussato abbiamo visto degli ospiti che erano lì per i festeggiamenti di una nascita". Sono le parole del commissario di Polizia Claudio Sole che ha preso tra le braccia la piccola. Rosa Vespa, 51enne di Cosenza, è stata arrestata ieri sera assieme al marito Aqua Moses, 43enne di origini senegalesi dai poliziotti della Questura di Cosenza. "Appena entrati - ha spiegato Sole parlando con i giornalisti - abbiamo visto le persone incredule e anche il marito della donna. Ma su di lui questo aspetto è da valutare. Poi ho chiesto alla donna dove fosse la bambina e lei mi ha indicato una camera dove c'era una culla con la piccola che era vestita di azzurro. Era tutto addobbato per un maschietto. La donna poi è caduta in un mutismo. Quando abbiamo preso la bimba l'emozione ha preso il sopravvento sulla tensione che abbiamo avuto. Io per primo l'ho presa in braccio e non l'ho più lasciata. Ci sono indagini in corso anche per capire quanto il marito fosse a conoscenza che quella bimba non era sua figlia. Ci è stato riferito da una donna che la persona arrestata aveva probabilmente già provato a prendere un altro neonato, ma sono tutti elementi da valutare e da vagliare con attenzione". Il commissario ha aggiunto che "la donna non si è opposta. Ha solo indicato la stanza con la culla".

La piccola oggi fa rientro a casa

Sta bene, ha mangiato e in mattinata sarà dimessa dall'ospedale dell'Annunziata di Cosenza dove era stata portata ieri sera per una serie di controlli dopo quanto le è accaduto, la neonata rapita e ritrovata dopo alcune ore dalla Polizia. Il padre e la nonna l'andranno a prendere all'Annunziata e poi dovrebbero andare a casa dopo avere preso anche la mamma che stamani dovrebbe uscire dalla clinica. "I genitori sono stanchi ma felici" ha detto la nonna.

"Neonata vittima casuale, nessun contatto famiglie"

La neonata sequestrata ieri sera a Cosenza e ritrovata dopo circa tre ore dalla Polizia, è stata una "vittima casuale" dal momento che "nessun contatto" è emerso "tra la famiglia della piccola e i coniugi" che sono stati sottoposti a fermo. A dirlo è stato il capo della Squadra mobile di Cosenza Gabriele Presti incontrando i giornalisti in Questura. Il funzionario ha anche sottolineato che le "indagini si concentreranno anche sulla sicurezza del punto nascite" della clinica Sacro cuore dove il rapimento è avvenuto.

Ricostruendo quanto accaduto, Presti ha riferito che la donna fermata, Rosa Vespa, ha detto alla mamma della neonata di essere una "puericultrice e inoltre indossava la mascherina. Questo - ha aggiunto - ha fatto guadagnare tempo alla coppia". Il poliziotto ha poi spiegato che "è oggetto di accertamento se abbia o meno bussato ad altre stanza ma di certo è rimasta diverso tempo all'interno" della struttura, e che ci sono "indagini anche per capire se avesse fatto sopralluoghi" nei giorni precedenti dopo che sarebbe emerso che ieri avrebbe stazionato per diverse ore nelle vicinanze della clinica. Riguardi alla figura del marito di Rosa Vespa, Acqua Moses, apparso ignaro di quanto realmente era accaduto ad alcuni investigatori, Presti ha riferito che la "posizione del marito è da stabilire, ma sicuramente era presente nel momento dell'atto". Il capo della Squadra mobile ha quindi sottolineato che "descrizioni, servizi di video sorveglianza e conoscenza approfondita del territorio sono stati gli elementi che hanno portato alla risoluzione del caso".

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