Falerna - “Si è concluso nei giorni scorsi il calvario Giudiziario che ha visto l’architetto Emilio Barletta di Falerna, difeso dall’avvocato Raffaele Mastroianni, protagonista nella qualità di indagato prima e imputato poi, di un lungo processo iniziato nel 2016. All’architetto Barletta venivano contestati i reati di truffa e falso” è quanto si legge in una nota del legale.
“Tutto traeva origine – spiega - da una denuncia da parte di un consigliere Comunale del Comune di Falerna, avversario politico del professionista e da una successiva denuncia anonima. Si celebravano una serie di udienze dinnanzi al GIP del Tribunale di Lamezia Terme nel corso delle quali , anche su istanza dell’Avv. Raffaele Mastroianni, veniva nominato un CTU. Nella successiva fase di conferimento incarico il Giudice ammetteva i quesiti proposti dal nominato difensore”.
“All’esito di una minuziosa e lunga fase peritale con numerosi accessi sui luoghi di causa e presso gli uffici Comunali, il CTU – informa il legale dell’architetto Barletta - depositava elaborato peritale e, contestualmente, rendeva chiarimenti al GIP procedente. L’ ausiliario del Giudice demoliva l’ipotesi accusatoria della Polizia Giudiziaria che, evidentemente, era stata tratta in errore dal contenuto macroscopicamente inveritiero delle denunce. Si pensi che I denuncianti, per come emerso dalla predetta CTU, addebitavano all’architetto Emilio Barletta anche la rovina di alcuni manufatti Comunali nella edificazione dei quali il professionista non aveva rivestito alcun ruolo.
Per finire, si legge nella perizia disposta dal GIP, non lavori in meno rispetto a quelli previsti e conteggiati ma lavorazioni in più senza esborso da parte dell’Ente”.
“L’ipotizzato reato di truffa non passava neppure il filtro dell’udienza preliminare per evidente insussistenza dello stesso. Per la rimanente ipotesi di reato contestata, nei giorni scorsi, pur in presenza di testi del PM, che avrebbero dovuto chiarire le incongruenze investigative emerse in sede peritale, il Giudice emetteva Sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Si tratta di un estenuante percorso processuale sofferto ingiustamente da un professionista che ha patito gravi danni in termini umani e professionali e, ciò malgrado, non ha mai cessato di nutrire fiducia nella Giustizia”.
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