"Riorganizzare guardie mediche in Calabria, mancano medici e serve servizio più efficace": la presa di posizione del sindacato FMT

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Catanzaro - Il commento di Francesco Esposito, segretario nazionale di FMT sul nuovo Accordo Regionale (Air) della medicina generale, dopo le polemiche di questi giorni: “Più che di chiusura delle postazioni di guardia medica, parlerei di una complessiva riorganizzazione del servizio, come previsto dagli accordi nazionali (Acn), ma con una grande attenzione alla realtà della Calabria. L’accordo regionale, infatti, pur tra mille difficoltà, recepisce quelle indicazioni ma le declina alle esigenze della Regione e risponde a tre fattori: riorganizzare e ottimizzare la sanità sul territorio, tutelare i cittadini con una presenza capillare ma più efficace, fare fronte alla cronica carenza di professionisti”. 

“Ma andiamo con ordine - spiega - la prima questione da affrontare è la carenza di medici che investe il nostro Paese e che non consente di mantenere alcuni ambulatori. Il nuovo Acn stabilisce che ci sia un medico ogni 5 mila abitanti e una postazione di guardia medica con 4 medici e con un bacino 20mila abitanti. Ma in Calabria non sarà così. Al momento nella nostra regione, è bene ricordarlo, abbiamo strutture in molti piccoli paesi, anche con una presenza di abitanti di gran lunga inferiore e molte di queste sono senza medico, quindi esistono solo nominalmente e in modo precario. Serve un cambio di rotta. La seconda questione è la necessità di migliorare l’assistenza sanitaria puntando sulle cosiddette Aggregazioni Funzionali Territoriali, aperte dalle 8 alle 24 (con medici presenti), sulle COT (Centrali Operative Territoriali nei Distretti) e sul numero di assistenza telefonica 116 e 117, che garantirà il servizio h24 con medici ed altre figure professionali, in sinergia con la guardia medica stessa e con il 118 (per i codici gialli e rossi), sulla base della gravità della chiamata”.

“Urge una messa regime - conclude - ed è strategico puntare ad una ottimizzazione e una riconversione della rete di assistenza a tutela dei cittadini, nessun abbandono o demedicalizzazione del territorio. Il cambiamento spesso fa paura, ma lo status quo non risponde alle reali esigenze dei calabresi e alle stesse proposte dei medici del settore. È il momento di fare un salto di qualità, di modernizzare”.

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