Lamezia Terme - "Se le ricerche si fossero fermate al calar delle prime ombre della sera come può accadere in seguito all'impossibilità di proseguire, staremmo a parlare di un'altra tragica morte di un cittadino della nostra comunità". Il giorno dopo, la soddisfazione nei volti degli agenti del commissariato di Lamezia Terme è palpabile, c'è quasi un'aria di festa. Il racconto di come si è arrivati ad individuare Gennaro Mendicino di 44 anni, scomparso nella notte precedente da Lamezia, è segnato dalla forte emozione e condiviso, perché vissuto in prima persona, dal primo dirigente del commissariato, Antonio Turi.
VIDEO
In particolare tra gli agenti dell'Ufficio investigazioni generali e operazioni speciali (Uigos) protagonisti di quella che si può definire, senza retorica, "la vittoria della tenacia", della volontà di non lasciare nulla al caso, nulla di intentato. Non capita spesso di imbattersi in un ambiente delle forze dell'ordine sereno, se non altro per il lavoro difficile che quotidianamente si fa. Il via vai del personale, le richieste dei cittadini per svariati motivi, il telefono del centralino che squilla. Insomma, in apparenza la "solita" routine di un giorno qualunque, tra disbrigo pratiche e segnalazioni. Il cronista che fa visita in quegli uffici si trova ad ascoltare e a prendere visione di immagini davvero inaspettate da togliere il fiato. E non capita sovente nemmeno di vedere un primo dirigente alzarsi le maniche della giacca e mettersi al fianco dei "suoi uomini" per setacciare centimetro dopo centimetro una vasta aerea che dire impervia è un eufemismo.
Dopo la denuncia della scomparsa dell'uomo, in commissariato si sono susseguite più riunioni: vi era la consapevolezza che con impegno e caparbietà, la sfida si potesse vincere. Certo, bisognava agire in fretta e mettersi in movimento. Tante pattuglie, tanti uomini a percorrere il tratto autostradale che da Lamezia porta fino all'uscita di Altilia Grimaldi: la zona dove viene agganciato il telefono cellulare dell'uomo è quella. Si va verso l'interno con tutta l'ansia e l'imponderabilità del caso: ok, il telefono è da quelle parti. Ma il disperso è pure lì? O no? Le Volanti percorrono la strada stretta e tortuosa perché verso Conflenti purtroppo le vie di accesso non sono certo degne di essere chiamate tali. Eppure si deve andare. La giornata avanza tra l'apprensione dei familiari e la ricerca. Lì, in quei sentieri e tornanti da incubo. La conformazione del terreno è davvero da brividi. A transitare con le auto, anche più volte, non ci si rende conto, c'è bisogno di altro, di una "strategia", del "fiuto" che, per quanto banale in apparenza, alla fine darà i frutti sperati.
Alcuni agenti, infatti, decidono di scendere dalle Volanti e percorre la strada a piedi. Davvero centimetro dopo centimetro. Certo, ci vuole più tempo, e il tempo mai come in questo caso è prezioso. Una curva, l'assenza del guardrail. Qualcuno dei ragazzi di Antonio Turi si avvicina, sbircia con fare meticoloso e attento: i segni degli pneumatici di un'auto sono ancora "vivi", si intuisce che un mezzo è "passato" sopra l'erba. Pur col fiatone, gli agenti si inoltrano verso un dirupo. Fra la sorpresa, l'ansia e un primo bagliore di felicità si intravede un'auto capovolta, la Toyota Corolla di Mendicino. Ma è lontana ancora, e c'è bisogno di aiuto. Con l'ausilio del "Pilota Apr" e la corretta individuazione del mezzo in quel dirupo profondo quasi 50 metri, bisogna comunque accertarsi delle condizioni dell'uomo.
Quindi, l'arrivo dei soccorsi, i Vigili del fuoco che avviano tutte le operazioni necessarie al recupero e al salvataggio dell'uomo. È vivo! L'operazione salvataggio riuscita. Lo stesso personale del 118 ammette: ancora poche ore in quelle condizioni, incastrato nell'auto, e per l'uomo sarebbe arrivata la fine. In queste ore sono molti gli attestati di stima nei confronti degli agenti del commissariato lametino e del dirigente Turi per aver salvato la vita al nostro concittadino. L'apprezzamento per quanto è stato fatto, non è un "mero" resoconto di cronaca ma rappresenta, senza ipocrisia, il ringraziamento dei lametini verso quegli agenti che sono un patrimonio per la sicurezza della città.
A.C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA