Lamezia Terme - Un eroe dal volto umano, che chiama “figlioli” i suoi soldati e li invita a tenere cara la propria vita : questa l’immagine di Arturo Cassoli emersa dalla conferenza e dalla mostra al museo archeologico, che si collocano nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale e che commemorano la vita e la morte, avvenuta il 21 Ottobre 1915 presso monte S. Michele a Bosco Cappuccio - località del Carso – di questo comandante di brigata, medaglia d’oro al valor militare e illustre antenato di Arturo Perugini. Lo ha ricordato con commozione il pronipote Basilio, presidente dell’associazione Impegno Civico, in una serata presentata da Teresa Benincasa che ha visto sul palco di Teatro Umberto il sindaco Mascaro e il prefetto Latella, gli studiosi Mario Saccà e Lucio Leone, l’avvocato Bloise, pronipote di un altro caduto della brigata Catanzaro, il tenente Alberti. Presenti in sala il consigliere regionale Scalzo e il vescovo Cantafora, che ha inaugurato la mostra, contenente più di 150 documenti e cimeli d’epoca.
Padre calzolaio e madre dedita ad opere pie, un fratello sacerdote morto giovane, Cassoli nasce a Ferrara nel 1856, e subito dopo la maturità classica si arruola volontario facendo, grazie alle sue doti d’intelligenza e di spirito, una brillante e fulminea carriera che lo porta a girare l’Italia e a conoscere a Napoli il futuro re Vittorio Emanuele III, che gli resterà amico, e poi, a S. Pietro allo Ionio, la baronessa Rosa Bilotta, che sposerà, trasferendosi di fatto e divenendo calabrese d’adozione. Al ricordo della sua morte eroica sul fronte del Carso si unisce, nelle parole degli storici, quello delle medaglie d’oro meritate dal tenente Alberti e da Elvidio Borelli, ma anche la memoria di moltissimi altri – 230 i caduti, solo a Lamezia - e Mascaro decide di allargare la cerchia “a tutti coloro che cadono per un’idea o un’ideale, quelli che giornalmente difendono con eroismo i valori della legalità, della solidarietà, dell’accoglienza”. Un pensiero va naturalmente anche alla discendenza di Cassoli, cioè a quel Perugini già ricordato anche in campagna elettorale, e alla sua idea di città. Anche il prefetto Latella ha parole di lode nei confronti degli ideali rappresentati da Cassoli, che non poco hanno contribuito alla costruzione di un’idea unitaria di nazione. La serata è stata introdotta dall’esibizione al flauto dolce dei bambini dell’Istituto Teresa Augruso e arricchito dalle performance della voce recitante Gaetano Montalto accompagnato al mandolino da Giovanni Cimino.
Giulia De Sensi
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