Lamezia, amore per la terra e promozione del territorio nell’incontro con Franca Crudo all’Antico Mulino delle Fate

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Lamezia Terme - Si inscrive nella rassegna di eventi “Autunno in Festa” voluta dall’Associazione “Amici dell’Antico Mulino delle Fate”, in collaborazione con l’Associazione Nazionale “Mulini Storici”, l’incontro con Franca Crudo, nota sui social come Donna Franca, anti-influencer impegnata nel trasmettere l’amore per la terra, per le tradizioni e per il territorio, sia virtualmente che attraverso le numerose iniziative della sua associazione.

Tale realtà, ormai affermata, nasce per valorizzare le grotte Basiliane e le molte altre risorse di Zungri, paese natale di Franca, ed è denominata “Asfalantea”, dal nome antico della ginestra selvatica che cresce fra le rocce scavate della sua vallata, simbolo femminile di forza e resilienza, delicatezza e collaborazione. Introdotta da un intervento del presidente dell’”Associazione Amici dell’Antico Mulino delle Fate” Fabio Aiello, Franca ha raccontato la propria storia, dialogando a lungo con lo scrittore e naturalista Francesco Bevilacqua, in un incontro animato dai canti tradizionali eseguiti alla chitarra dal tenore Giancarlo Paola. 

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Una storia di impegno e amore per il lavoro, quella di Franca, che nasce in una famiglia contadina di Zungri e viene allevata a contatto con la terra e con gli animali: elementi che ama da subito e di cui riconosce il valore come risorsa ancestrale e presupposto di una vita sana e piena. “Ho vissuto felice portando al pascolo le pecore fino a 14 anni”, spiega con l’inconfondibile parlata tradizionale, illustrando i giochi da maschiaccio della propria infanzia e il fortissimo legame con il padre, dal quale è stata “educata con i proverbi”, che infiorano tuttora di saggezza ogni suo discorso. Dopo aver lavorato per alcuni anni nella macelleria del fratello, Franca a 26 anni di sposa, e apre con il marito un negozio di bomboniere – “perché ho sempre amato la bellezza” – che diventa presto una fiorente attività commerciale con più punti vendita, cui si aggiunge anche una gioielleria, oggi in gestione alla figlia. Ma Franca ama la terra, e alla terra desidera tornare.

Oltretutto non sa stare ferma, è piena di idee, e dopo una breve parentesi musicale – “pure la musica ho sempre amato” – durante la quale fonda una banda tutta al femminile che si esibisce ovunque con grande successo, decide di dedicarsi con tutta sé stessa alla sua vera passione: la promozione del proprio territorio e delle sue tradizioni. Nasce così “Asfalantea”, un’idea testarda, proprio come un fiore cresciuto sulla roccia: “Un fiore robusto”, spiega Franca, “che non ha bisogno di terra fertile o di acqua in abbondanza, che non richiede nulla dall’esterno: forte come una donna”.  

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Con i suoi soci di “Asfalantea” – “non solo anziani ma anche tanti giovani” – Franca recupera cinque sementi di grani antichi e insegna ad unire la farina integrale con il lievito madre, recuperato da un’anziana di Papaglionti che le farà dono anche di una treccia d’aglio: non un aglio qualunque, ma una specie antica, tipica di quel territorio e molto pregiata, che Franca recupera e che oggi usa per aromatizzare il pane insieme all’olio e al rosmarino. Lo stesso pane che in grandi quantità ha portato da degustare al Mulino delle Fate, insieme ad altri prodotti di sua produzione disponibili alla vendita, fra cui il pregiatissimo profumo all’essenza di ginestra.

Nasce così una sinergia fra associazioni, che con il sostegno del Mulino e dei suoi associati, si propone di dare una mano a Franca per portare ad “Asfalantea” dei nuovi animali da fattoria. “Franca è un esempio eloquente”, secondo Bevilacqua, “di come in Calabria si possa rimanere, e fare delle cose utili, senza pensare continuamente che “qui non c’è niente”: serve solo un pizzico di sana follia per andare oltre i luoghi comuni, per fare ciò che gli altri credono impossibile”. Un esempio fra i tanti che il Mulino ha voluto portare a Lamezia durante la rassegna, per diffondere il valore e la bellezza del territorio, e combattere quella che Bevilacqua definisce “amnesia dei luoghi”. “Dobbiamo amare la terra”, conclude a questo proposito Franca Crudo, “perché la terra ci dà tutto: è il nostro vivere e il nostro futuro. Dobbiamo ritornare alla terra, smettere di usare la plastica: non lasciamo ai nostri figli un mondo malato”.

Giulia De Sensi

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