Catanzaro - Il 16 marzo scorso, negli spazi della filiale di Catanzaro della Banca Montepaone, è stata inaugurata la mostra personale "Max Marra. Corpi di Materia e di cielo", curata dal critico Teodolinda Coltellaro, visitabile fino al 31 maggio 2024. “La serata inaugurale - raccontano in una nota - è stata salutata da un grande successo di pubblico che ha apprezzato il lavoro creativo del Maestro paolano attraverso la selezione espositiva delle opere offerte alla visione. L’evento è stato introdotto dal Presidente della Fondazione Banca Montepaone, Dott. Giovanni Caridi, che ha analizzato il percorso fin qui svolto nell’ambito del progetto “Art Cube - Spazio per la Cultura”, sottolineando la qualità di quanto proposto e la bontà dell’idea che si sta sviluppando, ossia portare gli artisti e le loro opere nella quotidianità dei luoghi il lavoro, offrendo ad un più ampio e variegato pubblico di fruitori la possibilità di approcciarsi all’arte contemporanea al di là degli spazi comunemente adibiti a tale funzione”. Il critico Teodolinda Coltellaro ha offerto una coinvolgente narrazione della mostra che, oltre ad affondare l’analisi della sostanza linguistica delle opere, ha offerto attraverso esse una lettura che rimanda sempre e comunque ad una motivazione etica di fondo. Ha, inoltre, ribadito l’importanza dei valori essenziali della memoria affermando come “nel silenzio delle cose l’artista colga il canto profondo della materia che, da costruttore d’armonie, trasforma, plasma, sublima in oggetti poetici. Le sue opere sanno di scultura e di pittura senza esserlo, riecheggiano tracciati concettuali, di informale-materico, rievocano sentieri di un’arte povera che scava nelle emozioni, degli altri e proprie, un’arte che cura le ferite della quotidianità”.
L’artista Max Marra, nel suo intervento, dopo aver ricordato che “che l’opera è gravità di materia, è corpo sensibile che rimanda ai valori essenziali dell’esistere”, ha spiegato che ancora oggi combatte con la materia. “La materia è un corpo e noi siamo circondati da corpi che soffrono, oggi più di ieri. L’artista deve essere trasmettitore di valori, valori umani. La ferita suturata è un valore umano. Noi dobbiamo essere capaci di alleviare le ferite degli altri attraverso la poesia dell’arte. Proprio per questo quello che facciamo non è facile. Ma la penitenza non è mai troppa per sognare il cielo e la sua purezza”.
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