Baker Hughes rinuncia al sito nel porto di Corigliano, in fumo 200 assunzioni

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Corigliano Rossano (Cosenza) - Paradosso Calabria. In una regione assetata di posti di lavoro, non ci saranno duecento assunzioni che sarebbero derivate dall'investimento che Baker Hughes aveva programmato nel porto di Corigliano Calabro. L'azienda di tecnologia al servizio dell'energia e dell'industria, che in Italia opera principalmente attraverso la società Nuovo Pignone, ha reso noto, infatti, con un comunicato, "di avere formalmente provveduto a presentare all'Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la rinuncia al rilascio della concessione per la costruzione di un sito industriale nello scalo portuale coriglianese. L'incertezza legata ai tempi di sviluppo, rallentati da un ricorso dell'Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, e quindi il venire meno delle condizioni temporali necessarie per realizzare il progetto come inizialmente concepito, inclusa la concentrazione di tutte le attività in un'unica area idonea ad ospitarle, cioè la banchina, sono alla base di questa difficile ma purtroppo inevitabile decisione. Baker Hughes l'ha assunta con grande rammarico, nonostante le risorse impiegate e il grande impegno dedicato nel corso dell'ultimo anno e mezzo al confronto e all'ascolto degli attori del territorio: istituzioni, parti sociali e società civile". L'azienda, comunque, assicura che non abbandonerà la Calabria, dove, tra l'altro, é presente nel porto di Vibo Valentia.

"A fronte di questa mancata espansione nella regione e per poter rispondere alle esigenze dei clienti nei tempi appropriati - aggiunge Baker Hughes - la società sta valutando soluzioni interne di medio termine per garantire la continuità del business. Confermiamo gli investimenti annunciati nello stabilimento di Vibo Valentia, che consentiranno di potenziarne la capacità produttiva e realizzare nuove infrastrutture, a testimonianza del ruolo della Calabria nelle strategie aziendali e nella filiera globale di Baker Hughes. L'azienda riconosce e apprezza l'impegno, la disponibilità e la collaborazione offerte al progetto nelle numerose e frequenti interazioni da parte di Regione Calabria, Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Zes, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confindustria, organizzazioni sindacali e quanti altri siano stati coinvolti nel percorso". La rinuncia di Baker Hughes é stata duramente commentata dal presidente dell'Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli. "L'Autorità - afferma Agostinelli - aveva fortemente voluto il progetto industriale di Baker Hughes, con l'appoggio convinto della Regione Calabria, degli industriali, di tutto il fronte sindacale e anche della società civile. Al di là di un incomprensibile e ingiustificato formalismo procedurale, la verità è che la Giunta comunale di Corigliano-Rossano ha dimostrato, nei fatti, che non voleva l'insediamento industriale in un porto deserto da 40 anni, condannandolo ad altri 100 anni di solitudine. Hanno detto no ad un'imperdibile occasione di sviluppo nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale. Hanno detto no a duecento posti di lavoro ed a duecento giovani che da domani prenderanno la via del nord per cercare la loro occupazione. Chi non ha voluto che questo progetto si insediasse nel porto di Corigliano Calabro si goda questa tragica vittoria".

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