Lamezia Terme – Per la prima volta nella sua storia calcistica, la Vigor Lamezia riesce a vincere due campionati nel breve volgere di tre consecutive stagioni. Durante l’era di Alberto Spelta nella doppia veste di allenatore e giocatore, ovvero nella seconda metà degli anni 70’, i biancoverdi riuscirono, si, a centrare addirittura due promozioni di fila, ma se quella dall’allora Promozione Regionale alla serie D, conquistata con la vecchia denominazione di A.S. Nicastro, si materializzò sotto forma di primo posto finale, per la successiva, dalla D in C2, fu sufficiente chiudere terzi in virtù dell’allora riforma dei campionati, con la creazione della serie C2 e della C1 in sostituzione della vecchia serie C. Anche se servite “soltanto” a tirar fuori il club da quei tornei regionali nei quali si barcamenava da ormai quasi un decennio, vincere a distanza così ravvicinata non è comunque mai semplice, specie, poi, in una piazza esigente ed a cui la dea bendata aveva costantemente voltato le spalle nei precedenti tre abbondanti decenni. La Vigor Lamezia 2022-23, a guida Perrone prima e Saladino poi, nonché quella 2024-25, che ha invece visto avvicendarsi sulla panchina Fanello e Salerno, entrano, dunque, di diritto nella ultracentenaria storia del sodalizio biancoverde. Chi può fregiarsi di aver fatto parte di entrambe, è il direttore sportivo Antonio Morelli. Dopo essersi anch’egli inizialmente scontrato con quella sorta di fato avverso stazionante come una cappa sul sodalizio lametino, vedi terzo posto e mancata disputa dei play-off, per eccessivo distacco dalla seconda, nell’Eccellenza 2016-17, identico posizionamento, ed eliminazione in semifinale play-off, nel torneo di Promozione (girone A) 2018-19, nonché spareggio per il primo posto e spareggio play-off di Prima Categoria, entrambi persi, nell’annata 2021-22, alla lunga si è rifatto con gl’interessi, entrando a sua volta di diritto tra i diesse più vincenti della Vigor. Anche perché va ricordata pure la Coppa Italia regionale conquistata, nella finale del “Lorenzon” di Rende, contro lo Scalea a dicembre 2016. Trionfi ottenuti da Morelli, lametino doc e da sempre tifoso della Vigor, svolgendo, negli ultimi anni, sostanzialmente anche le mansioni di segretario addetto a tesseramenti e pratiche burocratiche.
Direttore, qual è stata la gara nella quale ha capito che per il primo posto, e conseguente salto in D, ormai la strada era completamente in discesa?
“Sono state le due consecutive affermazioni ai danni di Soriano e Paolana. Li mi sono convinto che la vittoria finale non ci sarebbe sfuggita”.
C’è stato un frangente, viceversa, in cui ha temuto di non farcela?
“Ho sempre avuto buone sensazioni sin dal ritiro estivo alla Giurranda. Certo, ci sono stati dei momenti difficili, duri. Quando, ad esempio, siamo stati in piena emergenza in davanti, non nascondo che un pochino le gambe mi sono tremate. Ma, ripeto, sostanzialmente sono sempre rimasto fiducioso ed ottimista”.
A suo avviso, per disputare un campionato perlomeno tranquillo in D, di quanti innesti ha bisogno l’attuale organico?
“Non ho ancora riflettutto a fondo su questo. Qualora dovessi essere riconfermato, vorrei non smembrare totalmente la rosa perché è un gruppo sano ed ormai molto coeso, con il quale è stato un piacere lavorare. Certo, in qualche reparto sicuramente serviranno elementi con più esperienza in D. L’idea di partenza, però, è quella di non stravolgere completamente la squadra”.
II calciatore che l’ha maggiormente sorpreso, in positivo, quest’anno?
“Potrà sembrare retorica, ma io sono contento di tutti i ragazzi della rosa. Chi più chi meno, hanno tutti contribuito a che si raggiungesse questo salto di categoria. Non mi sento, quindi, di fare nomi in particolare. Sono soddisfatto di ognuno di loro, dal più giovane al più grande. Hanno dimostrato attaccamento alla maglia e abnegazione, lavorando con serietà e professionalità”.
Qualche giocatore avversario che l’ha particolarmente impressionato?
“Romano del Bocale, l’under Calabrò della Rossanese, Guerrisi, esterno basso della Gioiese, o, ancora, il difensore centrale Andreano della Palmese, che già conoscevamo ma che quest’anno ha fatto particolarmente bene. Questo campionato ha fatto vedere un buon livello sia tra gli over che tra gli under”.
La squadra che è andata oltre le aspettative della vigilia e quella che, invece, ha deluso maggiormente?
“Premesso che nel girone di ritorno me ne sono piaciute diverse, vedi Palmese e Gioiese, la vera sorpresa in positivo, per quanto fatto dall’inizio alla fine del torneo, ritengo sia comunque stata la Rossanese. Alla vigilia nessuno la dava come una delle candidate alla vittoria finale e invece si è rivelata una nostra degna avversaria. Ci ha tenuto testa fino a tre giornate dalla fine e ormai chiuderà seconda, giocando, quindi, i play-off regionali in casa. La compagine che ha deluso di più direi la ReggioRavagnese. Vanta nomi importanti in organico e ritengo, non me ne vogliano gli amici di Reggio, che qualcosina in più avrebbe potuto fare”.
Torniamo in casa nostra, nella sue sin qui sette stagioni alla Vigor puo’ fregiarsi della conquista di ben tre titoli, senza contare la “quasi” promozione della scorsa stagione, posizionandosi di diritto tra i diesse più vincenti della storia di questo club. Quale dei tre è stato più bello?
“Vincere non è mai facile, ma è sempre bellissimo. Non c’è quindi un ricordo più o meno bello tra i tre trionfi. Aver conquistato la Coppa Italia regionale è stato qualcosa di unico,n dato che non la si era mai messa in bacheca prima. La vittoria del campionato di Promozione è stata altrettanto bella per due motivi: vuoi perché non c’è stata storia avendo la Vigor dominato (soprattutto nella seconda metà del torneo ndr), vuoi perché erano circa trentacinque anni che non si riusciva a chiudere al primo posto un campionato. Quest’ultimo successo, invece, di bello ha che finalmente, dopo quasi dieci anni, siamo riusciti a riportare la Vigor Lamezia laddove merita minimo di stare. Un glorioso blasone è stato riportato dove qualcuno probabilmente non voleva più che ci tornasse. Ciascuna di queste tre conquiste nasconde, insomma, una soddisfazione enorme, sia pur per aspetti diversi”.
Differenze e similitudini tra la Vigor 2022-23 e l’attuale?
“La prima è stata una squadra forte che ha dominato in lungo e in largo. L’attuale ha magari sofferto un po' di più. In comune è che sono stati entrambi dei gruppi veramente coesi, nei quali ognuno ha lavorato per se ma, al contempo, anche per i compagni. Hanno mostrato grande attaccamento ai colori biancoverdi. Trovo, insomma, parecchie similitudini e poche differenze. Ho sempre avuto a che fare con uomini che hanno risposto ogni volta presente, regalandomi tante soddisfazioni”.
La beffa di Bisceglie quanto è stata salutare, se così si può dire, in chiave di questa stagione?
“Di peggio non ti può accadere, calcisticamente parlando. E’ stato uno scherzo crudele del destino e non ti nascondo che pensarci mi provoca ancora oggi, nonostante il campionato nel frattempo vinto, dolore e sgomento. Anche perché sono convinto che avremmo certamente vinto la successiva finale contro il Costa d’Amalfi. Quella grandissima delusione ci ha comunque insegnato una cosa che spesso tutti noi tendiamo un po' a trascurare nel gioco del calcio. Vale a dire che non bisogna mai dare niente per scontato fino all’ultimo secondo di una gara. E infatti quest’anno più di una l’abbiamo invece vinta nei minuti di recupero (vedi gare interne con Rossanese e Castrovillari, ed esterna con il Rende ndr). A conferma che, quello che ti ruba, il calcio poi te lo restiuisce”.
Ha lavorato assieme a Carmine Donnarumma fino all’8 dicembre? Che “coabitazione” è stata?
“Non ho avuto alcun problema di coabitazione. Io poi ritengo che nella vita ci sia solo da imparare da chi ha più esperienza di te e da Donnarumma ho sicuramente tratto qualche insegnamento”.
Il suo rapporto, in riferimento a quest’ultima stagione, con mister Fanello prima e Salerno poi?
“Con entrambi ho lavorato con piacere. Ognuno ha dato il suo. Nella vittoria del campionato c’è stato anche il contributo di Danilo Fanello, così come Salerno ha poi saputo proseguire, e portare a termine con successo, il compito”.
Ferdinando Gaetano
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