Formia - Anestesista balla e scherza in sala operatoria mentre addormenta il paziente. Il tutto è stato ripreso da uno smartphone e il video è stato pubblicato in esclusiva da Repubblica. Protagonista dell’accaduto, all’interno di una clinica di Formia, un medico 63enne già imputato per omicidio colposo per la morte della 21enne di Lamezia Terme, Mariachiara Mete. Quel triste 24 giugno del 2019 la giovane si era, infatti, sottoposta ad un intervento di rinoplastica nella clinica del sud Pontino. Mariachiara è poi deceduta nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Latina, a seguito delle complicazioni sopraggiunte dopo l’intervento di rinoplastica eseguito una settimana prima nella clinica “La Casa del sole” di Formia. Durante l’intervento al naso, secondo quanto emerse, la giovane ha avuto un arresto cardiaco. Nel 2021 è partito il processo ancora in corso.
Lo specialista D.V., secondo quanto emerso dopo il rinvio a giudizio, dovrà rispondere dell’accusa di omicidio colposo “per aver cagionato per colpa la morte della 21enne, in particolare perché, nella qualità di anestesista che ha prestato la propria attività professionale durante l'intervento di rinoplastica estetica” cui la giovane si era sottoposta presso la clinica polispecialistica 'T. Costa' Casa del Sole – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio presentata a conclusione delle indagini preliminari dal sostituto procuratore del tribunale di Cassino, dottor Alfredo Mattei, ora accolta dal GUP – “per colpa consistita in negligenza e imperizia, in occasione dell'arresto cardiocircolatorio insorto nel corso dell'intervento chirurgico somministrava alla paziente in prima battuta atropina ed efedrina in luogo della adrenalina, poi infusa in un momento successivo, e ometteva di effettuare un immediato massaggio cardiaco esterno alla frequenza di 100/120 al minuto, praticandolo solo in una seconda fase al ritmo di 80/90 al minuto, sicché non si atteneva alle linee guida prescritte per la rianimazione e così determinava un ritardo nel ripristino della attività cardiaca, rilevata solo dopo tre minuti dall'inizio delle manovre rianimatorie, nonché nella perfusione cerebrale, con conseguente aggravamento del danno neurologico post-anossico, e per l'effetto con le condotte colpose sopra descritte concorreva a cagionare il decesso di Mete Mariachiara”.
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