Lamezia, Mascaro conferma disponibilità a ricandidarsi a sindaco. "Querelle sul terzo mandato non mi riguarda"

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Lamezia Terme - "Io ho dato la mia disponibilità e la mia volontà di continuare il percorso. Poi le consultazioni sono a livello più alto, rispetto a quello che può essere il mero candidato sindaco, quindi le consultazioni debbano esserci, e sono da ritenere a livello provinciale, regionale...". A parlare così, al Lametino, il sindaco uscente Paolo Mascaro che conferma quanto da noi più volte ipotizzato, ovvero la sua disponibilità a candidarsi per la terza volta a sindaco della città di Lamezia.

Una ricandidatura che, a meno di sorprese e proclami "solitari", dovrebbe essere alla fine espressione di tutto il centrodestra, se è vero che per molti degli "addetti" ai lavori, in vista delle consultazioni amministrative, i "distinguo" fra gli alleati si dovrebbero via via “smussare”. Cosa che nei prossimi giorni, e nelle prossime settimane, andremo a verificare anche nell'altra coalizione dopo l'istituzione del Tavolo del centrosinistra convocato dal Pd. Ma, tornando a Mascaro, abbiamo approfondito altri aspetti che lo riguardano, anche alla luce della sua scelta di abbandonare il cosiddetto "civismo" aderendo a Forza Italia e in merito alla "querelle" su un possibile stop al terzo mandato.

Ecco, lei è espressione dunque di Forza Italia e, visto che si vota pure a Reggio e a Crotone, le chiediamo: se il suo partito dovesse avanzare candidature in queste due città, la sua candidatura a Lamezia "correrebbe" qualche rischio?

"Su questo aspetto, la mia visione è che una coalizione tende a ricandidare il sindaco già uscente. Quando si è votato alle Regionali in Veneto non è che si è discusso che aspettava alla Lega, era uscente. Quando un giorno si andrà a votare su Catanzaro, Reggio, Cosenza, Vibo, cioè tutte città che sono in mano invece al centrosinistra, credo che ci sarà una giusta ripartizione. Ma la regola e la logica sono che, bene o male, la città dove già c'è il sindaco, che è espressione del partito, quel partito la mantiene. Faccio un esempio, se si vota a Lamezia e Reggio, non avrebbe tanto senso che Forza Italia dica: lascio Lamezia dove già ce l'ho, per un candito su Reggio".

Una ricandidatura che comunque potrà esserci al di là di “interpretazioni” di sentenze del Consiglio di Stato, laddove il riferimento è: doppio mandato sì, doppio mandato no?

"Premettendo che a mio parere comunque l'ipotesi dello scioglimento per infiltrazioni, quindi di un periodo commissariale che può essere quasi precostituito per evitare questi limiti dei divieti, è comunque un'ipotesi diversa e fa una frattura, una cesura da dover considerare il successivo come primo mandato. Però, fermo questo, e lo dico solo a livello un pò giuridico, per dilettarmi nella cosa giuridica, l'aspetto mio comunque è diverso perché io non ho i due anni, sei mesi e un giorno del primo mandato. Il comma 3 dell'articolo 51 dice che il doppio mandato si considera quando comunque si superano i due anni, sei mesi e un giorno, io non ho i due anni, sei mesi e un giorno nel primo mandato".

Quindi lei anche da questo punto di vista conferma che si può ricandidare?

"Sono tranquillo, indipendentemente da quella che può essere una querelle legislativa, se quel periodo commissariale interrompe o non interrompe, vale o non vale. A me il giorno manca, quindi non ci sono i due anni sei mesi e il giorno. La normativa è quella di evitare le cosiddette rendite di posizione, cioè di chi ha un periodo lungo di governo del territorio che tramite quel periodo lungo possa rendere un po' impari la lotta. Sono norme che sono state fatte soprattutto quando le situazioni dei Comuni erano diverse, quindi chi governava acquistava consenso perché poteva fare quello che voleva, lapidava soldi, faceva favori. Oggi che le situazioni sono diverse, governare di solito logora, non è più come un tempo. Quindi, non è vero che se non ci sono i due mandati eccetera eccetera, perché la gente si aspetta cose che non si possono fare, quindi in realtà i due mandati logorano non aiutano, però questa è".

A.C.

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