Lamezia Terme - È stato da poco pubblicato, per i tipi di Lebeg Edizioni, il libro dal titolo “Le notti ritrovate” contenente un racconto e altri testi dispersi del poeta Franco Costabile. Il volume, secondo numero della collana “Intrecci”, è a cura di Pasqualino Bongiovanni ed è frutto – come si legge in una Nota ai testi – di una più ampia ricerca sulla figura e l’opera del poeta Franco Costabile che egli ha condotto, a partire dal 2019, nell’ambito del Corso di Dottorato in Estudios Literarios presso l’Università Complutense di Madrid sotto la direzione della professoressa Mirella Marotta Peramos. Bongiovanni ha già avuto modo di presentare i testi contenuti in questo volume in diverse occasioni, tutte presso l’ateneo madrileno: durante i seminari interni al Corso di Dottorato, e nell’ambito del XIX Congresso della S.E.I. (Sociedad Española de Italianistas), tenutosi a Madrid il 14, 15 e 16 novembre 2023. In quest’ultima circostanza, con un intervento dal titolo “Franco Costabile: poesie disperse e inedite”, egli ha preso in esame quelle poesie non ancora menzionate negli studi su Costabile, ossia poesie rimaste disperse su varie pubblicazioni e di fatto sconosciute ai più, e poesie del tutto inedite.
Ecco quanto scrive Bongiovanni nella quarta di copertina di questo recentissimo volume: «“Le notti ritrovate” è un racconto di Franco Costabile (1924-1965) pubblicato nel 1951 sul settimanale “Voce del popolo” di Taranto, finora mai menzionato nelle pubblicazioni e negli studi dedicati al poeta. Si tratta, peraltro, del suo unico componimento narrativo pervenutoci. In questo volume sono presentati anche altri testi di Costabile dei quali non sembra esservi traccia nelle ricerche a lui specificamente riservate. Oltre a restituire importanti elementi di novità, tali testi contribuiscono a far luce sugli esordi poetici e narrativi del loro autore, collocandoli nell’àmbito dell’allora prestigioso Premio Taranto che Ungaretti considerò come «il più bel premio d’Italia».
Fonte di forti suggestioni sono anche le riflessioni di Costabile intorno alle pagine de “Il mestiere di vivere” di Pavese, soprattutto alla luce della tragica scelta che, tredici anni più tardi, egli stesso avrebbe compiuto. Nel finale dolcissimo di questo suo articolo, Costabile fa riferimento a un incontro che ebbe con Pavese: un dettaglio biografico di cui ancora non si era a conoscenza».
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