Reggio Calabria - Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è stato condannato dal Tribunale di Reggio Calabria a 1 anno e 4 mesi di reclusione per abuso d'ufficio e falso nel processo su presunti illeciti nelle procedure di affidamento del Grand Hotel Miramare. Condannati a un anno anche gli ex assessori Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti. Un anno di reclusione è stato inflitto anche al segretario comunale Giovanna Antonia Acquaviva, per la dirigente comunale Maria Luisa Spanò e per l'imprenditore Paolo Zagarella. Per effetto della condanna, il sindaco sarà sospeso dalla carica per 18 mesi per via della legge Severino.
Carmelo Versace nominato vicesindaco della Città Metropolitana
Il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha disposto l'atto di nomina del vicesindaco della Città Metropolitana che sarà Carmelo Versace. Il Vicesindaco Versace manterrà le deleghe delle quali si è fino ad oggi occupato. Il sindaco ha espresso un sincero ringraziamento per il lavoro svolto al già vicesindaco Armando Neri.
Paolo Brunetti nominato vicesindaco del Comune
Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha disposto l'atto di nomina del vicesindaco del Comune che sarà Paolo Brunetti. Brunetti manterrà le deleghe delle quali si è fino ad oggi occupato. Il sindaco Falcomatà ha espresso un sincero ringraziamento al già vicesindaco Prof. Tonino Perna che rimane comunque membro dell'esecutivo mantenendo le medesime deleghe.
Falcomatà: "Sereno, attività va avanti"
"La mia sospensione é prevista dalla legge, ma l'Amministrazione comunale, statene certi, andrà ugualmente avanti". Lo ha detto il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, commentando con i giornalisti la condanna per abuso d'ufficio ad un anno e 4 mesi di reclusione comminatagli dal Tribunale nel processo per l'affidamento ad un'associazione dell'immobile dell'ex Hotel Miramare. "Per quanto riguarda la sentenza, in merito alla quale aspettiamo di leggere le motivazioni - ha aggiunto Falcomatà - mi pare che il Tribunale abbia dato credito alla tesi della Procura per ciò che concerne il primo capo di imputazione riguardante l'abuso d'ufficio e abbia dato ragione a noi, invece, per quanto riguarda il secondo capo di imputazione riguardo l'ipotesi di falso che veniva contestata". "Sono stati sette anni molto duri. Adesso - ha detto ancora il sindaco - torniamo a casa, riabbracciamo le nostre famiglie e stiamo più tranquilli. Di certo, contro la sentenza, faremo ricorso in appello ma anche altro. Ci sono altri strumenti che potrebbero incidere sulla mia sospensione. C'è già un ricorso, per esempio, presentato alla Consulta sulla costituzionalità della legge Severino. In ogni caso, faremo tutto quello che è necessario e che è possibile in base all'ordinamento. Siamo tranquilli e andiamo avanti".
Condanna Falcomatà, Prefetto lo ha sospeso
Il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, ha sospeso il sindaco, Giuseppe Falcomatà, dalle cariche ricoperte in seguito alla condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione per abuso d'ufficio nel processo "Miramare". La decisione è stata presa in seguito alla comunicazione da parte della cancelleria del Tribunale di Reggio Calabria del dispositivo della sentenza di condanna di Falcomatà, che ricopriva le cariche di sindaco e sindaco della Città metropolitana. Oltre che per Falcomatà, il provvedimento di sospensione è stato adottato per i consiglieri comunali e metropolitani Armando Neri, Giuseppe Marino ed Antonino Zimbalatti; per il consigliere comunale Saverio Anghelone e per l'assessore comunale Giovanni Muraca, tutti condannati ad un anno di reclusione a conclusione dello stesso processo "Miramare".
Reazioni
Salvini: "Falcomatà si dimetta"
"Fra condanne, scandali, denunce di brogli e rifiuti ovunque, Falcomatà non molla la poltrona e lascia i cittadini di Reggio allo sbando: dimissioni!". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini
Abramo: "Sono sicuro che ne uscirà più forte di prima"
"Sono convinto che Giuseppe Falcomatà saprà dimostrare la propria assoluta estraneità ai fatti che gli sono contestati e che gli sono costati la condanna, in primo grado, da cui deriverà anche la sospensione in base alla legge Severino". Lo afferma, in una nota, il sindaco di Catanzaro dopo la condanna inflitta al sindaco di Reggio Calabria. "Pur sottolineando il profondo rispetto nell'operato della Magistratura, e senza voler esprimere giudizi in merito a quanto stabilito dal tribunale di Reggio - prosegue Abramo - non posso non sottolineare la mia più profonda solidarietà, umana e politica, a Giuseppe. Lo conosco da anni e, in virtù della collaborazione e della condivisione di idee e progetti che avevo con un gigante come il padre Italo, ho da decenni instaurato un fortissimo rapporto di amicizia con tutta la sua famiglia. Sono assolutamente sicuro che certe condotte non fanno parte del suo modo di essere, così come sono sicuro che darà battaglia in ogni altra sede possibile per ristabilire la verità e ritornare più forte di prima". "Glielo auguro di cuore - sostiene ancora il sindaco di Catanzaro - ma ribadisco pure come gli amministratori locali abbiano bisogno di norme più precise per essere meglio tutelati. I sindaci sono il primo punto di riferimento per i cittadini, ma anche quelli che pagano sulla propria pelle pur non avendo responsabilità dirette. Il Governo faccia qualcosa per difenderli".
Anci Calabria: "Rivedere legge Severino"
"Il direttivo di Anci Calabria, riunitosi nel pomeriggio a Siderno in seduta straordinaria per manifestare solidarietà all'amministrazione comunale, chiede una repentina rivisitazione della legge Severino affinché siano garantiti i principi costituzionali" e rileva "in merito alla sentenza di primo grado a carico del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomaltà, appare infatti improcrastinabile un intervento legislativo rispetto a un reato che è privo di indicazione di condotte specifiche risultando utilizzabile per qualsiasi condotta/atto amministrativo". Lo riferisce un comunicato dell'associazione dei Comune calabresi. "Emerge la necessità - è detto nel comunicato - di accelerare il processo di rivisitazione delle predette norme sia perché l'abuso d'ufficio è un reato estremamente fumoso e privo di tipizzazione della condotta e sia perché la legge Severino, che prevede la sospensione degli amministratori in caso di condanna anche solo di primo grado e, quindi, non definitiva, appare in palese contrasto con i principi costituzionali e comunitari relativi alla presunzione di innocenza. Per questo si chiede la discussione intorno tali temi così da accelerare su una problematica che, soprattutto a queste latitudini, impone una serie riflessione in merito all'esercizio democratico dei diritti costituzionali. Si ritiene infatti non più rimandabile il progetto di riforma di legge già in discussione in Parlamento".
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