Reggio Calabria - Un'operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, è in corso per l'esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di presunti capi storici, elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle cosche della 'ndrangheta De Stefano-Tegano e Libri operanti a Reggio Calabria. Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni in danno di imprenditori e commercianti, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo e dalla agevolazione mafiosa. Gli investigatori della Squadra mobile di Reggio e del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, coadiuvati dagli operatori dei Reparti prevenzione crimine e di altre Squadre mobili italiane, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni e alcuni sequestri di aziende. Impiegati circa 200 agenti. I particolari dell'operazione saranno resi noti alle 11 nel corso di una conferenza stampa nella Questura di Reggio dal procuratore Giovanni Bombardieri, dal direttore centrale anticrimine Francesco Messina, dal questore Maurizio Vallone e dal direttore centrale operativo Fausto Lamparelli.
Tra i 21 arrestati c'è anche il 39enne Giorgio De Stefano, imprenditore che vive a Milano, soprannominato “Malefix”, (nome dato dagli investigatori all'operazione odierna) compagno della showgirl Silvia Provvedi del duo “Le Donatella” da poco diventata mamma.
Dalle prime ore di questa mattina, nella provincia di Reggio Calabria ed in altre province d’Italia, con il supporto delle Squadre Mobili di Milano, Como, Napoli, Pesaro Urbino, Roma sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari delle storiche cosche della 'ndrangheta De Stefano-Tegano e Libri operanti nella città di Reggio Calabria. Le indagini svolte dalla Polizia di Stato - sotto le direttive dei magistrati della Dda di Reggio - documentano l’esistenza e l’operatività delle cosche, in posizione di preminenza nella città di Reggio e forniscono uno spaccato di rara chiarezza sulle gravi frizioni registratesi in seno al sodalizio criminale De Stefano - Tegano e tra detta consorteria e quella dei Libri rispetto alla spartizione degli ingenti proventi delle attività estorsive poste in essere in danno di operatori economici e commerciali del centro cittadino di Reggio Calabria.
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I NOMI
Giorgio De Stefano, nato a Milano 39 anni, residente a Reggio Calabria, (indagato per associazione mafiosa ed estorsione aggravata);
Carmine De Stefano, nato a Reggio Calabria 52 anni, (indagato per associazione mafiosa ed estorsione aggravata);
Orazio Maria Carmelo De Stefano, nato a Reggio Calabria 61 anni, detenuto per altra causa (indagato per associazione mafiosa);
Alfonso Molinetti, nato a Reggio Calabria 63 anni, detenuto in semilibertà, per altra causa, (indagato per associazione mafiosa);
Salvatore Giuseppe Molinetti, figlio di Alfonso, nato a Reggio Calabria 38 anni, (indagato per associazione mafiosa);
Luigi Molinetti, detto “Gino”, nato a Reggio Calabria 56 anni, (indagato per associazione mafiosa, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo aggravati);
Salvatore Giuseppe Molinetti, figlio di Gino, nato a Reggio Calabria 31 anni, (indagato per associazione mafiosa, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo aggravati);
Alfonso Molinetti, figlio di Gino, nato a Reggio Calabria, 25 anni, (indagato per associazione mafiosa);
Antonino Randisi, nato a Reggio Calabria 31 anni, (indagato per associazione mafiosa);
Maurizio Pasquale De Carlo, nato a Reggio Calabria 44 anni, (indagato per associazione mafiosa);
Salvatore Laganà, nato a Reggio Calabria 41 anni, (indagato per associazione mafiosa);
Antonio Serio, alias “Totuccio”, nato a Reggio Calabria 62 anni, (indagato per associazione mafiosa);
Achraf Aboulkhair detto Ashi, 24 anni a Scilla, (indagato per detenzione e porto illegale di arma comune da sparo aggravati);
Antonio Libri, nato a Reggio Calabria 37 anni, (indagato per associazione mafiosa, estorsione aggravata ed tentata estorsione aggravata);
Edaordo Mangiola, nato a Reggio Calabria 40 anni, (indagato per associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata ed estorsione aggravata);
Domenico Bruno, nato a Reggio Calabria 59 anni, (indagato per associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata);
Carmine Polimeni, nato a Reggio Calabria 40 anni, (indagato per associazione mafiosa ed estorsione aggravata);
Donatello Canzonieri, nato a Reggio Calabria 45 anni, detenuto per altra causa (indagato per associazione mafiosa);
Lorenzo Polimeno, nato a Reggio Calabria, 43 anni, detenuto per altra causa (indagato per associazione mafiosa);
Cosimo Bevilacqua, detto “Pappagallo”, nato a Reggio Calabria 51 anni, (indagato per associazione mafiosa);
Antonino Augusto Polimeni, nato a Reggio Calabria 27 anni, (indagato per associazione mafiosa).
Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari e un decreto di sequestro preventivo emesso dai magistrati titolari dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia a carico della seguente società: Savemich S.r.l. con sede a Roma, attiva dal 2016 nel settore edile per la progettazione e costruzione su aree proprie e di terzi di edifici residenziali e non residenziali, di cui è amministratore unico, nonché socio unico, Maurizio Pasquale De Carlo.
Il tentativo di scissione della famiglia Molinetti dalla casa madre De Stefano-Tegano di Archi
Attraverso il monitoraggio dei summit di 'ndrangheta, gli investigatori della Polizia di Stato hanno ricostruito le dinamiche criminali che regolano il funzionamento del locale di Archi e il tentativo di scissione della famiglia facente capo a Luigi Molinetti dalla casa madre dei De Stefano storicamente egemone anche nel centro della città di Reggio Calabria. La volontà di Gino Molinetti e dei suoi figli di rendersi autonomi dai De Stefano trovava le sue ragioni nel malcontento del gruppo familiare del Molinetti, consistente nella iniqua spartizione dei proventi estorsivi, nel mancato riconoscimento di avanzamenti gerarchici all’interno della organizzazione mafiosa, nella mancata elargizione di prebende che pretendevano in virtù degli anni di fedeltà e dedizione alla cosca, nell’avversione alle pretese espansionistiche dei Molinetti sul locale di Gallico. Il timore che i dissidi con Luigi Molinetti potessero degenerare in una scissione dagli esiti incerti e pericolosi, induceva i fratelli Carmine De Stefano e Giorgio e ad investire della delicata questione Alfonso Molinetti, fratello di Luigi, ritenuto uno dei loro alleati più fedeli.
I contrasti della famiglia De Stefano con i Libri
L’inchiesta della Dda di Reggio Calabria ha portato alla luce i forti attriti tra le cosche De Stefano-Tegano e Libri. Dalle attività tecniche è emerso che ciascuna consorteria raccoglieva le estorsioni secondo prassi che non tenevano conto degli accordi in base ai quali i proventi dovevano essere divisi tra le cosche di riferimento sul territorio. Dalle indagini è emerso, inoltre, che Antonio Libri, che aveva assunto le redini dell’omonima cosca dopo l’arresto dei capi, aveva saputo che - in occasione delle festività natalizie del 2017 - era stata raccolta da Carmine e Giorgio De Stefano una consistente somma di denaro (nell’ordine di alcune migliaia di euro), senza che nulla venisse corrisposto ai Libri. L’episodio estorsivo riguardava un noto imprenditore reggino della ristorazione, titolare anche di alcuni locali di intrattenimento. Di questo fatto Antonio Libri aveva informato Orazio Maria De Stefano, ritenuto esponente di vertice dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta nonché altri esponenti della famiglia federata dei Tegano, con alcuni dei quali avrebbe organizzato un summit per definire nuove e congiunte prospettive di profitto attraverso l’innovazione delle modalità operative estorsive ai danni degli operatori economici e la formazione di un gruppo misto costituito da appartenenti alle due distinte consorterie, una sorta di commissione tecnica con l’obiettivo di evitare sovrapposizioni e fraintendimenti e provvedere a un efficiente sistema di rastrellamento estorsivo lungo tutto l'asse del centro cittadino di Reggio in danno delle attività economiche, organizzando anche l'imposizione intimidatoria delle assunzioni da parte dei gestori di attività.
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