"So come ti senti!" Meglio tacere...

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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Nella società occidentale la morte, è diventata un vero e proprio tabù. La si evita, si finge che non esista, non se ne parla, quasi a alimentare con questo atteggiamento di rifiuto la paura.
Il rifiuto della morte, in nome, forse di un eterno benessere che è in realtà illusorio. E complica le cose anche quando si tratta di trovare le parole giuste per confortare le persone che l’hanno subita. Può accadere che si pronuncino frasi inutili. Del tipo “so come ti senti”, “vedrai che con il tempo starai meglio”, “in fondo è meglio così, aveva la sua età”. Formule che non aiutano chi soffre, ma che impediscono di esprimere il dolore, come se fosse sbagliato viverlo. Quasi che fosse un obbligo riprendersi il più in fretta possibile.

Il dolore, in psicologia, va accettato e vissuto. È normale che la persona pianga, si arrabbi, provi gelosia e invidia per chi sta bene. E’ inutile fingere il contrario o consigliare a chi soffre di calmarsi, di non piangere. Altro tasto dolente, evitare i paragoni, del tipo “so cosa provi”, perché è una falsità. Il dolore è un’emozione personale, e ognuno la vive a modo proprio. E se non sapete cosa dire, meglio tacere, e magari recuperare la vecchia abitudine delle lettere di condoglianze più efficace del messaggino sui social, anche perché rimangono nel tempo.

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