L’orrore di Cassano Jonio, per non dimenticare

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgSono passati quasi 15 giorni dall’orrore di Cassano Jonio, con un bimbo di 3 anni assassinato e poi bruciato in un’esecuzione mafiosa. “C’è bisogno di una risposta forte dello Stato anche con azioni speciali, potenziando gli organici delle forze dell'ordine e dei nuclei investigativi, garantendo un presidio militare del territorio”. È quanto ha chiesto la Cgil, in una lettera aperta alla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, sollecitando una visita dell'organismo in relazione al fattaccio di Cassano allo Jonio in cui sono state uccise tre persone.


“Ciò per assicurare - affermano Serena Sorrentino, della segreteria nazionale della Cgil, Michele Gravano, segretario generale calabrese e Angelo Sposato, segretario comprensoriale di Castrovillari - alla giustizia i responsabili e attenuare il potere economico e finanziario delle cosche, per dare sicurezza ai cittadini e liberare le forze economiche dall'oppressione dei clan. L'omicidio di un bimbo è atto barbaro e violento, che muove coscienze ed interrogativi. Ha creato sconcerto e allarme nell'opinione pubblica calabrese e nazionale ed è il segno di una ferocia delle organizzazioni criminali che si sentono potenti e nel pieno controllo del territorio. Per tutte queste ragioni, sapendo della sua sensibilità e conoscenza della realtà calabrese siamo a chiedere una visita della Commissione antimafia nell'area. Occorre far sentire la presenza dello Stato alla comunità locale”. L’importante è, però, non dimenticare Cocò, quel bambino ritratto sorridente sotto l’albero di Natale, che ha vissuto tre anni d’inferno e poi ha finito la sua breve esistenza bruciato in un’auto assieme al nonno, dopo che lo avevano assassinato con un colpo di pistola alla testa. Questo orrore non può essere dimenticato. Papa Francesco lo ha intuito alla perfezione, ne ha fatto un caso mondiale, parlandone all’Angelus, ma occorre ora che tutti quanti noi calabresi non mettiamo alle nostre spalle quell’orrore. Stavolta abbiamo davanti a noi quel volto sorridente e innocente che ci parla e al quale tutti dobbiamo una risposta.

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