Processo Scirocco contro maladepurazione anche nel Lametino, la procura chiede 28 rinvii a giudizio

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Catanzaro - La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 28 persone e cinque società nell'ambito dell'inchiesta Scirocco, incentrata sulla presunta gestione illecita di depuratori dislocato sull'intero territorio regionale. Associazione per delinquere al fine di commettere reati contro l'ambiente e la pubblica amministrazione, frode nelle pubbliche forniture, inquinamento ambientale, traffico illecito di rifiuti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sono queste le accuse contestate, a vario titolo, dai sostituti procuratori Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma. Al centro dell'indagine ci sono le società del gruppo Minieri - amministrate da Mario Minieri e dai figli Giuseppe e Saverio - che avevano in appalto la gestione dei depuratori.

Nell'inchiesta sono coinvolti sia dipendenti nei vari impianti di depurazione delle società, che pubblici funzionari, responsabili dell'ufficio tecnico in vari comuni. Nel corso dell'indagini, sono stati effettuati controlli in 34 depuratori a servizio di 40 comuni delle 5 province calabresi, ed è partita dagli accertamenti di Arpacal nei comuni della provincia di Catanzaro, poi approfonditi dai Carabinieri. Tra gli impianti interessati dalle indagini anche quello di Nocera Terinese, Soveria Mannelli, Caraffa e Montepaone. Sarà, dunque, nel corso dell'udienza preliminare che il gup deciderà se accogliere le richieste della procura per l'apertura del processo che vedrà fra le parti civili diverse amministrazioni pubbliche come la Regione, le Province di Catanzaro, Crotone e Vibo e numerosi Comuni fra cui Lamezia e Soveria Mannelli.

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