Lamezia, movimento Indipendenza: "Integrazione con Catanzaro sia fondata sui servizi"

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Catanzaro – “Il progetto di accorpamento, estremamente vago e tutt'altro che nuovo, della cosiddetta area urbana Catanzaro/Lamezia è il nuovo argomento sulla scena regionale.  Auspichiamo che una maggiore ed effettiva integrazione tra Catanzaro e Lamezia non sia il pretesto per uno stupro del territorio. Così come il lungamente atteso 'sviluppo' sia orientato innanzitutto alla riqualificazione, al recupero infrastrutturale ed alla soluzione delle tante criticità, piuttosto che alla creazione di un'ulteriore istituzione sovraordinata che sovrapponga le sue competenze a quelle degli enti locali, con l’aumento di costi e conflitti di attribuzione che inevitabilmente comporterebbe”. È quanto affermano in una nota Luigi Colosimo, Coordinatore Provinciale Catanzaro Movimento Indipendenza, e Giuseppe Isabella, Coordinatore Area Lamezia Terme Movimento Indipendenza.

“Anche alla luce dell'allarmante calo demografico, si pensi prima a creare le condizioni perché i calabresi della provincia possano restare e non espatriare, prima di teorizzare nuove cattedrali del deserto in una velleitaria competizione con altre realtà calabresi dotate di altre posizioni, altre vocazioni e altre specificità – affermano - Catanzaro e Lamezia sono già unite da un presente e da un destino comune, ma separate da un giardino bello quanto fragile, rappresentato appunto dalla piana dell'istmo. Nella speranza che il ripristino delle province, con le loro competenze ed i servizi che erogavano, torni al più presto al centro del dibattito politico nazionale in materia di pubblica amministrazione, il coordinamento provinciale del movimento indipendenza propone una coesione effettiva delle due realtà attraverso il potenziamento delle rispettive effettive potenzialità senza annunci di progetti faraonici, quando ancora mancano, tra l' altro, non solo l'autostrada ionica, ma la stessa 106, così come un sistema di trasporto interno e buona parte della rete integrata di servizi, che una ‘cosiddetta area metropolitana’ dovrebbe avere”. 

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