Lamezia, primo appuntamento percorso di cittadinanza attiva “C’è bisogno di me” al Chiostro con il sociologo Unical Garritano

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Lamezia Terme - Al via, presso il Chiostro Caffè Letterario, il percorso di cittadinanza attiva “C’è bisogno di me” del Sistema Bibliotecario Lametino, inserito nel progetto “Giovani in Biblioteca” finanziato da Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso un bando che ha visto Lamezia fra le prime città vincitrici.

Il primo appuntamento ha avuto come ospite Daniele Garritano, ricercatore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, con una relazione intitolata “Immaginario sociale e futuri possibili per le nuove generazioni”, introdotta dalla performance musicale di Carlotta Cerra, giovane musicista e cantautrice del Liceo “Campanella Fiorentino”, che ha eseguito brani autografi. In introduzione, anche la presentazione delle varie sezioni del progetto – finalizzato al coinvolgimento partecipativo delle nuove generazioni alle attività della Biblioteca – che sono state presentate dal responsabile Giacinto Gaetano: fra queste il “Cinema in Biblioteca”, in sinergia con Associazione UNA, il Bibliobus itinerante che ha fatto tappa nell’entroterra e continuerà nei prossimi mesi il suo percorso nei comuni della zona nord, il progetto “Back to the Future” presentato da Pasqualino Scaramuzzino e Angela Dall’Oglio di Cooperativa In Rete, che prevede una serie di laboratori di robotica e programmazione, con partecipazione finale dei ragazzi a un concorso nazionale, e un percorso laboratoriale per l’uso di stampante 3 D.

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Presenti in sala anche l’assessore alla Cultura Annalisa Spinelli e il sindaco Paolo Mascaro, che si sono interrogati insieme alla moderatrice, la giornalista Mariachiara Caruso, sulle giuste modalità per riuscire a coinvolgere i ragazzi della fascia fra i 14 e i 35 anni, ancora poco presenti fra il pubblico, e su come “scardinare il gap intergenerazionale che ci divide dai giovani”, secondo le parole di Spinelli. “Capire le modalità per intercettare i ragazzi richiede riflessione e confronto” sottolinea il sindaco, “Il mio auspicio è che si possano incontrare in questa sala persone diverse, per età e idee sul mondo, con una diversa visione della vita, che possano confrontarsi, e uscirne arricchiti”.

Sicuramente interessante, da questo punto di vista, la relazione di Daniele Garritano, che ha preso spunto dall’opera del filosofo Mark Fisher “Realismo Capitalista”, non senza soffermarsi incipitariamente sul concetto insito nel termine “generazione”, utile da sempre a suddividere la società per scopi di analisi. “Chi fa parte della stessa generazione” spiega il sociologo, “condivide determinate esperienze di vita: ha consumato un certo tipo di prodotti, ha usato un certo tipo di media, condivide un tessuto semantico che serve a creare collegamenti di senso; ha inoltre vissuto in sequenza alcune esperienze biografiche: è stato giovane, figlio, genitore nello stesso periodo, e nello stesso periodo è stato a scuola: aver vissuto quest’esperienza in un’epoca in cui la scuola è definanziata, avere a che fare con servizi sanitari che la pandemia ha rivelato come inefficienti anche a livello territoriale, aver vissuto una serie di promesse disattese è alla base di una serie di problematiche, ormai transgenerazionali”. Ci si chiede a questo punto come guardare al futuro, e soprattutto che futuro immaginare, “senza che la nostra proiezione sia solo un upgrade, un aggiornamento meccanico sulla base dei dati presenti che abbiamo”. E qui entra in gioco il contributo di Fisher. “Nel suo libro – che non è un libro pessimista – Mark Fisher propone una visione di futuro da costruire senza usare sempre gli stessi strumenti per andare avanti: una forma di progresso, che non aumenti le disuguaglianze che ci sono nella nostra realtà, ma da progettare includendo i desiderata, le aspirazioni che esistono nel nostro immaginario, invece di rassegnarsi ad un futuro già scritto”. Un discorso valido se si pensa agli scenari attuali: dal cambiamento climatico, ai progressi della tecnologia, al mutamento dei rapporti economici e produttivi connessi.

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“Fisher parla a questo proposito di “potenza riflessiva”: riflettere sulle proprie posizioni su un terreno attraversato da contraddizioni porta a processi di cittadinanza attiva che influiscono su un clima culturale dove regna imperante la sensazione che nulla può cambiare. Si tratta di un paesaggio emozionale che non è solo individuale ma sociale e collettivo: ci sono nella società odierna tendenze depressive, ansiose, accelerative, che ci spingono continuamente a credere di non avere tempo. Sarebbe più facile immaginare la fine del mondo, che la fine di questo modo di intendere le cose”. Qui il richiamo all’esperienza da insegnante di Fisher, che “non ha un’idea distopica, ma profondamente calata nella realtà”: un’idea che gli permette di immaginare come uscire da “una crisi esistenziale più che materiale ed economica, riconoscendola come una contingenza. Nell’atmosfera di rassegnazione, in cui il vecchio muore e il nuovo non può ancora nascere, capire come immaginare il futuro diventa centrale. Citando Thomas Stern Eliot, “Una cultura che si limita a preservare sé stessa non è una cultura”. O, come qualcun altro diceva, “La cultura è come una bicicletta: se si smette di pedalare si cade”: bisogna che fra le generazioni ci sia un dinamismo, non bisogna fermarsi”. Da qui l’invito ad uscire dal meccanismo delle “profezie autoavveranti”, e dal “no alternative” neoliberista. Per finire, un richiamo alla musica, che dagli anni 2000, secondo Fisher, tende a riproporre il vintage, svuotandolo però della spinta innovativa che aveva in partenza. Molte altre le citazioni – da Robert Musil a David Forster Wallace – in un pomeriggio denso di interessantissimi spunti di riflessione. Un pomeriggio che ha lasciato ai partecipanti il regalo di una simpatica bag, e a tutti gli interessati l’invito a visitare il sito del Sistema Bibliotecario, con info su quest’appuntamento e sui prossimi, consigli di lettura, e anche una play-list a tema.

Giulia De Sensi

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