La 28esima edizione de la ‘Bettola’, dal 18 al 20 ottobre nel centro storico di Curinga

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Curinga - La tradizionale ‘Bettola di Curinga’ si avvicina, sempre di più, a festeggiare il trentennale, questa del 2024, è la ventottesima edizione e anche quest’anno il tradizionale evento, organizzato dall’Associazione per Curinga presieduta da Vincenzo Denisi, farà ritrovare e recuperare tanti antichi sapori perduti di un tempo in tre magiche serate di convivialità sincera che si terranno in occasione dell’antichissima Fiera dell’Immacolata, quella  Hjera d’ ‘a ‘Mmmaculata che si tiene a Curinga da centinaia di anni e in modo rituale, la terza domenica di ottobre ma anche il venerdì e sabato che la precedono. “L’ormai tradizionale ‘Bettola’ - è detto in un comunicato - si attiverà dalle 19.00 di venerdì 18 ottobre e, per tre giorni, prevede un tradizionale menu che merita di essere trascritto nel dialetto locale di Curinga. Questo il menù: trippa a la curinghisi, spezzatinu, suffrittu ‘e pùarcu, posedda giallinedda, ciciari d’o cannitu, pipi e patati, alivi scacciati hrischi, pumadora virdi e pipi ncugnettati, baccalà hrittu, pecurinu d’a mandra, vinu jancu d’aguannu (il vino novello spillato in occasione della fiera viene prodotto nelle tre varietà tipiche di Curinga: malvasia, greco bianco e zibibbo). Anticamente la grande fiera ottobrina di Curinga era un momento di forte aggregazione comunitaria, un importante occasione commerciale, di scambio e baratto di merci, di vendita e acquisto di animali e oggetti quotidiani, attirava in paese tanti hjerajoli, commercianti, venditori e mercanti che giungevano numerosi da vari luoghi vicini e lontani, questi poi trovavano riparo, un pasto caldo e vino a volontà in queste tipiche bettole che offrivano specialità culinarie della tradizione locale, prodotti tipici e il famoso vino novello e non ancora completamente maturo delle grandi botti di legno che venivano aperte proprio in occasione della grande fiera autunnale, della Hjera d’ ’a ‘Mmaculata.  Tra l’altro il paese di Curinga pare abbia anche il primato in Italia, “è il luogo dove si beve prima il vino novello”.

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Le uve bianche vengono vendemmiate a cavallo tra fine agosto e i primi giorni di settembre, le botti vengono spillate per la fiera dell’Immacolata, a soli 45/50 giorni di maturazione dalla vendemmia. Da qui dunque l’idea dell’Associazione per Curinga di riprendere e riproporre tale esperienza gastronomica, vinicola, e culturale, e, soprattutto, di valorizzare la tradizionale grande fiera dell’Immacolata, documentata sin dal 1700 e che, negli ultimi anni, stava perdendo pian piano consenso. In passato i curinghesi attraverso questa grande fiera di ottobre avevano la possibilità di rifornirsi di merci di ogni genere, dalle sedie alle attrezzature in legno, dalle terrecotte agli oggetti di vimini e canne, dagli oggetti in rame a quelli in alluminio, utensili e attrezzi per il lavoro nei campi, piccoli giochi artigianali come i pirruocciula, ma anche animali, galli e galline, maiali, asini e mucche. Era il momento di acquistare e vendere, i curinghesi offrivano ai tanti forestieri che arrivavano in paese le proprie produzioni agricole, ceci, fagioli, lupini, favino, l’olio nuovo e il vino novello. La fiera faceva confluire a Curinga centinaia di hjerari e migliaia di hjeraoli, persone che accorrevano dai tanti paesi limitrofi a comprare quanto necessitava. Una grande opportunità per l’economia di tutto il paese, prima di affrontare il lungo inverno. “Con questa Bettola 2024, scrive in una nota il presidente Vincenzo Denisi, l’obiettivo principale dell’Associazione per Curinga è quello di raggiungere obiettivi comunitari e aggregativi, valorizzare il territorio e il paesaggio, mantenere viva la storia e le antiche tradizioni popolari curinghesi che purtroppo vanno scomparendo”.

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