Lamezia, si rinnova in città l’antico rito quaresimale della ‘Corajisima’

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Lamezia Terme – Ha trasutu ‘a corajisima! È entrata la Queresima! Si entra dunque con oggi, Mercoledì delle ceneri, nel tempo di preparazione alla Pasqua ed è in questo momento che torna a fare ‘capolino’ appesa penzolante su di un filo, una nostra vecchia conoscenza: la bambolotta Corajisima. Si tratta di un’antica usanza popolare molto praticata e sentita, in particolare una volta, quando nei quartieri della vecchia Nicastro erano tante le Corajisime che facevano bella mostra fra le varie abitazioni. Una consuetudine che oggi, però, sopravvive solo in un’abitazione di via Piedichiusa.

La quaresima era percepita per alcuni soprattutto per le classi più agiate, come una ‘parentesi dell’anno assai triste’ perché seguiva il martedì grasso e dunque la fine del sollazzo e della goliardia del carnevale che finiva, e di conseguenza annunciava l’inizio del digiuno quaresimale. La bambolotta rappresenta quindi la ‘Quaresima’ ed è effigiata da un pupazzo che raffigura una donna vestita dai colori del lutto. Essa piange la morte di Carnevale ed è rappresentata con un pupazzo di stoffa o stracci neri penzolante tra i balconi delle case. L’aspetto di astinenza imposto dal periodo quaresimale è rafforzato oltre che dalla bambola anche dai simboli di ristrettezza attaccati allo spago.

Nel dettaglio Corajisima è posta su un filo teso assieme a del pesce (una aringa o una sarda salata) che vogliono significare l’inizio del digiuno quaresimale e l’astinenza dai cibi grassi. Nel fuso è presente anche una patata infilzata con sette piume, sette quante sono le domeniche che dopo il Sabato Santo, porteranno alla Pasqua giorno in cui queste piume (tolte di settimana in settimana) assieme a Corajisima saranno definitivamente rimosse. Il rinnovamento di questa tradizione vuole fare rivivere un pezzo della nostra memoria storica, che rimane custodita nelle mente e nelle nostalgie dei più anziani e sembrava oramai andata persa; ma, grazie alla tenacia di un residente di quella zona è costantemente rinnovata di anno in anno.

Francesco Ielà

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