Lamezia Terme - Dopo il trasferimento dei Missionari e delle Missionarie della Via, Francescantonio Mercuri, presidente dell’associazione “Lamezia Libera” ripercorre la loro storia. “Il 15 gennaio 2025 è stata una data molto triste per la comunità dei fedeli di Santa Chiara e per Lamezia tutta, la città della Piana e l’intera Diocesi di Lamezia Terme sono rimaste orfane - ricorda - della Comunità dei Missionari e delle Missionarie della Via. Dopo 15 anni questa Comunità ha deciso di lasciare con grande amarezza, grande dolore e tantissima dignità la loro Betlemme che porteranno sempre nel loro cuore, per essere accolti a braccia aperte nella Diocesi di Cassano allo Ionio da Mons. Francesco Savino, Vescovo della stessa Diocesi e vicepresidente della CEI per l’Italia Meridionale, e prendere possesso del Santuario diocesano della Madonna della Catena. Da questa data la Diocesi di Lamezia Terme si impoverisce di una Comunità dall’alto valore spirituale, sociale e umano, valori che andranno ad arricchire la Diocesi di Cassano. Se questa Comunità è voluta andare via a malincuore dalla nostra Città certamente avrà avuto dei validi motivi, altrimenti dopo 15 anni di permanenza nella città di Lamezia Terme e dopo aver creato una grande oasi di spiritualità, circondata dall’affetto di centinaia di fedeli, non avrebbe mai sognato di abbandonare la sua Betlemme. La conferma dell’affetto che questa Comunità ha ricevuto dai fedeli in questi 15 anni è stata data durante la Santa Messa di ringraziamento la sera del 12 gennaio scorso. In quella circostanza, i Frati (presbiteri) e le Suore, entrambi con grande dignità e con le lacrime agli occhi, dall’altare hanno ringraziato tutti i fedeli per l’accoglienza e l’amore ricevuti e hanno ringraziato i Vescovi che si sono succeduti in questi anni di permanenza, compreso il Vescovo attuale Mons. Parisi. Contemporaneamente dagli stessi fedeli, dagli occhi gonfi e arrossati per le lacrime, si sono levati scroscianti applausi”.
Mercuri ribadisce come “la Comunità religiosa dei Missionari e delle Missionarie della Via è una creatura di Lamezia Terme, ha vissuto sempre nella stessa Città e in essa ha avuto la Casa Madre fino a quando non è stata declassata. Essa è nata proprio nella città della Piana su iniziativa di Fra Faustino, Fra Umile e Suor Chiara il 4 ottobre 2009 con la prima approvazione diocesana del Vescovo Cantafora e successivamente, il 23 dicembre 2014, è stata eretta a Istituto Religioso da parte dello stesso Vescovo. Da quando è nata e fino alla partenza per Cassano, la Comunità ha vissuto nella completa povertà nell’oasi adiacente la chiesa di Santa Chiara, della quale dal primo giorno se ne è presa cura. Lo scopo della Comunità è quello di riproporre la vita dei primi missionari del Vangelo, rinvigorendo nel popolo di Dio lo spirito delle prime comunità cristiane, vivendo la Via come luogo della presenza di Cristo. Perché questa Comunità, a malincuore, è voluta andare via dalla nostra Città? I fedeli di Lamezia sono desiderosi di conoscere i veri motivi che hanno indotto questa Comunità a lasciare con dolore e amarezza la città della Piana. Si gradiscono risposte valide, e non vaghe e di circostanza come quelle fornite qualche mese fa da alcuni a qualche partito politico locale. Perché questa Comunità è stata declassata da Istituto Religioso ad Associazione pubblica di fedeli in itinere, inficiando così ciò che Mons. Cantafora il 23 dicembre 2014 ha fatto a norma del Codice del Diritto Canonico? Eppure, soltanto dal 15 giugno 2022 (non dal 2014), in base al Rescritto del Santo Padre Francesco circa le associazioni pubbliche di fedeli in itinere, “il Vescovo diocesano prima di erigere, mediante decreto, un’associazione pubblica di fedeli in vista di diventare Istituto di vita consacrata o Società di vita apostolica di diritto diocesano, deve ottenere la licenza scritta del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica”. Forse la Comunità dei Missionari della Via è stata declassata perché l’autonomia di cui godeva poteva dar fastidio? Perché la stessa Comunità, come hanno riferito alcuni “ben informati della Diocesi”, è stata invitata a trasferirsi a Decollatura o a San Mango, quando a Lamezia ha vissuto sempre bene? Forse, l’unica “colpa” di questa Comunità è stata quella di attrarre, con il loro umile e apostolico modus operandi, centinaia di fedeli e tantissimi giovani per portarli sulle orme di Cristo sottraendoli, involontariamente, ad altre parrocchie della Diocesi e, di conseguenza, tutto ciò avrà portato uno scompiglio generale. Una cosa è certa, da qualche anno molte comunità di religiosi e religiose si allontanò dalla Diocesi di Lamezia Terme per approdare in altri lidi. Infatti, sono andati via: i Salesiani, i Dehoniani, i Passionisti, le Suore di clausura, le Benedettine, le Suore della chiesa di Santa Maria Goretti, le Suore Francescane ospedaliere di Santa Chiara, ecc. Inoltre, è stato soppresso il Seminario minore (fondato dal Vescovo Giannantonio Facchinetti divenuto Papa Innocenzo IX intorno ll 1500), l’istituto superiore di Scienze Religiose e così via. Perché le varie Comunità lasciano Lamezia? Tutto ciò è normale o c’è qualcosa che non va? Lamezia ha tanto bisogno di comunità di religiosi e religiose, bisogna fare l’impossibile per attrarle sul territorio e bisogna fare l’impossibile per non fare andare via quelle poche esistenti. Per chi disconosce la storia di Nicastro è opportuno ricordare che nella stessa Città, prima del disastroso terremoto del 27 marzo 1638 (vigilia della Domenica delle Palme), erano presenti numerosi conventi e monasteri. Erano presenti sul territorio: gli Agostiniani, i Basiliani, i Riformati, i Benedettini, l’Ordine dei Padri Predicatori (elevato a università di studi organato), conventuali di San Francesco, gli Osservanti, le Clarisse, i Domenicani, i Cappuccini (unici rimasti)… ed erano presenti circa cento religiosi e decine e decine di religiose, fatti venire nella nostra Città dai vari Vescovi che si avvicendarono nel corso degli anni. Intanto, durante la celebrazione della Santa Messa del 2 febbraio scorso (giorno della Candelora) nella Basilica Cattedrale di Cassano allo Ionio, il Vescovo della Diocesi cassanese, Mons. Savino, ha accolto la Comunità dei Missionari e delle Missionarie della Via con un forte, gioioso ed emozionante abbraccio, spendendo parole di apprezzamento nei confronti della stessa Comunità e parole di gratitudine e di ringraziamento nei confronti di Nostro Signore Gesù Cristo, per aver donato alla Diocesi e alla comunità di Cassano questo dono di Dio. Così è stata definita dalla Santa Sede la Comunità dei Missionari e delle Missionarie della Via. Dono che, purtroppo, da qualche anno circa non è stato saputo custodire da quella parte di Lamezia che avrebbe dovuto custodirlo gelosamente. Infatti, come ha riferito Mons. Savino sempre durante la celebrazione del 2 febbraio, la Comunità dei Missionari e delle Missionarie della Via è molto apprezzata dalla Santa Sede, tanto che la stessa Santa Sede ha invitato lo Stesso Vescovo ad accogliere questo grande dono di divino. I lametini auspicano che i Missionari e le Missionarie della Via preghino per la martoriata Lamezia, sulla quale sembra incombere una maledizione, affinché la stessa Città possa risorgere spiritualmente, politicamente ed ecclesiasticamente”.
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