Lamezia Terme - A intervenire nel dibattito in atto sulla situazione politica comunale è Fiore Isabella, ex consigliere comunale: "A stimolare questo mio umile contributo non è l'autodifesa indomita, anche dell'indifendibile, dell'amministrazione al potere a Lamezia Terme - afferma - ma la difficoltà dell'opposizione di sinistra, di trovare un tavolo dove confrontarsi facendo seguire alle circostanziate analisi critiche un'idea di progettualità da proporre ai cittadini e su cui chiedere l'eventuale sostegno elettorale. Mi permetto di introdurre degli interrogativi utili a saldare la fase della prospettiva a quella dell'analisi critica, a partire dall'interazione comunicazionale".
Diversi i punti su cui Isabella si sofferma: "Come rendere fluido il rapporto con i cittadini - si chiede - che segnalano dei bisogni, e che spesso suggeriscono soluzioni, a fronte di un sistema (vedi Pec) di interazione istituzionale perennemente impallato? Come pensare alla formazione dell'l'apparato amministrativo perché migliori la capacità di relazionarsi col pubblico? Come evitare di affrontare il tema dei tributi, vedi Tari, in modo francamente poco accessibile ai cittadini meno attrezzati inserendo al posto dell' avviso cartaceo una procedura (accesso Spid) informatica per molti, soprattutto per gli anziani, obiettivamente complicata? Come pensare ai centri storici della città che stanno largamente cadendo a pezzi, fermando l'assalto alla diligenza di territori sottratti a quel che rimane delle potenzialità produttive e consegnati alle mire incontentabili della speculazione? Come impedire a quel cimitero della storia contadina, edificato dalla Giunta Mascaro, di trasformare l'ex cantina sociale di Sambiase in un ulteriore centro commerciale? Come costringere chi di dovere a bonificare i corsi dei torrenti? Come mettere un freno agli innumerevoli incidenti mortali sulle strade cittadine ampliando l'organico della polizia urbana per un controllo severo della circolazione e istituendo una segnaletica più stringente? Come immaginare un futuro per le frazioni, collinari e montane in particolare, sottratte, con la chiusura delle unità scolastiche, alla presenza dello Stato e abbandonate al decesso di un tessuto sociale che garantiva, fino a qualche decennio fa, la cura del territorio e l'equilibrio idrogeologico?". Secondo Isabella "c'è bisogno di pensare all'utopia senza perdere di vista la concretezza immanente della relapolitik".
© RIPRODUZIONE RISERVATA