Lamezia Terme - È stato voluto da Acli Terra Calabria, dalla Ucid (Unione Cristiana imprenditori e dirigenti) e dalla Fondazione Antonio Emanuele Augurusa, il webinar su come affrontare in Calabria il PNRR (Piano Nazionale Rinascita e Resilienza) – ovvero il piano per la ripresa delle attività produttive e dello sviluppo nel post-pandemia – dal punto di vista specifico delle attività legate alla cultura e alla conservazione dei beni culturali. Il piano, che è la declinazione Italiana del relativo “Next Generation Plan” previsto dall’Europa, per come comunicato dal Governo Draghi, avrà una durata di 9 anni, durante i quali saranno devoluti in questo ambito 6 miliardi, di cui circa 4 e mezzo per la cultura, e circa 1 e mezzo per tutela e promozione, il cui utilizzo sarà ancora una volta delegato agli enti locali.
A discutere sono state alcune personalità del mondo della cultura e dell’associazionismo attive sul territorio, in un incontro moderato dal giornalista Valerio Caparelli e introdotto dal presidente regionale Acli Terra Calabria Pino Campisi. In primis Francesco Augurusa, presidente della Fondazione Augurusa e rappresentante dell’Ucid, che per sopperire alle difficoltà oggettive di progettazione e accesso ai finanziamenti proprie delle piccole realtà, ha proposto la promozione di “partenariati pubblico-privati che mettano in collegamento mondo no-profit e mondo profit” – ovvero grandi imprenditori e industriali che vogliano dare un respiro sociale alla propria attività – “e una volta a disposizione una parte dei fondi, saranno gli “Ambassador” del progetto, ovvero le sovrintendenze o i responsabili degli edifici di culto da restaurare, a sollecitare le entità pubbliche, e il privato aiuterà il pubblico a intercettare i fondi che mancano attraverso la realizzazione di una seria pianificazione”. Proprio sul punto dolens della pianificazione si incentra il discorso di Francescantonio Pollice, docente, musicista e presidente AMACalabria, che, discutendo sul perché l’assessorato regionale alla cultura non debba occuparsi anche della programmazione degli eventi, propone di creare “tre blocchi triennali, ovvero tre piani di tre anni ciascuno che coprano i 9 anni del PNRR”, ponendo il tutto all’attenzione dei candidati alle lezioni regionali – compresa la necessità di concentrarsi sulle infrastrutture: teatri, parchi musicali, rete di trasporti. Propone la creazione di un museo “interattivo” di arte contemporanea Antonio Pugliese, artista e presidente dell’Associazione culturale Centro A. Savelli-Artecontemporanea, con una vastissima esperienza alle spalle e un enorme materiale accumulato negli anni che potrebbe confluire nel progetto.
A concludere l’incontro sono gli interventi di due docenti universitari: Umberto Pagano, Ordinario di Sociologia della Cultura all’Università Magna Graecia di Catanzaro, e Domenico Marino, Professore Associato di Politica Economica all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e direttore del Master in Economia dello Sviluppo delle risorse culturali, territoriali e ambientali. Molto articolato il discorso di Pagano, che ha spiegato come alla base del piano ci siano, come prospettive, la digitalizzazione, la transizione verde e l’inclusione sociale, ma che rimane un “libro dei sogni” se non sarò previsto un piano di assunzioni, l’innalzamento delle competenze nelle pubbliche amministrazioni, un piano delle spese da parte degli enti locali che “non hanno dimostrato negli ultimi anni grandi performance sul piano organizzativo e progettuale”.
Poi la necessità di connettere alla cultura il turismo, importante in Calabria, in un momento in cui quest’ultimo subirà notevoli cambiamenti di scenario, che potrebbero favorirla: il “nuovo turismo” sarà preferibilmente interno, di nicchia, attento all’ecologia – più turismo rurale, etnografico, cicloturismo – e saranno predilette le mete alternative e le destinazioni poco note. I fondi dovranno quindi essere usati per la cura del territorio, per arginare lo spopolamento dei borghi, per la pulizia dei luoghi: per tutto il resto, si tratta di ammortizzatori sociali di breve durata. In questa situazione, sarà prioritario in Calabria implementare nuove competenze: necessari specialisti in web marketing, brand manager, social media manager, reputation manager, e ovviamente implementare la conoscenza della lingua inglese. Marino aggiunge la priorità di valorizzare in questo senso il ricco patrimonio storico della Calabria: “Usare come slogan frasi dell’Odissea o della Divina Commedia, in cui si parla della nostra terra, sarebbe un buon primo passo”.
Giulia De Sensi
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