Girifalco - L’Istituto comprensivo “Scopelliti” di Giriflaco ha incontrato nei giorni scorsi Pino Masciari, ex imprenditore edile e testimone di giustizia calabrese, che ha incontrato studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado per raccontare la sua storia di strenuo coraggio nella lotta contro la ‘ndrangheta.
"L’incontro, molto atteso dalla comunità scolastica e fortemente voluto dalla dirigente, Caterina Coda, nell’ambito degli eventi sulla legalità che l’Istituto comprensivo da anni porta avanti, è stato introdotto - è spiegato in una nota - da un saluto musicale da parte dei docenti di strumento nel cortile della scuola, dove si è altresì svolto un momento simbolico molto significativo: la piantumazione dell’albero di Falcone, arrivato a Girifalco per mezzo di una talea del Ficus macrophylla che si trova presso l’abitazione del giudice Giovanni Falcone e replicato su iniziativa del Ministero della Transizione ecologica per divenire promotore di messaggi di legalità e tutela dell’ambiente nelle scuole del territorio nazionale, nell’ambito del progetto “Un albero per il futuro”, che prevede la piantumazione di circa 500mila piante in una sorta di bosco diffuso distribuito per tutto lo stivale attraverso le scuole. L’Istituto, che da anni detiene la prestigiosa bandiera verde e fa parte del programma Eco-Schools, il più grande intervento di educazione ambientale al mondo, con l’occasione ha aggiunto un ulteriore tassello alle attività per la sostenibilità realizzate nei mesi precedenti: ogni azione concreta, specie se vissuta nell’ambiente quotidiano della scuola, fa la differenza".
"Masciari - aggiungono - ha poi parlato a lungo ai ragazzi della sua difficile esperienza di vita, di resistenza civile, partita dal suo netto rifiuto, agli inizi degli anni ’90, di subire le vessazioni dei mafiosi e il loro violento racket estorsivo ai danni della sua grossa azienda di costruzioni. Non pagò il pizzo Masciari e denunciò tutti i più potenti mafiosi del reggino, del catanzarese e del crotonese - contro tutto e tutti - perseguendo ideali di giustizia e legalità; per amore della libertà rinunciò alle certezze di un’esistenza agiata ed appagante; per dedizione al bene comune perse il lavoro che amava, gli affetti, la sua terra dalla sera alla mattina per lunghi anni d’esilio senza identità né contatti con il mondo esterno a sua moglie e ai suoi due figli appena nati. Con determinazione, abbandonato dallo Stato e dalle istituzioni, ha portato avanti la sua battaglia solitaria".
Una testimonianza toccante con cui ha spronato i ragazzi a ribellarsi sempre all’ingiustizia, a lottare per la propria libertà e per i propri diritti, “con educazione ma pretendendoli” - come ha ripetuto più volte - con la forza dell’istruzione, imprescindibile strumento di riscatto sociale ed esistenziale. La sofferta, ma ferma decisione di denunciare il sistema mafioso calabrese che lo portò a rinunciare alla sua impresa e a vivere con la sua famiglia nell’ombra, è stata “la scelta più giusta che potessi compiere e che oggi, nonostante tutto, mi rende felice e libero”. “Fare i furbi e cercare facili scorciatoie ci rende tutti più poveri, economicamente e socialmente. La legalità è invece un vantaggio per tutti!”, ha concluso Masciari, rispondendo alle tante domande degli studenti.
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