Catanzaro – Dopo la dichiarazione della Calabria area rossa, si è alzata un’onda di proteste contro la decisione assunta dal Governo per contenere il contagio da Coronavirus. Si moltiplicano di ora in ora le iniziative contro il nuovo Dpcm che prevede, di fatto, il lockdown per le aree più esposte al rischio Covid. In varie zone si registrano iniziative contro la decisione, alimentate soprattutto da imprenditori e commercianti. Davanti alle sedi istituzionali più importanti si segnalano piccoli presidi con appelli e cartelli di protesta, ma nel pomeriggio si terranno vere e proprie manifestazioni. A Catanzaro è stato organizzato un sit-in che si terrà alle 13 davanti agli uffici della Regione, nel quartiere Germaneto. Su Facebook, invece, è nato il gruppo “No alla Calabria zona rossa” che, in poche ore, conta già più di 18mila iscritti. Attraverso il social è stata promossa una manifestazione di protesta che si terrà in serata, alle 18, in Piazza Kennedy a Cosenza. “È il momento di chiedere misure economiche straordinarie immediate – hanno evidenziato i promotori - per le famiglie calabresi, altrimenti questo lockdown sarà il funerale della nostra terra. Perché non vogliamo morire né di Covid né di fame”. Analoga iniziativa a Rossano. Molti gli appelli rivolti anche allo sciopero per il pagamento di tasse e tributi. Diverse anche le reazioni dal mondo politico.
REAZIONI
Lega Calabria: "Zona rossa è atto politico!"
"Oggi il Governo ha mostrato di *strumentalizzare l'emergenza sanitaria per motivi politici. Nonostante le continue interlocuzioni del presidente f.f. Spirlì, non sono state chiarite le motivazioni che hanno portato a inserire la Calabria nelle aree rosse. È un danno irreparabile per l'economia di una regione che non ha al momento un tasso di contagi né di occupazione delle terapie intensive tale da giustificare questa scelta. Siamo davanti a una scelta inquietante, forse fatta per giustificare l'azione autoritaria di voler governare la Regione in modo parallelo attraverso la proroga del decreto Calabria. Questa azione violenta e lesiva per la Calabria non la accetteremo passivamente". Questa la nota congiunta della Segreteria Regionale, del Gruppo regionale, degli amministratori locali e delle segreterie provinciali della Lega Calabria.
Nucera: “Calabria ‘Zona Rossa’ scelta folle. Azione penale contro Governo e Commissari”
“Le misure inserite all’interno del nuovo Dpcm - afferma Giuseppe Nucera - vedono diventare la Calabria ‘Zona Rossa’, con restrizioni e ulteriori chiusure di attività. Giuseppe Nucera, Presidente del movimento ‘La Calabria che vogliamo’, non ci sta e invita il popolo calabrese a manifestare contro misure stringenti che rischiano di disastrare ulteriormente una regione già in grande difficoltà. La Calabria si trova ad un passo dal baratro per colpa di una politica incapace. Gli amministratori locali e nazionali con la loro insipienza stanno distruggendo una regione. Per fortuna la nostra regione sin da marzo si è sempre contraddistinta per essere una delle meno colpite dal Covid-19, la possibile chiusura arriva non per una reale emergenza ma perchè non si è fatto nulla per aumentare i posti di terapia intensiva negli ultimi mesi. Anni di commissariamento non sono serviti a nulla se non a peggiorare la situazione di una sanità già a pezzi. Questo rischia di essere il colpo di grazia per l’economia della nostra regione. I dati relativi ai contagi vedono la nostra regione sin dall’inizio della pandemia come la meno colpita d’Europa, non a caso la Germania aveva inserito la Calabria tra i luoghi sicuri da visitare. Adesso arriva questa scelta scellerata, figlia dell’incapacità amministrativa della classe politica regionale e nazionale. Non ci sarà attività economica che potrà resistere ad una nuova serrata, il nostro territorio già in ginocchio rischia di subire adesso la mazzata definitiva per colpa dell’imbarazzante incapacità della politica regionale e nazionale. Abbiamo dato incarico all’Avv. Francesco Palmeri di predisporre gli atti e procedere sia in sede penale che civile davanti ai giudici perché condannino il capo del Governo ed i Commissari che da 10 anni gestiscono la sanita’ in Calabria al risarcimento degli ingenti danni che la loro condotta provoca alle popolazioni ed alle imprese calabresi”, conclude l’ex Presidente di Confindustria Rc”.
Ferrara (Unindustria Calabria): “Ora Governo aiuti economia Calabria”
“Responsabilità, disciplina e lucidità sono le parole d’ordine che devono caratterizzare il nostro operato durante questa nuova e complicatissima fase sanitaria ed economica mettendo, certamente, la salute al primo posto ma essendo perfettamente consapevoli degli effetti gravi che riguarderanno il sistema economico regionale nel suo complesso con conseguenze peggiori durante questo secondo lockdown a causa di ritardi cronici e impegni disattesi rispetto alle legittime aspettative di sviluppo della nostra regione”. Lo dichiara Aldo Ferrara Presidente Unindustria Calabria che, aggiunge: “pertanto auspichiamo che alle misure straordinarie imposte alla Calabria in questo momento corrispondano misure altrettanto straordinarie sotto il profilo economico. Ma sia ben chiaro che non siano ristori o sospensioni ma interventi e sostegni ampi e strutturali che consentano anche alla nostra regione di sprigionare tutto il potenziale di competitività che può esprimere. Nel momento in cui si affronta l’emergenza bisogna pensare oltre e progettare una strategia di interventi da attuare nell’immediatezza ma funzionalmente collegati alla realizzazione di un progetto futuro per lo sviluppo della regione. Come al solito le infrastrutture si rivelano il punto debole della Calabria. In questo caso si parla di quelle sanitarie che riverberano gli effetti negativi a vasto raggio. Ed allora ci chiediamo come mai invece di un decreto Calabria che destina risorse adeguate e immediatamente spendibili sotto il profilo economico si intende procrastinare un commissariamento della sanità nonostante sia in termini di Lea e di risultati conseguiti sia sotto il profilo economico e finanziario, non solo non abbiamo avuto miglioramenti negli ultimi 10 anni ma addirittura peggioramenti. Senza dimenticare che già in primavera, durante la prima ondata, abbiamo sostenuto la proposta, coralmente condivisa e rimasta inascoltata, di aprire un centro Covid nella nostra regione per creare una eccellenza sanitaria antipandemica che, certamente, sarebbe stata utile in questo momento e che lo sarebbe anche in un futuro incerto potenzialmente caratterizzato da questo genere di fenomeni. Unindustria, del resto, ha recentemente offerto la disponibilità delle proprie strutture sanitarie private al fine di fronteggiare, nel rispetto dei requisiti strutturali previsti, le emergenze derivanti dal Covid-19. È mortificante, peraltro, che la regione Calabria, nonostante il senso di responsabilità dimostrato su più versanti, potrebbe essere costretta a subire questa misura drastica dovuta alla classificazione di “zona rossa” a causa di colpe e ritardi di coloro i quali, in possesso di poteri straordinari, avrebbero dovuto organizzare un sistema sanitario efficace ed idoneo a rispondere alle esigenze di una comunità territoriale che non riesce a comprendere la logica contraddittoria di parametri e dati. Non ci addentriamo in questa lettura ma è veramente paradossale che la nostra regione, con i dati ufficiali esistenti, potrebbe essere considerata peggiore di altri territori che presentano un numero di contagi molto più elevato. Adesso lasciamo da parte le parole e cerchiamo di lasciare spazio ai fatti perché la Calabria, più di altre regioni, pagherà il prezzo di una eventuale zona rossa a causa delle ataviche fragilità economiche territoriali. Unindustria chiede, a tutela del tessuto imprenditoriale calabrese, a chi di competenza di programmare azioni efficaci e di inserire come priorità assoluta gli interventi in relazione al Recovery fund al fine di assicurare un futuro al Mezzogiorno ed all’intero Paese”.
Caligiuri (Fi): “Due colpi bassi Governo a Calabria”
"La giornata di ieri ha visto il Governo tirare due colpi bassi durissimi alla Calabria e ai calabresi che rischiano, seriamente, di mandarci definitivamente al tappeto. Il super commissariamento della già commissariata sanità calabrese e la zona rossa, nonostante i dati non siano così allarmanti, saranno due shock non indifferenti per il nostro tessuto socio-economico e molto presto verrà confermata la loro inefficacia". Lo afferma, in una dichiarazione, la senatrice di Forza Italia Fulvia Michela Caligiuri. "Il commissariamento - aggiunge la parlamentare - non porterà efficienza nel nostro sistema sanitario, nuove terapie intensive, pronto soccorso organizzati né attrezzature e personale in tempi brevi. La zona rossa concorrerà invece a paralizzare totalmente la nostra economia. Queste misure sono un vero e proprio colpo di grazia. Il Governo e il ministro Speranza ci diano subito spiegazioni fondate su numeri concreti. Forza Italia lo chiede già da tempo e continuerà a pretendere chiarezza sui dati. Sulla proroga del commissariamento sanitario invece già la compianta presidente Santelli aveva denunciato il 13 settembre il pessimo stato della sanità calabrese a seguito di un provvedimento improntato su logiche meramente ragionieristiche. La Calabria non può aspettare i tempi burocratici notoriamente biblici e i cittadini rivendicano a gran voce risposte chiare che i singoli parlamentari non possono dare". "Per questo motivo - dice ancora l'onorevole Caligiuri - chiedo al Governo e a tutte le forze politiche di unirci a tutela dei calabresi. Ora più che mai lavoriamo uniti, senza divisioni strategiche per difendere la salute e il benessere dei cittadini calabresi, messi seriamente in discussione dal commissariamento e dalla zona rossa".
Arruzzolo (FI): “Governo giallorosso nemico della Calabria”
“Con la decisione ‘Calabria zona rossa’, il Governo giallo-rosso, nemico della Calabria e dei calabresi, sferra il colpo mortale all’economia della nostra regione”. È quanto afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo. “Si è inteso procedere in questa direzione - continua - nonostante tutti gli appelli fatti dalla maggioranza che governa la Calabria e i chiarimenti forniti dal delegato della Regione Calabria per l’emergenza Covid Antonio Belcastro al Commissario Arcuri, all’ISS e al Ministero della Salute affinché la Calabria venisse dichiarata zona arancione dando la possibilità di abbassare il livello dei contagi e la curva epidemiologica, e al contempo, scongiurare il colpo mortale alle attività commerciali e produttive calabresi che, con un nuovo lockdown totale, vedrebbe la fine di molte realtà già in forte sofferenza. Realtà che, con determinazione e caparbietà, hanno cercato di risollevarsi dalla chiusura dei mesi scorsi. In questi giorni - sottolinea l’esponente politico - abbiamo cercato in tutti i modi di evidenziare al Governo come l’incidenza dei casi Covid in Calabria sia più bassa rispetto ad altre regioni che non si è deciso di ricomprendere tra le zone rosse, pur registrandosi maggiori casi di contagio. Tra le motivazioni che il Governo ha fornito: il fatto che la Calabria, a differenza di altre regioni, non è in grado di affrontare adeguatamente la diffusione del virus. Dimenticando che la Calabria è commissariata da 10 anni e che negli ultimi cinque è stata gestita da burocrati inviati dal Governo, esautorando totalmente la Regione. Per tutta risposta il Governo - stigmatizza Giovanni Arruzzolo - emana un decreto di ulteriore proroga di due anni più eventuale proroga di dodici mesi, e lo fa talmente in fretta, da creare un incidente diplomatico tra il ministro Speranza e il suo collega Gualtieri. Viene riferito di una lite tra i due esponenti del Governo in quanto il titolare del Mef lamenta di non essere stato sentito sul decreto e di non aver condiviso il testo. Da parte nostra - conclude il Capogruppo di Forza Italia - continueremo a lottare con tutte le nostre forze affinché le scelte scellerate del Governo non producano ulteriori danni ai calabresi e saremo al fianco di tutti i titolari delle attività produttive e commerciali che con orgoglio, dignità e sacrifici portano alto il nome della Calabria. Come consiglieri di maggioranza, insieme al Presidente Tallini, abbiamo chiesto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di poter essere ricevuti al fine di poter rappresentare le nostre posizioni che esprimono le ragioni di tutti i cittadini calabresi”.
Graziano (Pd): “Sostenere tessuto economico”
"Le suddivisione del Paese in aree di rischio non è avvenuta per scelta politica ma sulla base di parametri tecnici, tra cui bisogna considerare il mancato potenziamento delle terapie intensive" . Lo dichiara il commissario regionale del Partito Democratico della Calabria Stefano Graziano. "Il governo si sta muovendo con tempestività per garantire i ristori alle imprese colpite da queste nuove chiusure ma bisogna fare presto per non rischiare di indebolire ulteriormente un tessuto economico già molto fragile, individuando anche ulteriori misure specifiche ".
Cuda (Pd): “È finito il tempo della propaganda e della tarantella, trovare soluzioni”
“La notizia della inclusione della Calabria tra le “regioni rosse” ad alto rischio è una pessima notizia. Ed i motivi di questa scelta non sono tanto dovuti al persistente pregiudizio nei confronti della nostra terra, presidente Spirlì, quanto al discredito strutturale mai così meritato della nostra classe dirigente. La Calabria – prosegue il segretario della federazione Pd di Catanzaro, Cuda - viene inserita tra le regioni in zona rossa non per il numero dei contagi, anche se in progressivo aumento, quanto perché vi è una estrema inconsistenza del nostro sistema sanitario, incapace di reggere all’urto dei nuovi contagi. E la cosa ancor più grave è che, con servizi sanitari ridotti all’osso, ospedali al collasso, Asp sciolte per infiltrazioni mafiose, in questi mesi non è stato fatto nulla per mettere al riparo i calabresi da questa drammatica emergenza. Dove sono i Centri Covid promessi, e dove i posti in più di terapia intensiva che venivano propagandati dalla Giunta Regionale dopo la prima ondata del virus? Sono mesi che, a fronte di una facile propaganda in cui veniva invitata gente di ogni dove di fare vacanza in Calabria, si è assistito ad una situazione sempre caotica e confusa della gestione regionale dell’emergenza sanitaria con la sola onnipresenza di burocrati e politica lautamente remunerati. In questi giorni siamo testimoni di comunità e di sindaci valorosi che, stanno soffrendo come non mai la mancanza di mezzi e di strumenti e, sono lasciati colpevolmente da soli ad affrontare a mani nude questa pandemia. È arrivato il tempo di trovare soluzioni compatibili condivise e funzionali con l’epidemia che allarma e aumenta. Al governo regionale, o a quello che ne resta, chiediamo serietà e responsabilità oltre che a scelte condivise. È finito il tempo della propaganda e della tarantella. E allo Stato chiediamo con forza ad avere uguale trattamento al diritto alla salute e al diritto al lavoro, che è l’altra faccia drammatica di questa emergenza. La chiusura di tante attività commerciali, artigianali, professionali produrrà un effetto ancor di più catastrofico per la nostra fragile economia regionale. Chiediamo al Governo nazionale pari trattamento di provvedimenti economici di sostegno e di ristoro rispetto ad altre realtà regionali e che gli stessi provvedimenti vengano erogati con tempi dettati da urgenza e tempestività. Questo è l’unico modo per incrinare l’atavico pregiudizio nei nostri confronti, presidente Spirlì. Altrimenti non si fa altro che alimentare il pregiudizio altrui con reiterati comportamenti sbagliati, che sono la base dell’idea che di Noi diamo al paese”.
Mangialavori: "Contro Calabria sembra spedizione punitiva"
"Chiusa e commissariata: la Calabria sembra vittima di una ingiustificata spedizione punitiva". Lo afferma, in una nota, il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. "Nel giro di 24 ore - prosegue il parlamentare - il Governo, inspiegabilmente, ha deciso di dichiarare zona rossa la Calabria e di rinnovare, malgrado i risultati disastrosi degli ultimi anni, il commissariamento della sua sanità. Sono decisioni che puniscono oltremodo una regione in cui i dati sulla epidemia da Coronavirus sono relativamente contenuti e il cui sistema sanitario è stato affossato proprio da quel regime speciale che Conte e i suoi ministri hanno deciso di prorogare. Siamo, insomma, al teatro dell'assurdo: la Calabria, secondo il ministero della Salute e gli esperti dell'Iss, è nelle stesse condizioni di Lombardia e Piemonte, cioè i territori in cui il Covid ha morso di più in tutti questi mesi. Eppure , i dati sulla copertura dei posti letto nei reparti di Malattie infettive e in quelli di Terapia intensiva ci dicono che la Calabria è, per fortuna, ancora lontana dal punto di non ritorno". "E allora, viene da chiedersi - sostiene ancora Mangialavori - perché il territorio tra lo Jonio e il Tirreno è stato dichiarato zona rossa? Allo stesso tempo, un'altra domanda reclama una risposta: perché il Governo reitera gli stessi errori del passato, di fatto allungando la vita a un commissariamento che, in soli 10 anni, ha dato il suo apporto decisivo per la distruzione del servizio sanitario regionale?. Non sono abituato a pensar male, ma è forte il sospetto che tutte queste mosse coordinate e concentriche possano far parte di una più vasta strategia politica che non ha niente a che fare con la necessità di contrastare la pandemia o con il diritto alla salute dei calabresi".
Siclari (Fi): "Speranza spieghi scelta Calabria"
"La Calabria è stata inserita in fascia rossa assieme al Piemonte, alla Lombardia ed alla Valle d'Aosta. Tuttavia, sia per numero di contagi che per indice RTI che per disponibilità di posti per ricovero covid, secondo i dati pubblici, la decisione appare assolutamente ingiustificata". Lo afferma, in una dichiarazione, il senatore di Forza Italia Marco Siclari. "Ho chiesto, quindi, con urgenza al Ministro della Salute, Speranza - aggiunge - di spiegare quali siano i dati presi in considerazione per inserire la Calabria nella fascia rossa ai fini delle restrizioni e delle limitazioni imposte con il Dpcm del 3 novembre 2020 ed ho proposto di adottare misure straordinarie per l'emergenza sanitaria calabrese, già in essere prima della pandemia, a cui l'evento epidemico covid 19 si è aggiunto, di fatto impedendo l'erogazione dell'assistenza sanitaria ai cittadini calabresi e di porre fine al commissariamento della sanità calabrese ed abrogare la legge 30 aprile 2019 n. 35, il cosiddetto Decreto Calabria. Chiedo al Ministro cosa intende fare per affrontare la terza ondata prevista in inverno, evitando un altro lockdown. Le aziende subiscono un altro durissimo colpo senza garanzie da parte dello Stato per la loro ordinaria attività". "Le famiglie - conclude Siclari - non hanno più nè risorse economiche, nè risparmi per dare serenità ai figli e per garantirsi l'essenziale".
Italia in comune Calabria: “Governo unico responsabile di ciò che accadrà”
“La Calabria merita rispetto e considerazione. Partiamo subito da quest’affermazione per chiarire quanto sia profondo il nostro disappunto circa la decisione comunicata ieri, nel corso della conferenza stampa del Presidente del Consiglio Conte, di istituire nella nostra regione la zona rossa”. Lo affermano da Italia in comune Calabria, il coordinatore Regionale Serafino Tangari e il presidente Pietro Francesco Spadafora. “Zona rossa, che lo ricordiamo, - aggiungono - non è stata istituita per l’elevato numero di contagi e ospedalizzazioni causate dalla pandemia di COVID19 quanto per una fragilità esagerata ed esasperata del Servizio Sanitario Regionale. Per la Calabria i cadeau governativi non finiscono qui. È notizia di pochi giorni fa il rinnovo per ulteriori tre anni del “Decreto Calabria” con Cottarelli ancora in carica, che originariamente fu presentato in quel di Reggio Calabria e nelle intenzioni avrebbe dovuto rezstituire dignità ed assicurare finalmente ai calabresi dei servizi di assistenza sanitaria degni di un paese civile".
E, proseguono: "I calabresi non vogliono i 'ristori' vogliono pari opportunità, vogliono quindi infrastrutture e lavoro, vogliono curarsi dignitosamente in ospedali che funzionano e con medici e infermieri non piegati e devastati da turni di lavoro massacranti ed in numero esiguo e ampiamente sottodimensionato. Il tessuto economico, inoltre, subirà dopo pochi mesi l’ennesimo colpo e questa volta restare in piedi sarà ben più complicato. Le preoccupazioni sono forti e assolutamente giustificate oltre che legittime. Con questo provvedimento il Governo sappia che da oggi è da intendersi come unico responsabile di ciò che accadrà nella nostra terra. Perché al di là di della legittima autonomia regionale lo stato centrale ha il dovere di mantenere sempre alto il controllo e la verifica di quanto accade in periferia. Dunque non possiamo accettare che quanto deciso, il popolo calabrese se lo sia meritato, perché finora abbiamo subito qualcosa di ancor più ingiusto e inaccettabile, ovvero l’abbandono istituzionale. Il Governo sappia che nel suo ponziopilatesco atteggiamento foraggia la cultura del sospetto. Il sospetto di essere la pedina sacrificabile perché dimenticata e 'irrecuperabile' della Nazione".
Torromino (Fi): "Calabria zona rossa è una vergogna"
"La salute dei cittadini non ha colore politico. Questo Governo è contro il Sud ed in particolare contro la Calabria, dichiarare la regione con meno contagi d'Italia zona rossa è vergognoso. Ancor più vergognoso è non applicare importanti restrizioni a regioni 'amiche' che sono al collasso". Lo afferma, in una dichiarazione, Sergio Torromino, deputato di Forza Italia. "Oltre al danno - aggiunge - la beffa: il principale motivo dell'istituzione della zona rossa è dato dal fatto che il sistema sanitario non regge, non regge per le condizioni generate da un commissariamento ad acta ultradecennale portato avanti in modo riprovevole e generativo di impareggiabili storture. Non consentiremo che venga calpestata oltre la dignità dei calabresi con un nuovo ed inutile commissariamento. La nostra regione è in possesso di tutte le professionalità e le competenze per poter migliorare le condizioni del sistema sanitario. Per questo è necessaria una reazione ed un'azione forte della politica calabrese. Invito tutti i rappresentanti a tutti i livelli, dalla deputazione, consiglieri regionali, sindaci e consiglieri comunali, a manifestare il dissenso al fine di non consentire l'ennesima umiliazione commissariale che, come già dimostrato, reca solo danni ai calabresi rilanciandone un'immagine distorta e falsa. Non possiamo permettere di bloccare l'economia in un territorio già penalizzato da innumerevoli condizioni di svantaggio infrastrutturale e sociale, come si evince dalla relazione di Bankitalia che analizza il peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie, soprattutto di quelle meno abbienti. Queste ultime sono presenti in prevalenza nel Mezzogiorno". "Utilizzeremo ogni strumento a disposizione - conclude Torromino - per non permettere che venga indebolita ulteriormente una regione, prima che nella sua economia nella sua inviolabile dignità".
Misiti (M5s): "Calabria zona rossa paga inadeguatezza scelte"
"La parola d'ordine sarebbe dovuta essere prevenzione, invece, la Calabria paga il prezzo dell'inadeguatezza di scelte da parte di chi avrebbe dovuto gestire, controllare, organizzare. Nonostante i numeri del contagio siano bassi, la Calabria è zona rossa, ossia presenta una situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo". E' quanto afferma, in una nota, il deputato del M5s, Massimo Misiti. "A quanto pare, nella mia regione - prosegue Misiti - dall'inizio della pandemia, in totale si sono registrati poco più di 6 mila casi positivi, con 125 decessi complessivi su circa 2 milioni di abitanti, eppure nella cartina d'Italia la Calabria ha un nuovo colore, un colore che spaventa, che in tantissimi suscita preoccupazione, e in altri, sbigottimento. Purtroppo, però, la scelta del Governo di colorare di rosso la punta d'Italia, al pari di altre regioni, come, per esempio, la Lombardia e il Piemonte, ha mostrato, proprio come si fa con un segno di evidenziatore, quello che fino ad oggi era stato relegato alle note finali di un capitolo che da medico e deputato conosco bene: il sistema sanitario calabrese non può reggere un'ondata pandemica. Mancano medici, mancano infermieri, mancano operatori socio sanitari perché non si procede alle assunzioni, mancano investimenti. È finanche mancata una gestione ottimale di tutte quelle risorse economiche, che esistono, e che avrebbero potuto permettere, oggi, alla Calabria di non essere così spaventosamente in ritardo: al collasso e disorganizzata nel management dell'emergenza sanitaria". "Gli indicatori, sulla base dei quali la Calabria è Red Zone - sostiene ancora il parlamentare del M5s - sono attinenti alla stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari, che nel caso della Calabria è preoccupante. Il problema risiede nella risposta efficiente da parte del sistema sanitario e nel tracciamento: entrambi fuori controllo. C'è anche chi aspetta 7/8 giorni per fare un tampone, e a questo si aggiunge la mancanza di alcune certezze, prima fra tutte quella sui dati reali dell'emergenza. Tuttavia, c'è stato tempo e modo nei mesi scorsi per approfittare di un vantaggio che la mia regione aveva rispetto alla diffusione del contagio, ma questo vantaggio non è stato accompagnato dalla prevenzione, da una riorganizzazione dei presidi ospedalieri, dalla costruzione di una rete che avrebbe permesso una connessione tra i diversi ospedali e che avrebbe, quindi, facilitato la coordinazione della sanità tutta".
Aceto (Coldiretti): "Zona rossa impoverisce i cittadini"
"A nulla sono valsi i sacrifici che le imprese e i cittadini calabresi che con responsabilità e senso del dovere hanno fatto in questi mesi per evitare il diffondersi del contagio da Covid-19. Con una decisione, le cui reali motivazioni non riusciamo a comprendere, la Calabria è stata inserita in 'zona rossa', potremmo dire nel girone dell'inferno". Lo afferma, in un una nota, il Presidente della Coldiretti della Calabria, Franco Aceto. "Le imprese e i cittadini in modo mirato e intelligente - aggiunge - hanno svolto un ruolo essenziale di sorveglianza attiva, dimostrato dall'evidenza che la Calabria è tra le Regioni con minor percentuale di positività sul numero di tamponi effettuati. Evidentemente questo non è stato fatto da altri che avevano il compito di monitorare e intervenire, non mettendo le toppe, bensì con interventi strutturali e duraturi soprattutto in ambito sanitario. La nostra concretezza di imprenditori,però, è concentrata su quello che bisogna fare subito! Adesso vogliamo guardare al presente e al futuro senza pregiudizi e sterili polemiche e proteste. Arriverà anche il tempo di capire cosa non è andato e quindi diremo la nostra, attribuendo le responsabilità sia alla gestione commissariale della sanità che alle decisioni o meglio le incertezze decisionali della politica". "Gli effetti di questa ulteriore chiusura delle attività di ristorazione - dice ancora Aceto - si faranno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, e le aziende, come le innumerevoli testimonianze che ogni giorno raccogliamo, sono davvero in grande difficoltà, con perdite economiche notevoli, svantaggio competitivo e difficoltà a programmare l'attività. Al governo chiediamo la proroga immediata della moratoria dei debiti bancari che scade 31 gennaio 2021, almeno sino al 31 gennaio 2022; al governo regionale l'immediata attivazione di un fondo di garanzia per permettere la ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole con un ammortamento trentennale e un preammortamento di cinque anni". Queste le azioni immediate". "Una sfida però - conclude Aceto - la lanciamo: un impegno straordinario per fare uscire entro le due settimane previste la nostra regione dalla zona rossa. Questo va fatto al di la delle divisioni politiche, con ragionevolezza e determinazione, per salvaguardare le basi economiche della Calabria. Staremo a vedere. Una cosa è certa: l'agricoltura non si ferma e le imprese agroalimentari continueranno a fare la loro parte".
Sposato (Cgil Calabria): "Zona rossa era inevitabile"
"Era inevitabile il Dpcm del Governo, considerato che la situazione della sanità calabrese. La 'zona rossa' è stata istituita per negligenza da parte di chi aveva la responsabilità di mettere in sicurezza la sanità calabrese". Lo ha detto il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato. "Il Governo nazionale - ha proseguito Sposato- ha preso solo atto delle scelte di politiche e commissariali che negli anni hanno penalizzato i cittadini. Bisogna attivare tutti i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. I commissari devono attivarsi affinché la Calabria in 15 giorni possa passare in zona arancione, perché il sistema produttivo non può reggere un altro lockdown".
Molinaro (Lega Calabria): "Dubbio che Governo abbia fatto una forzatura"
Noi calabresi sappiamo bene i limiti del sistema sanitario regionale! E sappiamo anche che le responsabilità della situazione, da una decina d’anni, sono in mano ai Governi che hanno commissariato la sanità calabrese. Anche la gestione dell’ultimo commissario governativo Cotticelli ha brillato per inconcludenza, ammessa dallo stesso Governo”. Questo quanto dichiara il Consigliere Regionale della Lega Pietro Molinaro. Ma nonostante questo – continua -osservando il quadro dei dati nazionali sull’emergenza Covid, c’è l’impressione che non sia giustificato l’inserimento della Calabria nella zona rossa. Siamo ancora in attesa che il Ministro Speranza pubblichi l’Ordinanza che dovrà spiegare i motivi per cui la Calabria è stata inserita nella zona rossa, ma - sostiene l’esponente politico - il dubbio che il Governo abbia operato una forzatura con danni sproporzionati per i cittadini calabresi è forte! Ed è altrettanto forte - accentua -il dubbio che dietro questa decisione vi siano le spinte dei partiti di Governo che voglio rinviare, al più tardi possibile, le elezioni del Presidente della Regione e del Consiglio Regionale. Le esigenze elettorali di PD e M5S sarebbero state anteposte agli interessi dei calabresi! Vedremo che cosa scriverà il Ministro Speranza nella sua Ordinanza e - chiosa -vedremo le fantomatiche evidenze scientifiche a cui ha fatto riferimento Conte nella conferenza stampa di ieri sera! E tutto sarà chiaro!
Di Natale: “Parlamentari, consiglieri regionali e sindaci vengano a denunciare le omissioni insieme a me”
"La decisione del Governo di dichiarare la Calabria zona rossa è uno schiaffo ai calabresi onesti, ai lavoratori, a chi con sacrificio manda avanti la propria attività e la sua famiglia". Lo afferma Graziano Di Natale, segretario-questore dell'Assemblea regionale a seguito dell’ultimo DPCM a firma del Presidente del Consiglio Conte. "Addebitare la responsabilità al nostro sistema sanitario è la certificazione del fallimento di chi, da anni, governa nella nostra Regione. C’è chi non ha fatto il suo dovere e ha tradito la nostra terra. Sono sempre gli stessi soggetti - afferma il consigliere regionale - che per decenni hanno tenuto sotto scacco la Calabria". L'esponente politico, dopo aver denunciato a più riprese la cattiva gestione sanitaria in Calabria, lancia un accorato appello che recita: “La Zona Rossa porta nomi e cognomi di chi ha ritardato gli interventi per il potenziamento delle strutture ospedaliere della Regione. Parlamentari, Consiglieri regionali e sindaci vengano insieme a me, domani, alla Procura di Cosenza per denunciare ritardi ed omissioni nell’attuazione del piano di emergenza covid che oggi costringe i Calabresi a subire, nonostante i numeri bassi di contagio, la gogna di essere zona rossa". Appuntamento domani ore 10.30 presso il Tribunale di Cosenza. "Servono fatti, non slogan. Ma soprattutto serve coraggio. Io ci sono - conclude il Vicepresidente della commissione regionale contro la ‘Ndrangheta - perché il bene primario, quale quello della Salute, deve essere sempre garantito. Finché il mio ruolo me lo permetterà, resterò vigile”.
Magorno (IV): "zona rossa Calabria ingiusta ma colpa Regione"
La Calabria è zona rossa non per il numero di contagi, ma per il basso livello di ospedalizzazione. Si tratta comunque di un'ingiustizia per i cittadini, per questo ho chiesto ai parlamentari calabresi di unirci per chiedere una revisione di questo provvedimento che non trova, appunto, legittimazione nei numeri. Sia chiaro, se siamo arrivati a questo punto le responsabilità non possono che essere ascritte all'operato della Giunta regionale che, pur avendo avuto risorse per oltre 80 milioni di euro dal Governo, non è intervenuta in modo da mettersi in linea con quelle che erano le esigenze per affrontare al meglio la seconda ondata di contagi". Lo afferma, in una nota, il senatore Ernesto Magorno (IV). "Manca - fa rilevare - il centro Covid regionale, non sono stati individuati i Covid-hotel, non si sono concretizzate le assunzioni di personale medico e paramedico e, infine, non si sono ampliati i posti in terapia intensiva e sub-intensiva. Un quadro desolante. Bisogna agire in fretta, perché i fondi non mancano. E se da un lato è necessario imprimere una svolta sul lato della sanità, dall'altro - secondo Magorno - non bisogna trascurare il lato sociale. Nessuno deve essere lasciato indietro. Sull'esempio del Governatore della Campania, De Luca, vanno integrate le pensioni minime e sociali, bisogna erogare, subito, contributi alle attività produttive e alle persone senza reddito e, infine, occorre un piano di sostengo ai comuni per il personale. C'è modo di porre fine a quest'incubo, ma - conclude - bisogna fare presto".
Reale: "Basta polemiche, subito soluzioni "
"Dopo l’appello alle istituzioni della scorsa primavera a cui avevano aderito più di 5 mila cittadini (tra cui moltissimi operatori sanitari e più di 150 sindaci, avevamo chiesto alla Presidente Santelli, con la Progetto Sud, Comunità Competente ecc. un incontro per poter dare una mano perché era facilmente prevedibile che ci sarebbe stata una seconda ondata Covid". Ad affermarlo è Italo Reale, che aggiunge: "Ovviamente avevo sollecitato con una seria di politici di Centro Destra l’incontro, sicuro che le professionalità che avevano firmato l’appello avrebbero potuto aiutare ad indirizzare l’attività della Regione per non farci trovare assolutamente impreparati. Abbiamo avuto il piacere di un incontro trasmesso via Facebook a tutta la Regione con il viceministro alla Salute Sileri ma la Santelli era troppo impegnata ad incontrare cacciatori ed altro e non poteva darci retta. Niente di male se la Regione, che era competente sul le misure anti covid, avesse raggiunto un livello decente di efficienza ma dobbiamo dire che in diversi mesi (6/8) nulla ha fatto per impedire quello che oggi è successo. Quindi - prosegue - malgrado che il numero dei malati non sia altissimo, le strutture sanitarie non sono in grado di fronteggiare i ricoveri e quindi siamo stati classificati in zona rossa. Certo il Governo avrebbe potuto sostituire prima Cotticelli (tra l’altro forse nominato dal precedente governo giallo verde) visto che non ci pare che abbia proceduto a quel compito di controllo che sicuramente gli spettava ma la responsabilità del ritardo (e quindi della zona rossa) è tutta e direttamente della Regione". "Non è vero che la Regione non è in affanno e vorrei invitare i Parlamentari ed i Consiglieri Regionali del centro destra (se non sono convinti), a mandare qualcuno a fare un tampone per verificare i tempi (anche nei casi di estrema urgenza) di prelievo e di comunicazione del risultato per comprendere come il sistema sia in estrema sofferenza. In Calabria abbiamo perso la capacità di tracciamento della pandemia e il sistema sanitario non è in grado, o non lo sarà tra pochissimo, di rispondere all’emergenza. Le dichiarazioni poi dei medici e le sofferenze dei pazienti (ciascuno di noi può raccontare tanti casi di incapacità ad intervenire) dimostrano che il Dipartimento salute della Regione sta facendo un’operazione pericolosissima perché indica come liberi posti che invece sono occupati creando una situazione di pericolo gravissima. Lo stesso Gruppo di persone e di associazioni del primo appello hanno quindi presentato un nuovo documento firmato da tutte le Associazioni che operano nel sociale e dai Sindacati. È un fatto importantissimo che è stato molto apprezzato e diffuso dai media regionali perché, ancora una volta, la società Calabrese si alza e propone soluzioni al contrario della politica che invece litiga mentre i cittadini muoiono. Non sarebbe quindi il caso che tutti lavorassimo perché i nuovi commissari nominati dal Governo mettano in campo quelle azioni per fare uscire la Regione da un colore (il rosso) che se pur mi è congeniale oggi indica una situazione sanitaria di pericolo. Basta quindi con le polemiche ed al mio Sindaco, che mi pare abbia di nuovo assunto toni da golpista sud americano, chiedo se non ritiene che sia il caso di organizzare, insieme a chi di dovere, un controllo sul territorio non per multare i cittadini ma per convincerli che la mascherina non è un sotto gola ma va tenuto sulla bocca e sul naso anche se si fuma che comunque alla salute non fa bene ".
Vono (IV): "La Calabria zona rossa è contro ogni logica, Speranza e Conte diano risposte"
“La Calabria zona rossa è contro ogni logica. Lavorerò in Parlamento, e proporrò ogni provvedimento a mia disposizione, come parlamentare di maggioranza, con il supporto del mio partito e chiedendo quello anche di tutti i parlamentari calabresi, perché ogni decisione sia nella direzione di vantaggio per la nostra regione e non dettata da logiche politiche e partitiche che non riflettono la mia idea di politica che è quella di dovere morale e atto d’amore per dirla come don Luigi Sturzo, un apostolato sociale da cui deriva il senso della responsabilità morale e della solidarietà sociale. Alla realtà scientifica che attesta chiaramente una situazione epidemiologica sotto controllo e un contagio contenuto direttamente controllabile dal sito della Protezione civile della Regione Calabria che indica oggi su 2 milioni di abitanti meno di 4000 positivi e, per di più, per il 95% asintomatici che quindi non necessitano di alcun ricovero ospedaliero ma già in isolamento nelle proprie dimore, un numero di tamponi positivi su quelli effettuati ben al di sotto della media nazionale del 16% e, 11 posti di terapia intensiva occupati su molti più di 100 disponibili con un livello cd di saturazione del 5%, fa da contraltare la realtà politica che emana decreti ordinanze di dichiarazione della Calabria come zona rossa. E’ arrivato il momento che, ufficialmente, il ministro Speranza e il presidente Conte diano le risposte che i calabresi si attendono non solo riguardo al mondo sanitario ma al mondo produttivo tutto che, dopo il sacrificio dei mesi precedenti, si trova in una condizione che forse nessun ristoro potrà risanare. Lo chiederò ufficialmente, con gli atti dovuti, in Parlamento, luogo democratico per eccellenza che da qualche tempo sembra aver perso il suo vigore malgrado i richiami accorati del presidente Mattarella e le criticità fatte emergere da Italia Viva ai tavoli di Governo. Dietro la questione e i polveroni sollevati dall’inserimento della Calabria nelle zone rosse, quasi a fare da pendant, come unica zona rossa del Sud, con le zone del Nord, si è pensato, all’immediata scadenza del decreto Calabria, che, fin da subito ho contrastato non votando il provvedimento, osannato da alcuni parlamentari e ora ignobilmente rinnegato, ma che ha creato ulteriori danni alla nostra Regione anche perché, nelle parti in cui poteva essere sufficiente non è stato attuato, di proseguire, in modo incomprensibile, il fallimentare commissariamento che, proprio ai sensi del nuovo art.6 del decreto cd. di rilancio della sanità dovrebbe essere dichiarato decaduto per non aver raggiunto gli obiettivi prefissati ma, alla decadenza e lo proporrò come modifica alla norma, dev’essere aggiunto il richiamo alle responsabilità derivanti dagli onori con i relativi oneri che fino ad oggi ricadono solo sulle nostre spalle. “ Cosi’ la senatrice di Italia Viva Silvia Vono.
Confartigianato Calabria: "La Regione ci convochi per parlare dei ristori"
“Domani mattina la nostra regione si sveglierà nella Zona Rossa, bloccata negli spostamenti, con le serrande di migliaia di attività abbassate e il proprio tessuto economico e sociale già penalizzato da anni di criticità ulteriormente deteriorato, questa volta con il rischio di non avere prospettive di ripresa”. E’ quanto si legge in una nota di Confartigianato Imprese Calabria che è vicina agli artigiani, agli imprenditori, ai professionisti “spina dorsale della produttività calabrese, vittime della inadeguatezza, del menefreghismo e dell’opportunità delle classe dirigenti e politiche che si sono succedute negli anni. Non ci interessa individuare le responsabilità, che riconosciamo quota parte nel governo centrale ed in quello regionale: cittadini e imprese non devono pagare per colpa di altri. Questo è il momento della responsabilità che, per quanto ci riguarda, significa rimboccarsi le maniche per risolvere immediatamente le problematiche che ci hanno messo in queste condizioni e provare ad uscire il prima possibile da questa situazione. Questo vuol dire anche ristori subito alle imprese che saranno costrette a chiudere per fare fronte ad una emergenza sanitaria in prospettiva, che il nostro sistema non sarebbe in grado di reggere perché negli otto mesi che ci separano dal primo lockdown non stati spesi i fondi per l’emergenza covid, non sono state aumentate le terapie intensive; non sono stati aperti ospedali covid, per non parlare della medicina territoriale. E ne paghiamo tutti le conseguenze. Alla Regione Calabria, quindi, chiediamo che vengano convocate le categorie per un immediato confronto in modo che vengano individuati i margini di manovra entro cui sostenere le imprese in difficoltà, individuando misure opportune, ma evitando contributi a pioggia: contributi mirati e veloci”.
“Venendo al Dpcm varato ieri, siamo di fronte ad un provvedimento disordinato e poco chiaro, stabilisce che molte attività siano operative ma non ci spiega come materialmente queste possano svolgere la propria attività. Pensiamo ai falegnami che devono consegnare un mobile e hanno la necessità di interfacciarsi con il proprio cliente: e se il cliente non può recarsi in laboratorio, perché questa attività non rientra tra quelle che possono essere considerate necessarie? Il cliente sarebbe soggetto a contravvenzione? Se così fosse, non si arriverebbe quindi ad un blocco della produzione? Tante domande che ci impediscono di seguire la logica con cui il Governo ha stabilito che possano essere aperte alcune attività a discapito di altre che devono rimanere chiuse – si legge ancora nella nota di Confartigianato Imprese Calabria -. Ci chiediamo, ancora, perché far restare chiusi i centri estetici che assieme ai parrucchieri sono tra i luoghi più sicuri visto che hanno adottato tutte le misure necessarie e investito centinaia di euro per rispettare uno stringente protocollo di sicurezza. Devono esserci ristori adeguati e immediati, che non solo siano commisurati ai danni reali subiti dalle imprese in seguito al blocco delle attività, ma anche da una valutazione prospettica di quello che potrebbero essere i danni. Non sottovalutiamo il fattore psicologico dei consumatori nei confronti del nostro territorio, soprattutto guardando alla regione in zona Rossa, e quindi dall’esterno: come potrebbero essere parametrati questi danni. Vogliamo risposte, chiare e veloci. La Calabria è in ginocchio e i calabresi hanno già pagato per l’incompetenza bipartisan: siamo rossi sì, ma dalla rabbia”.
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