Mostra "Reportage di Viaggio" del lametino Paolo Carnovale: “Scorci di quotidianità e attimi di vita vissuta”

mostra-fotografica22_ceb1c.jpg

Catanzaro – Chiusa la Mostra "Reportage di Viaggio", scatti fotografici del lametino Paolo Carnovale, tenutasi dal 18 settembre al 18 ottobre 2022 nelle sale espositive dell'Ex Stac di Catanzaro in piazza Matteotti. La mostra fotografica è stata presentata dall'Associazione artistico-culturale "Arte&Antichità Passato Prossimo" di Lamezia Terme con il patrocinio del Comune di Catanzaro. A recensire la mostra, la professoressa Diana Sirianni, opinionista appassionata di letteratura ed arte in genere, che vive e ha insegnato scienze umane fino allo scorso anno a Firenze.

“Occhi ridenti di un’esotica infanzia, generazioni femminili a confronto, scorci di megalopoli globalizzate che si ergono a simboli dell’ascesa veloce di nuove potenze finanziarie, situate però nella più immediata contiguità con arcaiche forme di organizzazioni socio-economiche semplici: sono alcuni degli scatti fotografici – scrive la professoressa Sirianni - di Paolo Carnovale. Scene di vita quotidiana, con soggetti prevalentemente femminili, raffigurazioni di antiche civiltà del mare, di popolazioni lontane eppure vicine, di pratiche di sussistenza come la pesca, che uno sguardo dal sapore antropologico ci propone, declinando la passione per l’arte - quella fotografica - nei termini di un’osservazione partecipante. Un’osservazione che sembra scaturire da intenso interesse e curiosità, dal viaggio come modus vivendi, dalla postura di una natura forse incline all’erranza, ma che al contempo si esprime nell’accostamento discreto, mai finalizzato all’esibizione del diverso in quanto tale: un uso, insomma, anche antropologicamente esplorativo dell’obbiettivo fotografico, da parte di una sensibilità che si spinge oltre la conoscenza dei confini consueti”.

Le immagini che gli scatti di Carnovale, prosegue: “ci regalano sono scorci di quotidianità, attimi di vita vissuta nel momento stesso del loro sorgere spontaneo -non solo nell’osservato ma anche in colui che osserva- che ci restituiscono uno spaccato di vita reale, senza i virtuosismi e gli infingimenti degli effetti speciali, al netto della pretesa di isolare -per  mostrare e spettacolarizzare-consueti o anche inediti dettagli dell’esistenza dell’Altro. Sono foto che ci raccontano, anche, il dissolversi delle coordinate  spazio-temporali di un mondo globalizzato, senza per questo  rinunciare a coglierne quelle differenze da riconoscere e valorizzare: piccoli gesti e semplici fatti di una microstoria umana universale, eppure incastonati come preziosi in delicati ecosistemi da trattare con cura, col loro carico di  tradizioni e irrinunciabili differenze culturali, da preservare con determinazione”.

Il racconto fotografico di Carnovale “ci schiude altri mondi riportandoci al nostro, a ciò che ci accomuna e al contempo ci differenzia. Un contenitore di “comune umanità”; ed è quest’ultima a costituire uno scrigno per chi ancora guarda al futuro o, se si preferisce, la nostra preziosa cassetta degli attrezzi. Un sentimento fatto di serena familiarità e comune appartenenza ad un’unica trama può affiancarsi, infatti, nel fruitore alla ricerca della cifra estetica: come una certezza della comune radice, della comune condizione di nomadismo esistenziale dell’uomo contemporaneo. E allora anche gli indonesiani “zingari del mare” più volte ritratti prendono a rassomigliarci, in quella loro stessa precaria stanzialità, che ci àncora tutti al comune destino di  un  luogo e un quando indeterminati”. Queste e altre suggestioni  e riflessioni all’Ex Stac di Catanzaro in piazza Matteotti, suscitate dal Reportage di viaggio di Paolo Carnovale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA