Lamezia Terme - “Lamezia Terme. Un fallimento o un’opportunità?”. È questo il titolo del libro del professore Riccardo Viola. La sua ultima sua fatica letteraria, presentata al pubblico presso le sale del Chiostro Caffè letterario, racconta cinquanta anni di storia e politica della città di Lamezia. Storico esponente della destra lametina, dirigente del MSI, nonché consigliere comunale, dopo aver dedicato molto tempo alla politica, Viola decide di mettere nero su bianco uno spaccato della storia della città delineato attraverso il suo punto di vista, ovvero dalla prospettiva di chi ha vissuto all’interno degli ingranaggi delle varie forze di potere. Fa così una panoramica: da quando tutto ebbe inizio il 4 gennaio 1968 con il senatore Arturo Perugini, fino ai giorni nostri, dalle grandi occasioni mancate come quella dell’università, del polo fieristico, del porto, fino alla dura critica verso una classe politica impreparata e poco compatta; dalle pressioni dei poteri forti delle province limitrofe, passando inevitabilmente per i tre episodi dolorosi di scioglimento del consiglio comunale, che rappresentano per la comunità una ferita sempre aperta, principalmente in odore di elezioni amministrative. La presentazione del libro, in realtà, diventa un pretesto per rilanciare la domanda ai lametini e agli esponenti della nuova e vecchia politica presenti in sala: Lamezia, oggi rappresenta un fallimento o un’opportunità? “Perché la città deve morire? Dove ha sbagliato la politica” - domanda Viola.
Unanime la risposta, ed anche un po’ scontata, della vecchia guardia politica. Lamezia è un’opportunità per tutti. la città ha vissuto da una parte lo scotto dell’inefficienza di vecchie amministrazioni che non hanno mai saputo fare squadra per il bene comune, dall’altra molte responsabilità vengono imputate agli spintoni dei giochi di potere provenienti dalle aree provinciali limitrofe, le quali hanno combattuto con le unghie e con i denti per non spartire certi privilegi territoriali. Neanche troppo velato è il riferimento agli episodi di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, che pare, per alcuni dei presenti, essere un’assurdità. Sembra, infatti, che l’espansione di Lamezia abbia sempre rappresentato una minaccia per le province della Calabria che ne hanno sempre osteggiato lo sviluppo.
“Lamezia quando alza la testa viene massacrata” tuona Mascaro infervorato, che in materia di scioglimento comunale si sente chiaramente chiamato in causa. Molto è stato fatto, l’aeroporto, la ZES, il potenziamento della stazione, ma molto ancora ci sarà da fare; si discute ancora delle infinite opportunità che questo territorio potrebbe offrire, invidiabile per posizione geografica e per potenzialità. In un rapporto commissionato dal “Comitato 4 Gennaio” sulla storia del comprensorio, sono riassunte tutte le risorse e le opportunità del territorio, per il progetto Grande Lamezia, che vorrebbe ricollocare il lametino in una posizione di centralità in relazione al contesto provinciale e regionale.
I buoni propositi per l’immediato futuro sembrano essere tanti, uno su tutti sembra fondamentale e comune a tutte le parti politiche, prova a sintetizzarlo il professore Viola che si dice pronto a riunire avversari e colleghi di partito con un unico scopo: “Sono pronto a battermi per il bene di Lamezia con chiunque, come me, abbia lo stesso obiettivo”. Presenti al dibattito l’avvocato Basilio Perugini, figlio del fondatore della città, l’ex sindaco avvocato Paolo Mascaro, l’ex sindaco avvocato Pasqualino Scaramuzzino, l’ex sindaco ingegnere Pasquale Matarazzo, l’ ingegnere Vittorio Mazzei, il dottore onorevole Gianfranco Luzzo, l’ex consigliere regionale Mario Magno.
D.C.
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