Lamezia, Italia Nostra e Cittadinanzattiva: "Vincolo paesaggistico nell'area Ex Sir costituisce ultimo baluardo a difesa dell'ambiente"

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Lamezia Terme – “La storia come paradosso. È quella che riguarda l'area ex sir di Lamezia Terme. L’ennesima, segnata fin da subito da un illogico disegno: una zona industriale realizzata in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale”. Dopo l’appello lanciato dall'associazione Costa Nostra anche da Italia Nostra, Giuseppe Gigliotti, (responsabile regionale Ambiente e Territorio) e da Cittadinanzattiva Calabria (segretario regionale) Felice Lentidoro, rimarcano che non venga soppresso il vincolo paesaggistico nell’area Ex Sir. “In Calabria – si legge in una nota - a Lamezia Terme, si può: la contraddizione è realtà da decenni, la vicenda dell’area ex-Sir, che si trascina dagli 70 anni, rappresenta ancora uno dei monumenti più emblematici dell’abbandono, del contro sviluppo e di una politica fallimentare che ha significato enorme spreco di denaro e stravolgimento, in negativo, di terreni di grande pregio agricolo”.

“Costa Nostra ha nei giorni scorsi posto opportunamente l'accento sul problema, come aveva fatto Italia Nostra in precedenza. Ha inviato alla Regione sotto forma di osservazioni al Piano regionale di gestione dei rifiuti le preoccupazioni in merito al forte interesse da parte di alcuni soggetti tendenti alla soppressione del vincolo paesaggistico posto nell’area ex-Sir. Siamo convinti - come Italia Nostra e Cittadinanzattiva - che il vincolo paesaggistico costituisca davvero l’ultimo baluardo a difesa dell’ambiente in una zona in cui la natura è stata già ripetutamente sacrificata sull'altare di un’assurda ed incomprensibile industrializzazione fallita ancor prima di nascere”.

Italia Nostra “è impegnata contro la richiesta di soppressione del vincolo paesaggistico, come cittadinanzattiva regionale, ed è a fianco di tutte le associazioni che si muovono nella stessa direzione, spingendo per l’inserimento nel piano di bonifiche della Regione delle cinque aree ricadenti nella zona industriale, già sequestrate dalla Guardia Costiera. La relazione tecnica dell’Arpacal da cui emergono carenze costruttive perpetrate negli anni, rilevate sia negli atti progettuali che nelle opere realizzate rappresenta un fatto di gravità non trascurabile”.

“Va, perciò, scongiurato il progetto della Regione - proseguono da Italia Nostra e da Cittadinanza attiva - là dove ha previsto di realizzare uno dei nuovi ecodistretti proprio nell’area in questione. La programmazione del nuovo impianto appare illegittima  e priva delle qualità giuridiche che la legge prevede in quanto è titolo assolutamente escludente per la costruzione di nuovi impianti, la presenza di un’area Sic e della propria fascia di rispetto/tutela. Se il progetto venisse, malauguratamente, realizzato, Lamezia Terme diventerebbe la città calabrese con il più grande ecodistretto. Gli ecodistretti, nelle previsioni della giunta Oliverio, sono le aree da destinare al “nuovo” ciclo dei rifiuti, un’ipotesi che, se realizzata, comporterebbe un cambiamento in negativo della zona: da sito di pregio paesaggistico ad area agricola, poi da zona turistica ad area industriale e, infine, a ecodistretto, pregiudicando in maniera definitiva un'area dalle potenzialità straordinarie. Tra le aziende insediate nell'area, circa il 20% avrebbe già a che fare direttamente o indirettamente col ciclo dei rifiuti e un altro 10% (su 90 aziende più di 30) presenterebbe cicli produttivi a forte impatto ambientale. In base a questi dati più che pensare alla rimozione del vincolo paesaggistico, sarebbe buona cosa offrire adeguate risposte a tali problemi. La notizia di sversamenti in mare di policlorobifenili e diossine provenienti da un condotto dell’area ex Sir ha già fatto cronaca. Episodi del genere non solo non devono più verificarsi ma occorre una politica di controllo e di prevenzione che inibisca il ripetersi di manifestazioni così gravi. Si chiudono gli occhi e le orecchie invece sul pontile consortile che cade a pezzi, nella più totale indifferenza e in un continuo susseguirsi di rimpalli di responsabilità. Su questi tema Italia Nostra è intervenuta anche sulla stampa, più volte, così come Cittadinanzattiva. Si sta sgretolando in mare sotto gli occhi di tutti. Determinando problemi di impatto ambientale e grave danno all'armonia salutare marina e complessivamente più generale”. 

“Fa un certo effetto notare - concludono - le numerose specie di grandi uccelli migratori pronti a soggiornare tra gli acquitrini formati dalla pioggia. Presso la foce del Turrina vi sono avvistamenti riguardanti cicogne nere. L’area ex-Sir sorge infatti su una zona umida, naturale congiunzione tra i Sic Palude dell’Imbutillo e Laghi La Vota. Ci auguriamo che come previsto dalle norme paesaggistiche e dalle direttive Habitat vengano avviate al più presto le procedure per l’inserimento dell’intera area nell’elenco delle Zone di protezione speciale. Le preoccupazioni relative alla soppressione o alla rimodulazione del vincolo paesaggistico nell'area ex-Sir nascono dalla paura che una scorretta gestione dell’area, come già avvenuto finora, possa portare nel tempo alla totale devastazione del territorio. Vogliamo evitare ai nostri figli una nuova Taranto o una nuova Gela. La promozione di uno sviluppo sostenibile legato alla bellezza di questa parte di Calabria, in linea con la naturale vocazione del territorio, sarebbe il vero valore aggiunto di tutto il lametino, di sicuro non l’eliminazione del vincolo paesaggistico che anzi, si è reso fondamentale per evitare la totale devastazione. Il vincolo paesaggistico scoraggia e scongiura appetiti che hanno poco a che fare sia con l'ambiente che con il turismo ed un'agricoltura fiorente”.

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