Lamezia Terme - Festeggiamenti al Tip Teatro per il Migrant Day. In programma oltre allo spettacolo “Io non sono il mio problema” figlio del laboratorio teatrale “Diversi (quasi) Uguali” curato da Dario Natale, anche un aperitivo etnico e la proiezione del video del film-maker Antonio Grande girato in occasione della "Giornata Mondiale del Rifugiato 2019". Per l’occasione si celebra anche il decennale dello Sprar Due Soli, che sul territorio lametino ha rappresentato lo spartiacque tra il rudimentale e freddo modello dei Cpt (centri di permanenza temporanea) e l’attuale modo di concepire l’accoglienza.
“Abbiamo accolto in dieci anni all’incirca duecento persone di differenti nazionalità - ha raccontato Roberto Gatto responsabile della Due Soli - Il Migrant Day è un giorno di festa, ma rappresenta prima di tutto un momento di riflessione: chi arriva si porta dietro tante sofferenze che non hanno per niente il sapore della festa.”
I rifugiati, infatti spesso arrivano nei centri di accoglienza dopo aver vissuto esperienze estreme. La loro migrazione forzata e spesso improvvisata li costringe ad abbandonare la propria realtà e il proprio lavoro. Si ritrovano ad essere spogliati completamente del loro ruolo sociale e necessitano oltre che di aiuti primari, di supporto per potersi orientare in una realtà completamente sconosciuta. É proprio questo il ruolo primario dello Sprar. A testimoniarlo sono stati gli stessi operatori Serena Peronace, psicologa, e Fail Naima, mediatrice culturale. “Nello Sprar mi sono sentito accolto e coccolato come a casa” ha raccontato Dayrou Faye che vive in Italia da ormai venti anni; “Ho avuto l’opportunità di fare diverse esperienze di formazione” ha detto poi Hafsa Abdulhai Alì, arrivata due anni fa dalla Somalia, ed oggi perfettamente integrata: ha trovato l’amore e sta per diventare mamma.
La sinergia tra le varie professionalità specializzate mira a ricreare, infatti, quella condizione domestica ed ordinaria che i rifugiati perdono, per permettere loro di far ripartire le proprie vite, di aspirare al proprio futuro. Un’ulteriore testimonianza è arrivata da Giulia Costanzo, docente dell’Istituto scolastico Don Milani che ogni giorno è a stretto contatto con alunni di diverse etnie, segno che l’esperienza dell’integrazione non debba essere limitata alle attività degli Sprar, ma deve necessariamente continuare soprattutto al di fuori di queste strutture. Intanto il prossimo 31 dicembre risulta in scadenza il bando per prorogare l’attività del progetto per i prossimi tre anni. Giusto in tempo per tirare le somme di questo meeting, arriva l’assessore alla cultura Giorgia Gargano insieme con il sindaco Paolo Mascaro che promette: “Ho già dato indirizzo per proseguire questa esperienza Sprar. Ho personalmente verificato quali sono i risultati: questo è un gioiello di positività.” Si assume poi l’impegno di sbloccare anche l’incresciosa situazione burocratica dello stabile confiscato alla ‘ndrangheta di via Cassiodoro, che era in uso allo Sprar, e oggi risulta inutilizzabile. Chiuso perché non accatastato, condizione in cui versano diverse strutture a Lamezia.
Dora Coscarelli
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