Lamezia: migranti, Anci presenta nuovo Piano nazionale di ripartizione applicato al modello Sprar

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Lamezia Terme - E’ stato promosso da Anci Calabria e dalla Regione l’incontro “Il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati: il nuovo Piano nazionale di ripartizione e il modello Sprar”, finalizzato alla divulgazione e alla corretta acquisizione da parte dei Comuni e degli enti interessati dei contenuti del Piano e delle modalità di adesione, in modo da favorire l’applicazione del Decreto Ministeriale relativo alle nuove norme che regoleranno l’accoglienza nel nostro paese. Ne hanno parlato, dopo gli interventi introduttivi del prefetto Latella e del Sindaco Mascaro, la responsabile del Dipartimento per integrazione, accoglienza e gestione immigrazione Camilla Orlandi, e la responsabile del Servizio centrale del sistema di protezione per i richiedenti asilo Cristina Passacantando, presentate dal delegato per le Politiche dell’immigrazione della Regione Giovanni Manoccio e dal moderatore Michele Drosi. Il nuovo Piano, secondo quanto emerso dall’incontro, dovrebbe favorire gli Sprar rispetto ai Cas (Centri d’acccoglienza straordinari) privilegiando i piccoli numeri – non più di 100 persone accolte in uno stesso stabile – per favorire l’integrazione nei singoli territori e fronteggiare una situazione di stabile emergenza, che si protrae ormai da circa sette anni, dislocando e distribuendo l’accoglienza in maniera da renderla sostenibile. Già dal 2014, grazie all’introduzione di quote regionali, è stato possibile evitare il sovraccarico di presenze nelle zone di confine – essenzialmente Sicilia e Calabria – raggiungendo un equilibrio grazie al quale oggi la prima regione per numero percentuale di ospiti è la Lombardia. Ma dopo aver affrontato il problema a livello regionale, lo step successivo riguarda senza dubbio i Comuni e la relativa concentrazione di presenze, che è ancora soggetta a forti squilibri con conseguente pericolo di rigetto laddove la percentuale è maggiore.

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E’ a questo scopo che è stato strutturato il nuovo Piano di ripartizione nazionale, uno strumento tecnico che assegna ad ogni singolo comune una quota stabilita in base alla densità demografica, con una clausola di salvaguardia: “Al Sindaco che decide di far entrare il proprio Comune nel Piano d’accoglienza – dice la Orlandi – viene assicurato che non saranno messe in atto altre forme d’accoglienza nel suo territorio”. Si chiude già il 31 Marzo la prima trance per la presentazione delle domande di finanziamento triennale, che saranno valutate e messe in graduatoria: 60 punti il minimo per accedere creando 1 o 2 nuovi Sprar per un totale di minimo 10 nuove unità. La seconda trance si chiuderà invece il 30 settembre. I Comuni per aderire al piano dovranno iscriversi, in forma singola o associata, alla piattaforma virtuale preposta. “Se tutti i comuni aderissero colmando il gap attuale ci sarebbero oltre 57.000 posti in più a livello nazionale” sottolinea ancora la Orlandi. Il finanziamento garantito per ogni progetto sarà al massimo pari al 95% del costo totale, mentre il Comune dovrà assolvere al 5% - anche in forma di beni e strutture – contro il 20% previsto dalla legislazione precedente”.

Giulia De Sensi

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