Gizzeria - Una figura paradigmatica di valori rari e ancora sentiti dalla comunità quella di Giuseppe Lo Moro, dirigente negli anni ’70 della scuola primaria statale di Gizzeria al quale oggi lo stesso istituto è stato intitolato, alla presenza delle autorità civili militari e religiose, in una cerimonia molto partecipata cui era presente, accanto alla famiglia, buona parte della cittadinanza.
Cittadinanza che una commossa Doris Lo Moro ha ringraziato, dicendo semplicemente di suo padre: “Lui ha seminato ma loro hanno saputo raccogliere”.
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Hanno parlato diffusamente della sua storia e del grande lascito ricevuto l’attuale dirigente scolastica Fiorella Careri, il sindaco di Gizzeria Pietro Raso, il responsabile del centro studi Futura Carmelo Cortellaro che insieme al Kairos Group ha realizzato un lungo documentario, contenente una serie di testimonianze rilasciate da alunni, insegnanti e personale non docente, eloquenti della fortissima impronta offerta da Lo Moro alla scuola che oggi porta il suo nome, senza tralasciare di ripercorrere tutte le tappe del suo percorso.
Rimasto orfano dopo il naufragio nel mar d’Africa della nave “Nuova Scozia”, che trasportava suo padre insieme ad altri prigionieri di guerra, mantiene la famiglia giovanissimo lavorando in miniera. Ma non rinuncia ai suoi sogni, cosa che lo porta prima al diploma, poi all’abilitazione Magistrale, infine, dopo aver ottenuto la cattedra, a vincere il concorso da dirigente di plesso didattico.
E’ allora che approda a Gizzeria con la moglie Rosa Condello, dove trasforma la locale scuola elementare in uno dei primi istituti a tempo pieno, allora sperimentali, previsti dalla Legge 820 del 24 settembre 1971. Nascono presto una palestra, un refettorio e un teatro, insieme a svariati attrezzatissimi laboratori, che due dei suoi otto figli frequenteranno. La favola finisce l’8 gennaio del 1985, con la sua prematura e tragica scomparsa, quando fu ucciso insieme al figlio Giovanni nei pressi di Filadelfia.
Ne sono state ricordate a più voci la passione per la Resistenza al fascismo e quella per il socialismo, la fedeltà ai valori della Carta Costituzionale, l’eloquio convincente e il grande carisma.
“Gizzeria è per noi il luogo della memoria, – conclude il figlio Paolo – il luogo in cui nostro padre ha espresso la sua verve creativa cambiando la realtà. Venendo qui possiamo percepire dentro di noi l’essenza dello spirito che lui ci ha trasmesso”.
Fra i presenti alla cerimonia svariate personalità politiche e, in rappresentanza della Diocesi di Lamezia Terme, il Vescovo Emerito Rimedio e don Fabio Stanizzo.
Giulia De Sensi
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