Lamezia Terme - “Sono molto contento di essere a Lamezia Terme per il festival Trame. Ho intitolato il mio ultimo romanzo 'Solo il coraggio', perché il coraggio è una scelta, una scelta che una volta che la intraprendi spesso ti porta anche alla solitudine. E la scelta che ha fatto Giovanni Falcone è stata una scelta intellettuale, 'fisica', professionale. Questo romanzo vuole essere una sorta di manuale che offra al lettore la possibilità di capire che si può, scegliendo, dare un senso alla propria vita”. E' quanto ha affermato ai microfoni de Il Lametino, lo scrittore Roberto Saviano che, nella serata di ieri, è stato ospite del festival Trame per un evento che ha visto la piazzetta San Domenico gremita in ogni ordine di posto. Sempre dai nostri microfoni, lo scrittore ha inteso lanciare un messaggio di speranza ai giovani lametini: “Resistete, tenete la luce accesa, provando sempre a capire non semplificando mai ma anzi cercando la complessità nelle cose”.
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Saviano è stato accolto calorosamente dal pubblico del festival e ha intrattenuto la piazza con un intervento di circa un'ora da one man show. “Abbiamo davanti Giovanni Falcone, una persona geniale, spesso diffamata, sola, con dentro un grande sogno e un'ossessione: quella di poter cambiare la realtà con lo strumento del Diritto, un strumento che ti fa capire il potere delle cose” - ha affermato nel corso della presentazione. Il romanzo si apre a Corleone nel dopoguerra dove una famiglia di contadini arrotonda prendendo ordigni bellici e svuotandoli, per rivendere il metallo. Trovano un colpo di cannone che pensavano essere vuoto e lo portano a casa dove il contadino Giovanni prova ad aprirlo con una pietra, facendo esplodere tutto. L’esplosione devasta lui, i suoi figli e distrugge la casa, si salva solo un bambino di 12 anni che è Totò Riina che assiste a questa scena e a 12 anni diventa il maschio di famiglia. E poi il romanzo si chiude con l’attentato a Capaci fatto anch’esso con un ordigno bellico, per far saltare l’autostrada Cosa nostra utilizza del tritolo trovato nelle bombe americane raccolte dai pescatori sui fondali siciliani. Il romanzo racconta la storia di un magistrato che insieme a pochi altri intuisce la complessità di un'organizzazione criminale pervasiva (che in molti chiamano mafia, ma che poi si rivelerà a tutti come Cosa nostra), ne segue le piste finanziarie, ne penetra la psicologia e ne scardina la proverbiale omertà. Una storia costruita raccogliendo tutte le informazioni possibili dove i dialoghi sono ricostruiti attraverso una ricerca, per esempio dai Diari di Rocco Chinnici, maestro di Giovanni Falcone. La storia di un uomo che ha scelto il coraggio, senza esitazioni.
Bruno Mirante
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