Lamezia Terme, 2 maggio - Il segretario del Pd lametino, l'avvocato Tonino Barberio, interviene sulla nomina di Ministro dell'Integrazione di Cecilie Kyengeda parte del neo governo Letta, e sulle relative reazioni di stampo anche razzista nei confronti del nuovo Ministro del Pd. "C’è una debolezza di fondo nel definire “operazione mediatica” la nomina di Cécile Kyenge Kashetua Ministro per l’Integrazione. La sua scelta da parte del Premier Enrico Letta infatti non è un’opzione qualsiasi, ma è la risultante di un percorso politico molto lungo fatto di impegni condivisi con Livia Turco e il Forum immigrazione del Partito Democratico, non solo interno, ma frutto di un lavoro comune che raccoglie anche le istanze e le forti richieste della società civile. La Kyenge è portavoce nazionale della rete Primo Marzo che si occupa di promuovere i diritti dei migranti e i diritti umani e tra le sue battaglie da attivista vi sono la libera circolazione, una nuova legge sulla cittadinanza e l'abrogazione della Bossi-Fini.
Un Ministro scelto per i suoi meriti e le sue capacità e non certo per il “colore della pelle” è un messaggio che rompe gli schemi tradizionali della politica di professione che fa senza dubbio onore al Partito Democratico e in particolare ad una delle personalità migliori dei democratici, Livia Turco. Tra le prime (aimè) a decidere di passare il testimone ai giovani e a decidere di non ricandidarsi al Parlamento e ad impegnarsi con determinazione per l’elezione del neo ministro e di Kalid Chaouki in quella che lei stessa in un emozionante articolo apparso su l’Unità del 30 aprile ha definito “la svolta generazionale di cui ha bisogno il Paese. Madri e padri che lasciano spazio ai figli/e. Giovani che cercano la loro strada e la percorrono in autonomia e sanno imparare da chi c’è stato prima”.
L’effetto della nomina della Kyenge apre gli occhi su quel principio di realtà in cui l’Italia si avvia a divenire una società cosmopolità dove, a prescendire dalle origini, puoi ambire a qualsiasi traguardo. E’ come se politica e società prendano atto definitivamente che non c’è più spazio per provvedimenti che tendono a non riconoscere le conquiste che i nuovi italiani hanno già ottenuto sul fronte dei diritti civili e sociali anche grazie alla normativa antidiscriminatoria di derivazione comunitaria purtroppo ancora ignota a molti amministratori.
Le vergognose e indegne offese razziste rivolte al neo ministro in questi giorni sono solo un effimero tentativo di non vedere un'integrazione che è già presente nel Paese, nei nostri asili nido, nelle scuole e nei posti di lavoro. Solo una minoranza di misogini e i razzisti può ancora credere alle leggende sugli immigrati che rubano il lavoro agli italiani e che invece fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare o che sono dediti solo alla commissione di reati gravi e che vivono senza contribuire ad un Welfare a cui hanno diritto.
La politica nazionale sull’immigrazione ha finalmente un interlocutore e un’opportunità che sinora non ha avuto con quel compito difficile di cercare convergenze e mediazioni a fronte di pregiudizi ideologici privi di consistenza giuridica e sociale.
Anche a livello locale i democratici faranno la loro parte e la migliore risposta alle recenti provocazioni e reticenze in tema di integrazione religiosa, dopo l'assegnazione ai Testimoni di Geova di un'aerea comunale da parte del Comune di Lamezia Terme o le polemiche sollevate dopo l’approvazione del regolamento comunale per gli interventi sociali di carattere economico, finalizzati al contrasto della povertà anche agli stranieri, con cittadinanza diversa da quelli appartenenti alla Ue, ai profughi, ai rifugiati e ai richiedenti asilo, non può che essere quella di rilanciare con altre proposte che solleciteremo attraverso i nostri rappresentanti istituzionali. Prioritari tra esse l’istituzione del Consiglio Comunale degli stranieri e la destinazione di aree demaniali per la realizzazione di un cimitero musulmano e di una moschea sul territorio lametino, in attesa che la battaglia per il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia diventi legge.
Buon lavoro Ministro e buon lavoro a tutti noi".
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