Da Lamezia a Gelsenkirchen, una notte agli Europei di calcio: l'atmosfera magica sugli spalti e il sapore amaro della sconfitta

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Lamezia Terme - Così com'era già accaduto in più gare del vittorioso Mondiale del 2006 ed in un altro paio degli altrettanto trionfali Europei del 2020, ma giocati nel 2021 per via della pandemia, anche ieri sera sugli spalti dello stadio di Gelsenkirchen, in occasione di Spagna - Italia, è comparso il tricolore con la scritta Lamezia. In occasione di Italia - Albania dello scorso 15 giugno, dietro una delle due porte non era invece passato inosservato il drappo rosso-bianco-verde con la dicitura Sambiase. Stavolta il risultato finale non ha tuttavia arriso agli azzurri, nettamente sovrastati sul piano del gioco, della tecnica, dell'intensita' e della determinazione, dalle "furie rosse", trascinate anche dai propri golden boys, ovvero dal ventunenne Nico Williams, letteralmente straripante (a Di Lorenzo sta ancora girando la testa), e dall'addirittura sedicenne Yamal. Eccetto gli ultimi 10', nei quali la Spagna ha comunque continuato a rendersi pericolosissima, non c'e' stata gara al contrario di come il punteggio di stretta misura potrebbe far pensare a chi non ha visto, o assistito, al match.

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Paradossalmente, però, vista pure la serata di grandissima vena di Gigio Donnarumma (solo il suo ex collega Toldo, nel 2000, aveva dovuto sfoderare più interventi a difesa della porta italiana in una singola gara della competizione riservata alle nazionali del vecchio continente), soltanto una sfortunata autorete di Calafiori ha permesso agl'iberici di portare a casa la vittoria valsa la matematica qualificazione, da prima del girone e con un turno di anticipo, agli ottavi. Quanto alla formazione di Spalletti, piu' che brusca la frenata rispetto alla discreta prova offerta contro l'Albania. Se in quel caso gli azzurri avevano giganteggiato a livello di possesso palla, stavolta sono stati gli spagnoli a non farla mai toccare, o quasi, agli italiani. Oltre al già citato Donnarumma, di gran lunga il migliore dei suoi, ad aver strappato la sufficienza sono stati, a nostro avviso, giusto Bastoni e, tolta l'autorete, il giovane Calafiori. La gara con la Croazia del 24 giugno a questo punto ci dirà, probabilmente, se nella sconfitta di ieri sera abbiano prevalso piu' i meriti della Spagna, comunque favorita per la vittoria del titolo al pari di Germania, Francia e Inghilterra, o i demeriti della nostra nazionale. Se sul rettangolo di gioco a dare spettacolo sono state esclusivamente le furie rosse, splendida l'aria (peraltro decisamente più fresca e godibile rispetto al caldo torrido che sta investendo la Calabria in questa settimana) e l'atmosfera respiratesi sugli spalti e per le vie della città di Gelsenkirchen e di quelle ad essa vicine. Sin dalla mattina per le strade spiccavano i colori azzurro e rosso, per via delle diverse migliaia di tifosi arrivate da Italia e Spagna o già residenti in Germania. Anche dopo il triplice fischio finale nessuna scaramuccia, neanche verbale, tra le due tifoserie, che sono defluite fianco a fianco, anzi gomito a gomito, in un clima di assoluta sportività, seppur, logicamente, con stati d'animo parecchio diversi. Fair play che, invece, spesso manca, paradossalmente, in alcune gare dei campionati nazionali e regionali del nostro paese. Da brividi, poi, l'atmosfera e la coreografia createsi sul campo e sugli spalti dell'accogliente, e pulito, impianto tedesco in occasione dell'esecuzione degl'inni nazionali. Sulle tribune della Veltins Arena hanno prevalso le maglie azzurre, visibilmente più numerose di quelle rosse, sul rettangolo verde, che è la cosa alla fine più importante, quelle spagnole.

Ferdinando Gaetano

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