Calcio: La Vigor Lamezia esce dai play-off

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Di Ferdinando Gaetano

Lamezia Terme, 26 maggio - Tanta, troppa amarezza, per un epilogo di stagione quanto mai ingiusto ed immeritato. Paradossalmente, infatti, l’imbattibilità del D’Ippolito cade, dopo oltre un anno, proprio nella partita chiave, quella che poteva e doveva sfatare, una volta per tutte, quella maledizione che dal lontano 1987, anno dell’ultimo trionfo, sembra aleggiare sul sodalizio vigorino. Alla fine, non c’è riuscito neanche l’emergente Massimo Costantino a far rivincere, sul campo, un campionato alla prima realtà calcistica lametina. Ma stavolta la rabbia per un destino costantemente e dannatamente avverso, è troppa per essere quantificata. Mai, personalmente, ci era finora capitato di assistere ad una gara tanto a senso unico ed incredibilmente conclusasi con la vittoria dell’undici rimasto in balia dell’avversario per gl’interi novanta e passa minuti di gioco. Un solo tiro nello specchio (due in totale) ed un gol? Si, è possibile. Chiedere alla Paganese come si fa.

Ovviamente in mezzo a tanta sfortuna, c’è anche una pizzico di altro. Ad iniziare, tanto per cambiare, dal perdurare della scarsa freddezza dal dischetto. Basti pensare che con i due penalty falliti da Gattari e Mangiapane, che da soli, se realizzati, avrebbero permesso di ribaltare il risultato ed accedere in finale play-off,  soltanto uno degli ultimi sei concessi alla Vigor, è stato tramutato in gol. Complessivamente, su sedici penalty avuti a favore, ne sono stati sbagliati sette, quasi la metà. Che nelle ultime sei partite, qualcosa si sia però inceppato sotto il profilo realizzativo, lo testimoniano pure gli appena due palloni messi in fondo al sacco altrui. Una resa obiettivamente non all’altezza di una compagine che ha chiuso alla stratosferica quota di ottanta punti.

A lasciare di stucco, in quelli che sono purtroppo stati i 90’ finali di una lunga e snervante stagione, è poi stata la sciocca ed ingenua doppia ammonizione rimediata da Mancosu in meno di un’ora di gioco. Tra l’altro entrambi i cartellini gialli gli sono stati sventolati per inutili ed immotivate proteste. Il bomber sardo è venuto meno proprio nel momento cruciale, deludendo sul più bello quel pubblico che ormai lo aveva eletto a proprio beniamino per le tante gare risolte grazie alle sue progressioni travolgenti. Per certi versi, proprio da quando qualche addetto ai lavori, magari operante ad appena una trentina di chilometri di distanza, in un’intervista lo ha indicato come elemento in grado di fare le fortune del proprio team nella prossima stagione, qualcosina si è inceppata nel prolifico motore dell’ex Latina. Sarà sicuramente una coincidenza, anche perché riteniamo, per come tra l’altro dichiarato dal ds Maglia, che qualora dovesse lasciare Lamezia, l’ultima società alla quale Mancosu potrebbe approdare, sarebbe proprio quella geograficamente più vicina alla Vigor. In ogni caso, come suol dirsi, ai posteri l’ardua sentenza.. Certo, però, che quella sciocca doppia ammonizione da lui non se la sarebbe aspettata nessuno, pure in virtù del fatto ch’era diffidato a seguito del giallo preso al Marcello Torre di Pagani, dei 3500 cuori bianco verdi nell’occasione presenti sulle tribune del D’Ippolito.

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Ma passiamo alla cronaca, a senso unico, del tanto atteso retourn-match con gli azzurro stellati. Grassadonia fa subito capire quanto tema la Vigor adottando un più che abbottonato 5-3-2, con il trio Pepe, Fusco, Sicignano a fungere da fulcro del reparto arretrato. Tricarico, come previsto, non ce la fa, mentre Scarpa può soltanto partire dalla panchina non avendo ancora pienamente recuperato. Tra i bianco verdi, invece, ad alzare bandiera bianca è Rondinelli, reduce da una ricaduta al problema che gli aveva concesso di giocare soltanto uno scampolo di gara sette giorni prima. Al suo posto, però, stavolta non gioca il pronosticato Cane, autore di una buona prova in Campania, bensì il “rispolverato” Erbini. Col senno di poi, la scelta fatta da Costantino non è parsa molto azzeccata, con l’ex Mazara non riuscito ad invertire un trend stagionale  per lui, ed è stata una delle pochissime eccezioni, non positivo. De Luca e soci partono a spron battuto, spinti dal gran tifo dei tifosi, con la Paganese subito in evidente difficoltà. Al 6’ subito una clamorosa traversa (la terza nel compiuto delle due semifinali) per i lametini. Lunga rimessa laterale di Franchino sporcata da un difensore, della sfera si appropria De Luca il quale, in equilibrio precario, quasi rialzandosi, di sinistro scocca una parabola maligna a spiovere che, a Robertiello battuto, s’infrange sul sordo tonfo della barra trasversale. Poco dopo lo stesso Franchino sfiora il palo destro campano con una forte punizione radente. Nel frattempo sale in cattedra un maestoso Cerchia, onnipresente in ogni zona del campo a cercare d’impostare il gioco, senza al contempo tralasciare la fase d’interdizione. Al 10’ riceve palla sulla tre/quarti e, dopo essersi accentrato di alcuni metri, impegna il portiere alla presa in due tempi.

Al 16’ ci prova il bravo Marchetti con un’improvvisa sassata dalla lunga distanza sulla quale Robertiello è reattivo a deviare in corner, sui cui sviluppi, Erbini, da buona posizione, stoppa e calcia non inquadrando lo specchio. Dal possibile vantaggio, al gol campano, è un attimo: Luca Orlando, sugli sviluppi di un cross di Agresta dalla sinistra, approfitta di un incartamento della difesa vigorina per sbucare da dietro ed appoggiare, con un tocco sporco, alle spalle di un Forte un po’ troppo statico tra i pali.

La Vigor non demorde, ma riprende a macinare gioco ed azioni. Il tiro di Lattanzio dalla distanza (22’) sorprende il pipelet campano, ma incoccia la base del palo. La palla è poi ripresa da De Luca che s’incunea in mezzo, alla ricerca del contatto che trova: Aureliano assegna il rigore. Della battuta, dopo la trasformazione nell’incontro interno con L’Aquila, s’incarica di nuovo il difensore Gattari, tiro angolato ma non molto forte, il che consente a Robertiello di deviare in angolo con un balzo alla sua sinistra. Una seconda mazzata, che però non piega le gambe ai nostri. L’incontenibile De Luca continua a pungere in avanti procurandosi parecchi calci piazzati. Su uno di questi, ci riprova Franchino e nuova barba al palo. Quindi (29’), cross di De Luca per Erbini che appoggia all’indietro per la botta in corsa dell’ex capitano della Primavera del Torino stavolta alta. Poi si fa vedere con un bel cross a tagliare in area, splendida torsione aerea di Lattanzio a girare sull’angolo più lontano, ma incredibilmente la palla sfiora ancora una volta l’angolino basso.  Poco dopo (35’) testa di Marchetti e risposta in tuffo di Robertiello in angolo, sul quale Erbini manda di poco alto. Sessanta secondi dopo, cross di Franchino ed incornata di De Luca a sfiorare  l’incrocio. E’ un vero e proprio tiro al bersaglio, ma la fortuna continua a baciare appassionatamente l’undici di Grassadonia. Al 39’ sventola dalla media distanza di Cerchia e Robertiello smanaccia in angolo. Due giri di lancette e cross, sempre di Cerchia, in mezzo, Erbini in spaccata non ci arriva di un niente. A conferma di una prestazione da dimenticare, al 43’, in mischia, lo stesso Erbini a due metri dalla linea di porta fallisce l’impatto con la palla.

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Tutti negli spogliatoi con il pubblico di casa che pare non credere ai propri occhi per quanto visto e tuttavia sconfessato dal punteggio. Ma il “bello”, purtroppo, dovrà ancora arrivare. Al 2’ della ripresa, Mancosu vince un contrasto a metacampo e parte finalmente in progressione per vie centrali, quindi appoggia ad Erbini che, tutto solo, s’impappina lasciandosi incredibilmente strappare la sfera tra i piedi da Robertiello in uscita, fra le imprecazioni del pubblico. Al 13’ Mancosu al termine di un’azione in area ospite risolta con la tranquilla uscita in presa alta del numero uno, protesta inutilmente dicendo qualcosa all’arbitro che prontamente estrae il secondo giallo mandandolo anzitempo sotto la doccia. L’episodio smorza inevitabilmente il fuoco che ardeva tra i calciatori in maglia a strisce bianco verdi i quali, pur continuando a cingere d’assedio la metacampo altrui, non riescono più ad essere pungenti come in precedenza. Gli ospiti riprendono  fiato e si rifanno vedere, per la seconda ed ultima volta, dalle parti di Forte con il neo entrato Scarpa. Il suo diagonale è tuttavia da dimenticare, perdendosi di almeno tre-quattro metri a lato.

Così ci prova di nuovo la squadra di casa. Al 28’ Lattanzio controlla e dal limite scocca un insidioso  radente deviato in tuffo, in corner, dall’estremo campano. Alla mezzora esatta, la sfida pare riaprirsi allorquando il fischietto bolognese vede una trattenuta in area di Pepe su Romero. Sul dischetto si porta l’appena entrato Mangiapane, Robertiello in quest’occasione è spiazzato ma il forte sinistro del fantasista classe ’78 centra in pieno il palo. Incredibile. Sul prosieguo dell’azione Aureliano ferma il gioco per espellere Nigro. Si riprende con una strana punizione appena appena dentro l’area che Mangiapane  manda a fil di palo. La sfortuna, imperterrita, continua a non distogliere il suo sguardo dai lametini. Al 38’, infatti, Benny costringe Robertiello a volare per deviare, con l’aiuto della traversa, in angolo. Un piatto di Cane (42’) è respinto fortunosamente in angolo da un difensore a due metri dalla porta. E’ poi il turno di Romero (46’) che da pochi passi incorna sul corpo della “saracinesca” Robertiello. Il sipario sull’annata dei ragazzi del presidente Mascaro calava con la conclusione dai trenta metri di Mangiapane, all’ultimo dei soli 5’ di recupero (il gioco, dopo l’espulsione di Nigro, al 31’st, era rimasto fermo per più di cinque minuti senza tralasciare le cinque sostituzioni), fuori per una questione, ancora, di centimetri. Niente più se non lacrime, rabbia, incredulità e volti da funerale, in campo e sugli spalti, per un club nato decisamente sotto una cattiva stella.

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V. LAMEZIA (4-2-3-1): Forte 5.5; Franchino 6.5 (35’st Cane sv), Marchetti 6.5, Gattari 5.5, Bonasia 6; Giuffrida 6 (26’st Mangiapane 5), Cerchia 7.5; Lattanzio 6, Erbini 5 (8’st Romero 5.5), Mancosu 4; De Luca 7.5  In panchina: Calderoni, Sinicropi, Mercurio, Visone. Allenatore: Costantino 6

PAGANESE (5-3-2): Robertiello 7.5; Balzano 5.5, Pepe 5.5, Fusco 5.5, Sicignano 5.5, Agresta 5.5; Nigro 6 (35’st Giglio sv), De Martino 5, Neglia 7; L. Orlando 6.5 (18’st Scarpa 5.5), Fava 5  In panchina: Stillo, Pastore, Loiacono, F. Orlando, Cognigni. Allenatore: Grassadonia 5.5

ARBITRO: Aureliano di Bologna 6.5

MARCATORI: 18’pt Orlando L.

NOTE: giornata soleggiata con manto erboso in buone condizioni. Spettatori 3500 circa di cui 150 ospiti. Espulsi, per doppia ammonizione, al 13’st Mancosu (VL), al 31’st Nigro (P), al 45’st Bonasia (VL) ed al 48’st De Martino (VL). Ammoniti Nigro (P), Sicignano (P), Fava (P), Agresta (P), Balzano (P), Orlando L. (P), Fusco (P), De Luca (VL), Pepe (P). Angoli 12-0. A fine gara intervento dell’ambulanza per soccorrere un tifoso, nel settore ospite, sentitosi male. Recupero: 0’pt e 5’st

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